Mihajlovic sessista? Problema suo, basta che faccia bene con il Toro
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha la fama di essere sessista poiché considererebbe chi è di sesso femminile inferiore per quel che concerne il mondo del calcio, quindi non qualificato per disquisirne. L’ultima accusa in tal senso è di ieri e a puntare il dito contro Mihajlovic è stato il Codacons, Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori. Il mister granata durante la conferenza stampa dopo la partita con l’Udinese commentando la prova della sua squadra e del differente rendimento dei suoi giocatori a seconda che giochino in casa oppure in trasferta ha detto: “Non si può essere uomini in casa e femmine fuori”. Secondo il Codacons questa frase è sessista e denigratoria nei confronti delle donne e di conseguenza l’associazione ha chiesto una valutazione a Figc, Assoallenatori e Assocalciatori adducendo anche che “nella stagione scorsa in cui era in forza al Milan la squadra lo accusava di non avere personalità. Forse l’allenatore deve fare più autocritica senza offendere le donne con paragoni sessisti”.
Il riferimento a quando era allenatore del Milan tira in ballo altri due episodi, quello del battibecco con la giornalista professionista conduttrice di Mediaset Premium, Mikaela Calcagno, che gli chiedeva spiegazioni relative a una sostituzione che aveva fatto e nell’occasione Mihajlovic aveva risposto: “Perché io faccio l’allenatore e lei fa la presentatrice”. In seguito l’allenatore si era scusato pubblicamente per la risposta data. L’altro episodio, indiretto, fu con Melissa Satta, showgirl, modella e attrice, ospite fissa della trasmissione televisiva Tiki Taka e compagna di Kevin Prince Boateng e in precedenza lo era stata di Christian Veri. La Satta commentando l’esonero di Mihajlovic aveva detto: “Credo che con il nuovo allenatore, Christian Brocchi, lo spogliatoio e tutto l’ambiente rossonero ritroverà la tranquillità. Christian è un grande uomo, con lui ci sarà più serenità”. L’accusa, neppure tanto velata, della compagna di Boateng era che Mihajlovic non fosse l’allenatore giusto per il Milan e così, Valerio Staffelli, inviato di Striscia la Notizia, consegnò il Tapiro all’ormai ex allenatore rossonero che commentò la frase della Satta dicendo: “Non sono razzista, ma le donne non dovrebbero parlare di calcio, perché non sono adatte”.
Un altro episodio incriminato risale a otto giorni fa quando Mihajlovic nella conferenza stampa tenutasi dopo la partita con l’Inter non ha voluto rispondere a una giornalista donna che gli chiedeva se: “Rimetterebbe dall’inizio Iago Falque?”. Lo spagnolo era stato sostituito all’inizio del secondo tempo dopo una prova incolore. L’allenatore aveva così risposto: “Dato che lei è una signora non voglio risponderle in malo modo, quindi saltiamo questa domanda”.
Premesso che chi scrive è una donna, da anni seguo in quanto giornalista il calcio e sto imparando a conoscere Mihajlovic da quando è diventato l’allenatore del Torino e in passato lo avevo incrociato solo qualche volta, prima da calciatore e poi da allenatore. Senza voler assolutamente prendere le parti di nessuno sinceramente potrà anche essere che Mihajlovic consideri le donne non adatte a parlare di calcio poiché nella stragrande maggioranza dei casi non hanno praticato questo sport e non hanno il patentino per allenare, ma in tutta franchezza la cosa è irrilevante giacché ognuno fa il suo lavoro e forse non in tutte le occasioni incriminate le parole dell’attuale mister del Torino sono sessiste poiché è tutto da dimostrare che non sarebbero state pronunciate anche in occasione di risposte date a domande poste da uomini.
Non si sta facendo la difesa di Mihajlovic, sia ben chiaro.
La frase rivolta a Mikaela Calcagno non ha nulla di sessista perché è vero che Sinisa è un allenatore ed è altrettanto vero che Mikaela è una presentatrice, semmai era un modo un po’ troppo brusco per non voler dare spiegazioni sulla sostituzione che aveva effettuato, al più potrebbe dare l’impressione di essere poco rispettoso del lavoro altrui. Per dirla tutta, chi sovente ha modo di partecipare alle conferenze stampa, pre o post partita, di Mihajlovic sa che questo tipo di atteggiamento il mister lo tiene quasi sempre anche se questo tipo di domanda gli viene rivolta da un giornalista uomo. Stesso discorso vale per la mancata risposta alla giornalista sull’utilizzo dall’inizio della gara di Iago Falque. Forse Mihajlovic si sente messo in discussione sulle scelte di chi mandare in campo e poiché gli allenatori sono quelli che per primi, soprattutto nel male, pagano di persona con l’esonero anche colpe altrui, di giocatori o dirigenti, non gradisce che gli vengano rivolte queste domande. I giornalisti, uomini o donne, continueranno a fargliele e lui o non risponderà o lo farà in termini scostanti oppure con il tempo deciderà di dare spiegazioni.
Differente il caso con Melissa Satta, la risposta data da Mihajlovic ha toni sessisti perché l’allenatore dice chiaramente: “Le donne non dovrebbero parlare di calcio perché non sono adatte”. Però anche in questo caso qualche attenuante potrebbe esserci perché quando dice le donne si riferisce a tutte le persone di sesso femminile oppure si riferisce a mogli, compagne, fidanzate, amanti, amiche, figlie, madri, nonne, sorelle, zie e cugine di calciatori? E che magari parlano senza ricoprire un ruolo professionale in qualità di giornalista, calciatrice o allenatrice e che sono soprattutto chiaramente di parte?
Ancora diverso il caso che ha portato il Codacons a chiedere una valutazione delle parole di Mihajlovic da parte degli organi del calcio competenti. “Non si può essere uomini in casa e femmine fuori” si tratta di un vecchio stereotipo: l’uomo incarna la persona forte che comanda e la donna quella debole che subisce. Se avesse detto: “In casa leoni e fuori conigli” qualcuno avrebbe avuto da ridire dicendo che non è giusto considerare i conigli più deboli e quindi inferiori in quanto a forza ai leoni?
Mihajlovic è un sessista? Non saprei, finora a tutte le domande che gli ho rivolto ha sempre risposto, magari già la prossima volta non lo farà, ma la causa dipenderà dal fatto che sono una donna oppure perché gli ho chiesto qualche cosa che non gradiva? O anche perché la domanda non era pertinente? Oppure non essendo io un allenatore e non avendo mai giocato a calcio, se non in qualche occasione nell’ora di ginnastica a scuola o con gli amici in spiaggia o su un prato durante una scampagnata per Mihajlovic non sono persona abbastanza qualificata per disquisire di calcio su tattica, sostituzioni e quant’altro, anche se sono una giornalista professionista e da anni mi occupo di questo sport, quindi, prescindendo se sono una donna o un uomo?
Comunque se Mihajlovic è un sessista il problema è suo perché se la deve vedere prima di tutto con sua moglie, le sue figlie, sua madre e tutte le altre donne della sua famiglia. Per il resto la cosa principale è che svolga al meglio il suo lavoro in modo da fare il bene del Toro.