Mihajlovic (1ͣ parte): “Con l’Empoli non voglio più vedere errori individuali”
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha parlato in conferenza stampa presentando la partita con l’Empoli e soffermandosi su errori commessi in precedenza causa di sconfitte, infortuni e metodi di lavoro. Ecco le sue parole (per quelle della seconda parte cliccare qui a fianco http://www.torinogranata.it/primo-piano/mihajlovic-2-parte-cairo-ha-molta-energia-positiva-e-noi-vogliamo-un-torino-come-lui-71173):
In base ai suggerimenti e ai consigli dei suoi collaboratori quali sono le insidie dell’Empoli?
“Secondo lei io faccio guardare tutto ai miei collaboratori e non faccio praticamente nulla e loro mi suggeriscono?”
Ma no, si può immaginare che i suoi collaboratori raccolgano i dati e poi lei li valuterà.
“I dati li raccogliamo tutti insieme e il lavoro è collettivo. L’allenatore in prima non sta con le mani in mano e fa fare tutto agli altri. E’ giusto che anche io veda quello che succede e che sappia quello che c’è da fare e poi dopo si discute, si riflette, si parla e, infine, si agisce. Sicuramente l’Empoli è una squadra che da anni ha la sua fisionomia e questo è un dato che tengo in considerazione. Nonostante le assenze che abbiamo penso che la partita sia alla nostra portata e dovremo fare di tutto domani per prenderci i tre punti. La gara di domani potevamo affrontarla con più punti e una classifica migliore e se non è così è solo per colpa nostra perché abbiamo buttato via punti per distrazioni ed errori individuali. Non voglio che questo accada domani. Si può sbagliare, ma non si possono ripetere sempre gli stessi sbagli. Sappiamo che l’Empoli è una squadra che gioca bene, ha fraseggio ed effettua il possesso palla. Saponara quando sta bene è un giocatore importante, l’Empoli ha attaccanti e centrocampisti buoni, è una squadra molto organizzata prima da Sarri e Giampaolo e adesso da Martuscello, è indubbiamente una squadra di tutto rispetto, ma noi siamo il Torino e giochiamo in casa, sappiamo dove possono metterci in difficoltà, però, sappiamo anche come metterli in difficoltà. Vedremo chi sarà più bravo”.
Alla luce della partita con l’Atalanta in questa settimana su quali particolari aspetti ha lavorato?
“Tra vincere e perdere una partita non può passare solo qualche episodio devono passare 95’ minuti e un’intera settimana di preparazione Ci vuole voglia di combattere su ogni pallone e gli avversari per batterci devono sudare e dimostrare sul campo di essere più forti. A me non piace perdere come se nulla fosse, come ci è successo a Bergamo per distrazioni ed errori individuali, dobbiamo sicuramente migliorare dal punto di vista della personalità. Mi sembra tanto chiedere ai nuovi arrivati come Hart e Valdifiori di prendere in mano la squadra, ma abbiamo giocatori importanti di qualità e esperienza, come Bovo, Molinaro, Maxi Lopez, De Silvestri, Iago Falque, che ci possono dare quella spinta caratteriale che in qualche momento ci è mancata. Ed è su questo che dobbiamo migliorare. Cambiando modulo l’allenatore pensa sempre che si può subire per un errore di reparto, ma noi tutti i gol che abbiamo subito sono stati per sbagli individuali e anche molto gravi e questo è dovuto a una mancanza di concentrazione ed è su questo che bisogna lavorare perché come si allena il fisico si allena la mente e quando ci sono momenti di difficoltà bisogna rimanere freddi e concentrati cercando di sbagliare il meno possibile”.
Come sta Maxi Lopez?
“Sta male, ma è inutile parlarne perché abbiamo i soliti assenti. Preferirei parlare di quelli che giocheranno e di che cosa mi aspetto. Avevo detto la settimana scorsa che vorrei che i miei ragazzi mi dessero ragione quando dico che non abbiamo undici titolari e undici riserve, ma 22-23 giocatori che sono sullo stesso piano e chiunque gioca il Torino deve essere sempre una squadra forte e difficile da battere. Ci saranno tre assenti sicuri Ljajic, Belotti e Maxi Lopez e siamo messi peggio della partita scorsa, anche se devo ringraziare comunque Maxi Lopez perché ha giocato, dopo aver fatto delle infiltrazioni, per tutta la gara, ma le sue condizioni, come ci aspettavamo, sono peggiorate. Come ho già detto, non dobbiamo cercare scuse o alibi perché giocheranno calciatori che io considero titolari a tutti gli effetti e quindi devono mettersi in mostra. Quando tutti avranno recuperato non voglio sentire piangere qualcuno perché non gioca poiché c’è spazio per tutti, ma bisogna conquistarselo sul campo dimostrando che ho ragione quando dico che ci sono 23-23 titolari. Se questo non capita non è colpa dell’allenatore se qualcuno gioca di più e altri di meno, ogni allenatore manda in campo la squadra migliore ed essendoci tre partite in una settimana tutti avranno la possibilità di farsi vedere e mettermi in difficoltà nelle scelte. Dipende solo da loro”.
Rebecca Corsi, la figlia del presidente dell’Empoli, ha detto che la gara con il Torino è molto complicata anche perché il Torino poi potrebbe essere una nostra concorrente per la salvezza e quindi noi speriamo di fare bene. Vuole commentare quest’affermazione?
“No, è meglio di no. Rispetto molto il presidente Corsi, sua figlia non la conosco forse l’ho vista una volta quando andai a vedere gli allenamenti di Sarri e mi è sembrata una ragazza intelligente”.
Boyè sta facendo progressi?
“Domani giocherà, anche perché non possiamo giocare senza attaccanti. E’ di certo un giocatori dalle grandi prospettive, ma deve migliorare molto, essere inquadrato, però, è uno che ha qualità fisiche e tecniche. Deve imparare bene la lingua italiana, questo è un aspetto importante perché mi sembra come Honda che quando ero al Milan qualsiasi cosa gli dicessi rispondeva “Sì, sì” e poi andava in campo e non faceva quello che gli avevo detto. A Boyè bisogna spiegare bene le cose, ma quando le capisce le fa. In prospettiva può diventare un giocatore importante, è un ragazzo giovane e ha grandi margini di miglioramento. Sicuramente farà tutto quello che potrà poi vediamo se basterà oppure no. Per noi è un giocatore importante e può diventare ancora più importante in futuro”.
Domani non sarà a bordo campo perché qualificato, ritiene giusta la sanzione che le è stata inflitta?
“Non la trovo giusta, anche se è vero che ho detto una parolaccia, ma dopo l’espulsione, non prima. Mi sembra assurdo che si venga sempre espulsi per queste stupidaggini. Sicuramente non ho dato un buon esempio dando un calcio alla bottiglietta, le bottigliette dovranno essere tenute vicino alla panchina e non vicino a me. Ho promesso a me stesso che da adesso in poi mi comporterò come gli arbitri fanno con me: non li considero, farò l’indifferente. Penso che sia la cosa migliore perché credo di essere uno dei pochi che non ha mai parlato male degli arbitri e che non è mai andato a cercare polemiche dopo le partite e ho sempre difeso l’operato degli arbitri. Ma se rispetto voglio che si faccia altrettanto con me ed effettivamente questo non c’è. La squalifica è giusta perché alla fine ho detto una parolaccia, ma, ripeto, dopo l’espulsione. Poiché non mi sembrava giusta l’espulsione non potevo andare dall’arbitro e dargli un bacio e fargli i complimenti, potevo soltanto arrabbiarmi. Ieri si è provato a tramutare la squalifica in una multa ed ero disposto a pagarla di tasca mia qualunque fosse stato l’ammontare, ma la commissione non ha voluto … forse non hanno bisogno di soldi”.
In altre occasioni simili a questa è sempre stato espulso?
“Non sempre. Quando ero al Milan avevo dato un calcio alla bottiglietta e l’arbitro mi aveva allontanato dall’aerea tecnica, ma la partita successiva ero regolarmente in panchina”.
Cambierà qualche cosa a causa del fatto che lei non sarà in panchina?
“I ragazzi sanno che se anche non sono fisicamente in campo sono con loro, sarò in tribuna e li guarderò. Mi dispiace soprattutto per loro perché penso che forse si sentono più sicuri con me vicino, ma devono essere bravi. Bisogna chiedere a loro se è meglio avermi vicino. Questo non si ripeterà più”.
Ritornando al discorso della concentrazione e determinazione, in questa settimana rispetto alla precedente ha visto nei giocatori un atteggiamento diverso?
“Devo dire che i ragazzi si sono sempre allenati benissimo e applicati, quindi, non c’è stato mai un allenamento da quando sono arrivato del quale possa dire che non hanno fatto bene. Loro sanno che devono lavorare bene ed essere concentrati e non hanno mai sbagliato in questo. Questa è stata una settimana uguale alle precedenti ”.
Visti gli errori individuali in partita, da questo punto di vista in settimana è cambiata qualche cosa?
“Gli errori che fanno in partita non avvengono durante gli allenamenti”.
E allora come si possono correggere?
“In partita è diverso dal punto di vista emotivo e di stress. Bisogna avere maggiore concentrazione. Sono errori che è difficile correggere perché sono talmente clamorosi che non si può lavorarci su. Non posso lavorare su un errore di un giocatore che stando a terra e di spalle scalcia un avversario. Non posso lavorare su un cross di quaranta metri alto e lungo e un giocatore di fa superare dalla palla. Non posso lavorare se la palla è sulla testa di un giocatore e lascia passare perché pensa che vada fuori e invece la prende l’avversario. Sono errori talmente grossolani che capitano una volta g dieci anni, purtroppo a noi sono capitati due-tre di questi errori nella stessa partita, questo è il problema”.
Le era mai capitato in carriera di avere tanti infortunati e per di più nello stesso reparto?
“Successe anche l’anno scorso con il Milan di avere tanti attaccanti infortunati”.
Avere tanti infortunati fra gli attaccanti è sfortuna, ma in generale si può intervenire per prevenirli lavorando?
“Belotti si è fatto male in Nazionale. Maxi Lopez con l’Atalanta ha giocato, ma come gli dico spesso è in sovrappeso e con il tipo di allenamenti che facciamo ogni giorno rischia di farsi male, deve dimagrire. Per quel che riguarda Ljajic era tornato con il Bologna e dopo tre minuti si è fatto male per una cavolata (il mister ha utilizzato una parola più colorita, ndr) cercando di prendere una palla che era già fuori dal campo con il tacco e nove volte su dieci questi gesti hanno come conseguenza il farsi male. Non penso, quindi, che questi infortuni dipendano da come lavoriamo, altrimenti si farebbero male anche gli altri giocatori. Le mie squadre non hanno mai subito tanti infortuni muscolari. Anche l’anno scorso nel Milan rispetto ai cinque anni precedenti avevo auto il 40-50% in meno d’infortuni muscolari, ma in generale in tutta la mia carriera da allenatore. Noi siamo attenti a tutto, facciamo svolgere un lavoro differenziato e, infatti, Alex (Alex Rodrigo Dias da Costa, ndr) l’anno precedente non aveva mai giocato, mentre con noi sì. Se si sa che un giocatore ha un problema si evita di farli fare esercizi che lo mettano a rischio infortunio, lo si deve gestire. Se uno non può correre o saltare gli si fa fare altro in modo da non incidere sul problema che potrebbe insorgere”.