Mihajlovic: “Montella ha detto bene, sarà un Toro aggressivo che mette qualità in campo”
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
L’allenatore del Torino Sinisa Mihajlovic ha parlato in conferenza stampa della sua squadra che domani per la prima partita del campionato affronterà il Milan, l’anno scorso proprio allenato dall’attuale mister granata.
Quali sono le sue sensazioni alla vigilia del ritorno a San Siro e come si aspetta di essere accolto?
“La mia squadra sta abbastanza bene, anche se sono successe un po’ di cose nell’ultima settimana. Un giocatore è andato via (Peres, ndr), un altro si è tirato fuori (Maksimovic, ndr) e sono arrivati altri tre (Rossettini, Castan e De Silvestri, ndr), ma penso che sia normale in questa parte della stagione. Abbiamo disputato un buon pre-campionato e una buona partita in Coppa Italia e adesso ci aspetta il primo impegno in campionato, sarà dura, però, partire bene per noi sarebbe importantissimo. Sappiamo che giocare con il Milan a San Siro è sempre complicato perché è un’ottima squadra, ma noi andiamo per fare bene e giocare la nostra partita, non possiamo dare rassicurazioni sul risultato, ma che daremo tutto in campo con dedizione e voglia di fare punti.
Come mi aspetto di essere accolto? Non lo so, non ci ho pensato non sono queste le preoccupazioni che mi girano in testa. Come ho detto in più occasioni non cerco rivincite nei confronti di nessuno, mi dispiace di non aver concluso la stagione perché avevo lasciato il Milan in un posto utile per l’Europa e in finale in Coppa Italia e sono convinto, per com’era la squadra, che nella finale avrebbe potuto vincere, ma tutti hanno visto com’è andata e come si è conclusa la stagione. Questo ormai appartiene al passato e non voglio più parlarne. A Milano sicuramente saluterò tutti con molto affetto e cercherò con l’aiuto dei miei giocatori di battere il Milan, ma so che non sarà facile”.
La cosa più difficile in questi giorni è stata lavorare sulla difesa, che in una settimana è stata completamente rivoluzionata? I nuovi calciatori sono pronti per giocare?
“Si dice meglio tardi che mai, anche se ci serve ancora qualche cosa, però, sono arrivati tre giocatori importanti. De Silvestri lo conosco da tempo e so quello che mi può dare e che ha uno spirito da Toro. Castan, prima dei problemi di salute che ha avuto, con Benatia formava la coppia di difensori centrali più forte del campionato italiano, quindi ha tutto forza, carattere e tecnica e deve solo cercare di non strafare, gli basta fare bene; ha tanta voglia di rivincita, ho molta fiducia in lui, ma vedremo se domani giocherà. Rossettini è un ottimo elemento e può ricoprire diversi ruoli in difesa e anche per lui vedremo. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, gli arrivati sono tre difensori e abbiamo cambiato modulo, quindi, per quanto riguarda la partita di domani forse non siamo ancora pronti per schierarli tutti e tre, ma alcuni sicuramente giocheranno, poi ci sarà la partita con il Bologna e a seguire la sosta per gli impegni della Nazionale. Quello che conta per me è che i ragazzi si sono applicati e hanno capito quello che c’è bisogno di fare, poi bisognerà vedere se riusciremo a metterlo in pratica. Sono fiducioso”.
Con Maksimovic il discorso è chiuso?
“Di Maksimovic non voglio più parlare, come ho detto, mi ha deluso come uomo e il suo futuro è nelle mani della società. Non voglio più spendere del tempo e parole per lui”.
Prima della gara di Coppa Italia aveva detto che in porta andava Padelli e che poi si sarebbe visto. Per domani lo conferma?
“Domani giocherà Padelli”.
Sarà lui il primo portiere in questa stagione?
“Adesso il portiere è Padelli e gli altri, Gomis e Icahzo, stanno in panchina”.
Alla luce di chi è andato vie e di chi è arrivato e dei giocatori che sono stati recuperati dagli infortuni e si sono allenati solo negli ultimi giorni, ritiene di aver potuto preparare la partita come avrebbe voluto?
“Abbiamo avuto il tempo per preparare la gara, ma naturalmente i tre giocatori nuovi sono arrivati da pochi giorni e altri, Baselli, Benassi, Ajeti e Zappacosta, si sono allenato con il gruppo solo in questa settimana, però, tali situazioni fanno parte del calcio e sicuramente ogni allenatore vorrebbe avere tutti i giocatori a disposizione per lavorare con loro fin dal primo giorno, ma non sempre è possibile. Comunque penso che la partita l’abbiamo preparata bene e, come ho detto, sono fiducioso”.
Ha già deciso come collocherà i tre nuovi difensori poiché c’è chi può ricoprire più ruoli?
“Rossettini può fare il centrale e il terzino, De Silvestri è un terzino e Castan un centrale, poi tutti possono fare tutto, non serve la scienza per collocarli. Rossettini, che può ricoprire due ruoli, vediamo quando e in che posizione giocherà, mentre gli altri hanno ruoli precisi”.
Lei conosce i giocatori del Milan perché li ha allenati, teme qualche cosa? Ha fatto particolari raccomandazioni ai suoi?
“Nessuna raccomandazione particolare, prepariamo tutte le partite nello stesso modo cercando di pensare prima a noi e poi agli altri, sapendo in cosa possono metterci in difficoltà, ma sapendo anche dove noi possiamo creare problemi a loro. Abbiamo il nostro principio di gioco che cerchiamo di seguire al di là di chi incontriamo e proviamo a metterli in pratica in campo. Loro saranno in undici come noi, si gioca e poi si vedrà”.
Che cosa si aspetta dai suoi giocatori domani?
“Dai miei mi aspetto quello che dico loro sempre: di seguire i nostri princìpi morali e di gioco. Quelli morali sono nel dna e nelle caratteristiche del Torino e del suo passato, una squadra che lotta e combatte per novanta minuti, che non si dà mai per vinta e dove tutti si aiutano reciprocamente in campo. Una squadra ambiziosa, coraggiosa, concentrata e che cerca sempre di giocare per vincere. Quelli di gioco, una squadra forte e compatta, che recupera immediatamente la palla e che la sa gestire secondo le situazioni e che sa verticalizzare, soprattutto una squadra che concede poco agli avversari e sa essere cinica sotto porta. Queste sono le cose che dico e che stiamo facendo, poi naturalmente è difficile vedere tutto questo alla prima giornata, ma stiamo lavorando per riuscire in tutto questo”.
La partita con il Milan per lei vale sei punti in caso si vittoria?
“Perché deve valere sei punti? Tutte le partite valgono tre punti. Sarà, come ho detto, una partita difficile, ma sarebbe importante partire bene e basta. E’ un motivo in più per fare bene, ma non cerco nessuna rivincita, sono concentrato sul Toro e tutto quello che è successo prima appartiene al passato, si va avanti”.
Montella ha detto che si aspetta un Toro aggressivo e che metta in campo tanta qualità
“Ha detto bene”.
Lei ha da poco tempo De Silvestri a disposizione ma lo conosce bene, può andare in campo subito?
“I nuovi arrivati sono tutti disponibili e, se mi ha ascoltato bene, ho detto che ci sono alcuni calciatori che giocheranno e altri no”.
In questa settimana come ha visto Ljajic e che cosa si aspetta da lui?
“Sta bene, ma deve un po’ dimagrire, ha la pancetta, però, lo vedo bene. E’ un giocatore forte è lo avete visto anche voi e ci deve dare fantasia, qualità e imprevedibilità, insieme agli altri. E’ un giocatore importante per noi, ma come tutti gli altri perché da soli non si va da nessuna parte, però, insieme agli altri, se ognuno fa il suo, possiamo essere fiduciosi e abbiamo buone possibilità. Dipende molto da noi, andiamo a Milano e cercheremo di fare la nostra partita mettendo in pratica quello che abbiamo preparato con coraggio, convinzione e con la voglia di raggiungere quello per cui abbiamo lavorato”.
E’ più facile che il Torino batta il Milan o che alle Olimpiadi la Serbia nella finale del basket vinca con gli Usa?
“Devo chiamare il mio amico Djordjevic per saperlo, ma sicuramente non sarà facile né per noi né per loro. Non lo so, è una bella domanda. Iri sera ho visto la partita contro l’Australia e la Serbia ha fatto molto bene, ma ogni partita è una storia a sé. Sarà dura per tutti e due, ma sarà dura anche per gli Usa e il Milan, diciamo cinquanta e cinquanta”.
Mancano alla rosa giocatori solo a centrocampo o anche in altri reparti?
“La società lo sa, di mercato parlo con i dirigenti. Abbiamo le idee chiare e la società farà di tutto per accontentarmi come ha fatto fino ad oggi, quando arriveranno altri giocatori lo leggerete sul sito. Meno male che il mercato sta per finire, una volta terminava prima dell’inizio del campionato, adesso non più e si disperdono un po’ di energie e di concentrazione, però, siamo professionisti e siamo abituati a questo”.
E’ importante partire bene, quindi, non è un po’ tardi assemblare la squadra quando inizia il campionato?
“E’ sempre importante fare punti, non solo all’inizio. Maglio tardi che mai. Come ho detto, tutti noi allenatori vorremmo avere la squadra completa fin dall’inizio per lavorare, ma purtroppo non è possibile e non è mai successo a nessun allenatore di avere la squadra al completo sin dall’inizio del ritiro, anzi di solito la squadra è completata negli ultimi giorni di mercato”.
In Coppa Italia non aveva a disposizione Iago Falque e ha fatto giocare Martinez, ma l’avversario era la Pro Vercelli, domani con il Milan ci sarà di nuovo Josef oppure punterà su Boyè?
“Sono tutti disponibili e sono tutti a disposizione, dopo la conferenza ci sarà un altro allenamento, quindi, c’è tempo per pensare e ce ne sarà, purtroppo, anche quasi per tutto il giorno di domani poiché si giocherà alle 18. Decideremo chi far giocare, ma penso che l’uno valga l’altro”.
In molti dicono che Cairo sia simile a Berlusconi per certi versi, lei che ha conosciuto bene Berlusconi che primo impatto ha avuto con Cairo?
“Partiamo dal presupposto che ho conosciuto l’ultimo Berlusconi, ma mi saprebbe piaciuto conoscere il primo Berlusconi. Mi è dispiaciuto per le sue dichiarazioni finali e per le critiche un po’ esagerate dopo il mio esonero, critiche che per me non avevano senso. Comunque io ringrazierò sempre il presidente Berlusconi per avermi fatto allenare il Milan, anche se lui spesso voleva mettersi al mio posto in panchina, gli porterò sempre rispetto e gli augurerò sempre ogni bene per il suo futuro. Cairo è un presidente che somiglia al primo Berlusconi, visto anche quello che sta facendo con la televisione, come editore con Rcs, è uno degli imprenditori più importanti d’Italia. Abbiamo le stesse vedute e le idee chiare, parliamo e condividiamo tutto, qua si fa calcio, per me lo sport è importante. Penso che il Cairo di oggi e il primo Berlusconi si somiglino”.
E con l’ultimo Berlusconi Cairo ha qualche somiglianza?
“Non hanno niente in comune”.
Nel Milan sembra esserci poca tranquillità e ci sono pressioni, questo influirà sulla gara di domani?
“Sono abituati, anche l’anno scorso per ogni partita c’erano pressioni, ma i ragazzi sono abituati e comunque questo sarà un problema loro”.
La conferenza è continuata con Moretti e Vives e Mihajlovic è intervenuto con battute e puntualizzazioni alle domande rivolte ai suoi giocatori.
Mentre i giornalisti facevano domande a Moretti ha detto: “Dipende se gioca”.
Quando Moretti diceva che è non è importante chi fa gol il mister ha sottolineato: “L’importante è che qualcuno segni” e poi che “per Moretti l’obiettivo è non far segnare gol agli avversari, si chiamano difensori perché devono difendere la propria porta”.
A chi chiedeva a Vives se quella con il Milan sarebbe stata la sua ultima partita in granata mister Mihajlovic è intervenuto per puntualizzare che: “Io in questi mesi ho letto di tanti giocatori che erano in partenza e di tanti che sarebbero dovuti arrivare, ma devo dirvi che per quelli che dovrebbero arrivare non ne avete indovinati nemmeno uno”.
Almeno De Silvestri però sì, gli è stato detto.
Mihajlovic ha proseguito: “Uno su dieci, quando si pesca nel mucchio almeno una cosa la si prende, è la regola dei grandi numeri (ride, ndr). Quindi anche sulle partenze potevate indovinare di più, ma non sempre quello che è scritto o che si dice è vero. Si dice che Vives sia in partenza, ma, se posso dire una cosa su di lui, vi dico che è un grande professionista, è un bravissimo ragazzo, uno che dà sempre il massimo, che si fa trovare sempre pronto. E’ un giocatore che ogni allenatore vorrebbe sempre avere in squadra. Che giochi oppure no è una guida per tutti, quindi, è difficile privarsi di un giocatore del genere di conseguenza è difficile anche che vada via, ma nel calcio può succedere di tutto, ma ci sono tante cose da vedere. A lui come a tutti gli altri non posso dire che devono andare via, fino a quando uno si allena e si comporta bene io sono contento di averlo, poi dopo sta al giocatore scegliere. Io sono chiaro con loro sta poi al giocatore decidere se andare dove potrebbe giocare di più o stare pur giocando di meno. Non ci sono dubbi che l’ultima decisione sarà la sua nel caso dovesse succedere che vada via, qui nessuno ha mai mandato via qualcuno ed io sono molto contento di avere Vives in rosa”.