Mihajlovic: “Rispetto per la Pro Vercelli ma giochiamo in casa, siamo il Torino e loro sono in B quindi dipenderà da noi vincere”
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
L’allenatore del Torino Sinisa Mihajlovic ha parlato in conferenza stampa della sua squadra che domani affronterà il primo impegno ufficiale della stagione in Coppa Italia contro la Pro Vercelli dell’ex allenatore della Primavera granata Moreno Longo.
In Austria aveva detto che mancavano ancora un regista, un centrale veloce e un terzino …
“Rispondo subito che di mercato non voglio parlare, lasciamo lavorare Petrachi tranquillo e poi domani abbiamo la partita di Coppa Italia per cui le domande fatemele su questa gara e non sul mercato o il campionato”.
La squadra è un po’ incerottata con qualche infortunio di troppo. Com’è la situazione?
“Qualche infortunio di troppo? Gli infortuni fanno parte del calcio, sicuramente ci hanno un po’ penalizzati, però, la squadra sta abbastanza bene. Fra gli infortunati c’è solo Zappacosta che ha riportato un problema muscolare di media entità, ma speriamo di recuperarlo per la partita di campionato con il Milan, tutti gli altri hanno ricevuto botte di gioco, che ci stanno nel calcio”.
Alfred Gomis è il portiere titolare del Torino oppure la gerarchia è cambiata?
“Domani giocherà Padelli, poi vediamo”.
Maksimovic è concentrato sul Torino?
“Maksimovic dopo quello che avevo detto a Bormio, dove non l’avevo visto concentrato, ha fatto sempre bene, si è allenato e anche quando ha giocato con il Benfica è stato uno dei migliori. In seguito ha avuto un contrattempo fisico, ma ha recuperato, sta bene e non c’è alcun tipo di problema”.
Che significato dà alla Coppa Italia?
“Disputiamo due competizioni, la Coppa Italia e il campionato, quindi la coppa è uno dei nostri obiettivi stagionali, anche se ci troviamo nella parte del tabellone dove ci sono Milan e Juventus, se dovessimo passare il turno. Quasi quasi mi sembra più facile vincere il campionato della Coppa Italia, però, pensiamo partita per partita. Domani abbiamo la Pro Vercelli, squadra che dobbiamo affrontare con il massimo impegno e rispetto, non dobbiamo sottovalutarla e giocare come sappiamo, esattamente come avevamo fatto nelle amichevoli precedenti che ci sono servite per prendere le misure e adesso c’è una gara che conta, si fa sul serio perché non c’è in palio solo l’immagine, la credibilità e l’onore, ma c’è da cercare di passare il turno”.
Come procede Peres nell’affinare la fase difensiva?
“Bruno si sta allenando e sta lavorando molto sulla fase difensiva, ma questo non vale solo per lui bensì per tutti i difensori perché abbiamo cambiato da cinque a quattro e i movimenti sono un po’ diversi. Penso che i ragazzi abbiano dimostrato di aver assimilato tutti i movimenti e anche nella mini tournée in Austria e nella gara con il Benfica, che sono state partite contro squadre importanti, non hanno mai sofferto più di tanto. Per quel che riguarda la fase di non possesso, tutta la squadra ha fatto bene, Bruno sappiamo che deve migliorare molto in fase difensiva, ma domani sarà in campo perché Zappacosta è infortunato e speriamo di recuperarlo per la prima di campionato con il Milan. Peres si sta applicando e vedremo domani”.
Come sta Belotti?
“Sta bene (aveva avuto un lieve attacco febbrile, ndr), ieri si è allenato con i compagni”.
E’ già il Torino che si aspetta o ci sono ancora argini di miglioramento?
“Non ho la bacchetta magica e in due mesi non si può cambiare il modo di giocare di cinque anni. Miglioramenti sicuramente ce ne sono stati, i ragazzi si applicano e cercano di mettere in pratica quello che proviamo in allenamento, ma ci sono cose da migliorare per tutti. La squadra sta abbastanza bene e cerca di fare quello che si dice, è importante che ci sia la voglia e ci sia la condizione per fare, ma naturalmente spero che più si vada avanti più le cose miglioreranno”.
I nuovi arrivi Lukic, Tachtsidis e Gustafson sono già pronti oppure ci vorrà tempo per considerarli pienamente utilizzabili?
“Non possono essere pronti perché due, Lukic e Gustafson, sono ragazzi giovani e hanno disputato campionati molti doversi dal nostro. Sono sicuramente giocatori di qualità e di buona prospettiva, ma devono crescere sotto tutti i punti di vista e quando saranno pronti io sicuramente non avrò problemi a metterli in campo, però, per adesso sono ancora indietro in tutti i sensi. Sono stati presi perché sono giocatori nei quali crediamo e sicuramente ci possono dare qualche cosa, non penso nel breve periodo. Per quel che riguarda Tachtsidis, è un giocatore con le caratteristiche che ci possono servire, ma anche lui deve crescere sotto tutti i punti di vista. Vedremo giorno per giorno quello che succederà e poi dipende tutto da loro”.
La Coppa Italia è importante tanto quanto il campionato?
“Ho già risposto e ho detto che è uno dei nostri obiettivi stagionali visto che, purtroppo, non giochiamo in Europa dobbiamo dare il massimo in ogni partita. Giocare gara dopo gara in campionato e sicuramente non sottovaluteremo al Coppa Italia, nessuna partita e nessun impegno”.
Chi sarà il capitano della squadra?
“Non decido mai chi è il capitano, sono loro a farlo (rivolto a Vives e Moretti presenti in conferenza stampa, ndr). Chiedete a loro, io non entro in queste vicende, a me basta avere undici giocatori in campo e poi sono problemi (il mister ha utilizzato una parola più colorita, ndr) loro chi fa il capitano”.
Per quanto possa essere difficile il calendario della Coppa Italia fare un passo avanti rispetto agli anni passati quando il Torino è uscito al massimo agli ottavi è possibile?
“Dipende da sorteggio e dalle squadre che si dovranno incontrare”.
Se passerete il turno con la Pro Vercelli ci sarà il Pisa o la Salernitana e poi dovrebbero esserci il Milan e la Juventus.
“Come ho detto, pensiamo partita dopo partita. Cercheremo di ottenere il massimo da tutte e due le competizioni. Non giocheremo domani per perdere o se dovessimo superare qualche turno andremo a Milano o giocheremo con la Juve per perdere. Come sempre giocheremo le nostre partite cercando di dare il massimo e poi si vedrà, è il campo a dare il verdetto. Noi sicuramente non sottovaluteremo nessun avversario e nessuna partita”.
Iago Falque è in condizione per giocare?
“Finita la conferenza ci alleneremo e quindi vedremo, ieri ha svolto una parte di lavoro differenziato e oggi valuteremo”.
La squadra che andrà in campo domani rispetto a quella che ci sarà il trentuno agosto sarà molto differente?
“Non so dire, non ho la palla di vetro. Non so neanche chi giocherà domani perché c’è ancora un allenamento e devo vedere se ci sono dei giocatori che sono recuperabili, in campo andrà chi è disponibile e chi mi darà certezze tra i giocatori che ci sono. Tutte le volte che il Torino entrerà in campo sarà competitivo, saprà quello che vuole e giocherà per vincere, rispetterà tutti, ma non avrà paura di nessuno”.
Oltre a scendere in campo per vincere c’è qualche cosa che volete dare ai tifosi?
“Come ho detto ai ragazzi cercheremo sempre di giocare bene a calcio e di divertire e divertirci. Noi abbiamo due princìpi: quello morale e il gioco. Entrambi devono essere perseguiti in tutte le partite. I princìpi morali caratterizzano il Torino e fanno parte della sua Storia, con la squadra che lotta per novanta minuti, non si dà mai per vinta e cerca sempre di vincere per dare il massimo in modo da non tradire mai le qualità morali che distinguono il Toro nella sua Storia. E’ una grande responsabilità come ho detto tante volte. Ci sono poi i princìpi di gioco sui quali stiamo lavorando in allenamento e che metteremo in pratica durante le partite”.
Che percentuale dà alla squadra?
“In che senso?”.
Fisico e di completezza.
“Non sono bravo in matematica, abbiamo venticinque giocatori (per essere precisi ventinove, ndr) quindi come numero siamo completi”.
Sta facendo fare un lavoro specifico a Martinez che è capace di attaccare la profondità e di liberarsi per il tiro, ma che ha evidenziato limiti sotto porta?
“Noi facciamo sempre lavori individuali e specifici non solo per Martinez, ma per tutti, infatti, ogni giorno della settimana prendiamo un gruppo di giocatori e lavoriamo sui difetti e su quello che si può migliorare. Penso che se ogni giocatore migliora individualmente migliora la squadra per cui diamo molto peso a questo tipo di lavoro, lo abbiamo fatto in ritiro e continueremo. Da allenatore ho sempre curato il singolo per capire quello che gli manca e per far capire quello che serve per il gioco, poi sono i giocatori che ci devono dire in che cosa hanno bisogno di migliorare, loro sanno più di me cosa gli manca, se ci accorgiamo delle lacune ci concentriamo su quegli aspetti, ma, ripeto, sono loro a dovercele segnalare. Questo vale per Martinez e per tutti”.
Martinez e Boyè oltre a lavorare per i compagni saranno anche prolifici in termini di gol?
“Non lo so, spero che i miei attaccanti facciano a testa venti gol, ma non so se sarà possibile. Li metteremo nelle migliori sì condizioni per segnare, ma Josef, per quello che l’ho conosciuto vedendolo come avversario è un giocatore che spesso si è trovato davanti al portiere e poi non aveva la lucidità, la serenità e la tranquillità per fare gol, se avesse segnato la metà dei gol che ha sbagliato sarebbe sicuramente arrivato in doppia cifra. Questo è un suo limite che riconosce anche lui, deve migliorare e stiamo lavorando per questo.
Boyè è un ragazzo giovane, fisicamente forte e che si è adattato abbastanza velocemente anche perché il fisico glielo permette ed è una prima punta che all’occorrenza può fare l’esterno poiché ha grande spirito di sacrificio. E’ un giocatore importante e poi vedremo, come tutti gli altri deve crescere”.
La prima impressione che le aveva fatto a Bormio Boyè è stata confermata nel proseguimento del ritiro e in questi giorni a Torino?
“Boyè è un giocatore di grande prospettiva e, come ho detto, è un ragazzo giovane, ha fatto bene, è uno che ha voglia di arrivare, ha fame, si applica. Il problema è che non parla ancora l’italiano e certe spiegazioni le capisce con un po’ di ritardo, però, una volta che ha capito fa quello che gli si chiede, quindi, mi aspetto molto da lui”.
In generale la squadra l’ha soddisfatta? Quanto è successo finora rispecchia quello che si aspettava quando arrivò al Torino?
“Si è visto anche nel pre-campionato che abbiamo fatto delle buone prove e si è visto qualche cosa nel pressing e nel recupero immediato, come compattezza di squadra e organizzazione, ma in tutti questi aspetti c’è ancora da migliorare. L’importante è che i ragazzi si applichino e abbiamo fiducia e siano convinti in quello che fanno. Per questo ci vuole tempo e pazienza, capisco che non sia una cosa semplice in due mesi cambiare mentalità e adottare quello che voglio io per loro che hanno lavorato cinque anni con un certo modulo e con l’allenatore precedente gli chiedeva altre cose. Ci vuole pazienza, anche se io qualche volta ne ho poca, ma devono essere bravi loro a capire subito e fare. Fino ad ora sono contento per quello che hanno fatto e per i miglioramenti che ho visto, però, dobbiamo migliorare ancora tanto”.
Come giudica Barreca, visto che domani molto probabilmente giocherà poiché sono indisponibili Molinaro e Avelar.
“Fa l’allenatore? Ci sono degli infortunati, ma ci sono Gaston Silva e Moretti che possono giocare terzini. Certo lo può fare anche Barreca, vediamo. Sicuramente è un giocatore che in serie B ha fatto bene e anche nel pre-campionato quando ha giocato ha fatto il suo. Deve crescere, ma è uno che si applica e fisicamente, mentalmente e tecnicamente ci può stare in serie A. Deciderò se farlo giocare oppure no, ci sono più soluzioni e un altro allenamento”.
Maxi Lopez ha raggiunto una forma fisica accettabile?
“Visto che era arrivato con un po’ troppo peso adesso lo ha in parte smaltito. Il peso è sempre stato il suo problema, sta molto meglio, ma è nomale, ci mancherebbe che dopo un mese e mezzo stesse ancora come quando è arrivato. E’ migliorato, ma non è ancora al cento per cento per quel che riguarda il suo stato fisico, deve dimagrire ancora. Maxi Lopez è un giocatore che garantisce esperienza e qualità e penso che sia una guida per tutti i ragazzi, è un calciatore importante per noi sotto tutti i punti di vista sia quando gioca sia quando non gioca”.
Conosce il tecnico della Pro Vercelli Moreno Longo che per anni ha allenato nel settore giovanile del Torino?
“Lo conosco di nome”.
Che cosa si aspetta domani dalla Pro Vercelli? Quali possono essere le difficoltà per il Torino?
“La Pro Vercelli verrà qua per fare la sua partita, per vincere e per fare bella figura, come’è giusto che sia e che fanno tutti quelli che affrontano il Torino, sapendo che magari li possiamo mettere in difficoltà, ma lo stesso possono fare loro con noi. Ho visto nella gara con la Reggiana che è una squadra organizzata e se anche mancavano sette titolari alla fine ha vinto tre a uno pur andando in svantaggio. E’ una squadra di tutto rispetto, ma come ho detto noi giochiamo in casa, siamo il Torino e affrontiamo comunque una formazione di serie B, quindi, dipenderà molto da noi. Non si deve sottovalutare mai l’avversario, non ce lo possiamo permettere, e bisogna portare il massimo rispetto, ma se giochiamo come sappiamo penso che alla fine vinceremo noi. Queste sono partite dove si rischia solo di fare brutte figure e noi di brutte figure non ne vogliamo fare. Andiamo e giochiamo e come dice Boscov “si può vincere, perdere e pareggiare”, però, se facciamo le cose per bene ed eseguiamo bene il nostro lavoro penso che abbiamo tante possibilità di vincere, non è una cosa da poco, ma dipende molto da noi”.
Domani sarà la prima partita che conta della stagione e per lei l’esordio ufficiale sulla panchina del Torino, è un po’ emozionato? Ha qualche cosa da chiedere ai tifosi?
“Emozionato non lo so, stavo facendo il conto l’altro ieri e sono da ventinove anni nel mondo del calcio. E’ sempre un’emozione, ma non perché è la prima partita, bensì per la partita in sé come mi è sempre capitato da giocatore e da allenatore, ma cerco sempre di rimanere freddo e lucido e lo farò anche domani. Qualche volta non mi riesce, ma è il mio carattere, purtroppo o per fortuna non ci posso fare niente. Cerco sempre di migliorarmi.
Per quel che riguarda la piazza, noi siamo quelli che devono portare la gente allo stadio e se i tifosi vedono che il Torino gioca, è una squadra che combatte, lotta, non si dà mai per vinta, i giocatori si aiutano reciprocamente, che si va in campo sempre per vincere e si ha coraggio e che ognuno di noi ha dato il massimo quando esce dal campo, che ha la coscienza pulita e che ha dato tutto al di là del risultato, la piazza sarà contenta a prescindere dal risultato. Non dobbiamo mai sbagliare approccio e atteggiamento alla gara, poi, come dicevo prima, si può vincere, perdere e pareggiare, ma l’atteggiamento deve essere sempre corretto, giusto, da combattenti e bisogna sempre dare il massimo, se si fa così la gente lo riconosce”.
conosce”.