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Mihajlovic sta forgiando il Torino ma va ascoltato sugli acquisti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Ljajic in cabina di regia, Belotti che ha sempre feeling con il gol e Falque che coniuga sacrificio e intelligenza tattica senza perdere la capacità di andare a rete. In attacco il Torino continua a essere positivo e forse è anche migliore dell’anno scorso perché i suoi uomini d’oro, grazie al nuovo modulo, hanno una maggiore incisività e ne traggono beneficio. Il test con il Trapani è relativo per le due categorie di differenza che ne separano le squadre, ma venendo il Torino al lavoro durante il ritiro non si può non aver notato che il reparto offensivo ha acquisito maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Il punto è trovare l’equilibrio per non creare squilibrio fra i reparti quando gli avversari saranno di livello simile o superiore e mantenere la concentrazione alta in ogni istante altrimenti il rischio di subire gol evitabili come quello rifilato dal Trapani è alta.

Mihajlovic è un allenatore che fa della fase offensiva il punto di forza delle sue squadre e per questo prende rischi superiori che diventano calcolati se ha gli uomini giusti a disposizione. La difesa, o meglio, la fase difensiva, che nello scorso anno è stata il tallone d’Achille della squadra, quest’estate è stata maggiormente curata, ma prevede difensori centrali rapidi e capaci di fare da barriera davanti a Sirigu, che ha il compito di non far rimpiangere Hart, ed esterni alti e bassi votati al sacrificio e idonei ad agire sia nel momento del possesso palla sia in quello del non possesso passando con rapidità mentale dall’interdizione alla costruzione del gioco e viceversa. Per questo il mister continua a chiedere di avere due giocatori per ruolo che abbiano capacità di livello non troppo dissimile. Se per i terzini, tutto sommato, non ci sono particolari problemi con Zappacosta, De Silvestri, Molinaro, Barreca e Avelar per gli esterni d’attacco manca almeno un elemento tenuto anche conto dell’infortunio di Boyè che impone l’utilizzo di Berenguer che è apparso migliorato rispetto alle amichevoli pre-campionato nella gara ufficiale con il Trapani, ma ancora gli manca la brillantezza come ha detto lo stesso mister. Edera è un ragazzo interessante, però, deve ancora crescere e, soprattutto, Falque non ha un sostituto. Concetti espressi chiaramente dall’allenatore e, quindi, inconfutabili. Se a questo si aggiunge che non c’è neppure un vice Belotti si capisce bene che se così dovesse rimanere il reparto o se anche arrivassero rinforzi, ma non di un certo qual livello più che puntare con decisione all’Europa League il Torino dovrebbe sperare che tutto giri per il verso giusto e che le dirette concorrenti facciano peggio.

Con gli arrivi di N’Koulou e di Rincon difesa e centrocampo sulla carta hanno acquisito maggiore spessore, starà, pero, ai due giocatori integrarsi il più velocemente possibile e sfoderare le qualità per le quali sono stati presi. Così come i giovani Lyanco, Bonifazi, Edera e Berenguer devono crescere velocemente passando dall’essere acerbi a meritare la serie A e la fiducia di Mihajlovic. Il più che probabile arrivo di Donsah non deve però precludere quello di un esterno d’attacco così come serve un vice Belotti, dando per scontato che non vada via di qui a fine mercato, che all’occorrenza possa sostituirlo senza farlo rimpiangere troppo altrimenti le lacune evidenziate da Mihajlovic persisterebbero e questo non sarebbe in linea con l’obiettivo Europa League.