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Milan, non solo Ibra: cambio di modulo e nuovi titolari hanno ridato linfa

di Marcello Ferron

Sarebbe facile identificare l'inizio di 2020 abbastanza positivo del Milan con l'acquisto di Zlatan Ibrahimovic. Certamente l'inserimento dello svedese è stato decisivo, garantendo talento, classe e portando quell'esperienza e quel carisma di cui i giovani rossoneri tanto necessitavano. Ma l'arrivo di Ibra, ed in secondo luogo anche di Kjaer, che ha portato esperienza e buona affidabilità anche nel reparto difensivo, non sono le uniche ragioni del rilancio della squadra di Pioli.

Il cambio di modulo, con il passaggio dal 4-3-3 al 4-4-2 ed infine al 4-4-1-1, arrivato dopo il pareggio contro la Sampdoria nella prima gara del 2020, è stato altrettanto decisivo. Con il cambio di modulo e l'arrivo di Ibra, sono infatti stati accantonati Suso e Piatek, due tra i giocatori più discussi della prima parte di stagione e tra quelli con il rendimento più deludente. Lo spagnolo ed il polacco sono usciti totalmente dal progetto con il nuovo modulo, tanto da essere poi ceduti a gennaio. Al loro posto sono entrati prima Castillejo, come quarto di destra di centrocampo, e Leao, come partner di Ibra. Poi, visto il rendimento non ancora costante del giovane portoghese, Pioli ha optato per un nuovo cambio di modulo, con l'inserimento come ala sinistra del centrocampo a 4 di Ante Rebic, che nella prima parte di stagione aveva trovato pochissimo spazio. Il croato, a suon di gol ed ottime prestazioni è invece riuscito ad affermarsi, ed il suo lavoro, sia in fase offensiva che in fase di raccordo, si è rivelato preziosissimo, ed ha permesso a Pioli di poter schierare Calhanoglu nella sua posizione naturale di trequartista. Con l'inserimento in pianta stabile dello spagnolo e del croato, gli arrivi di Ibra e Kjaer, e i miglioramenti sempre più evidenti di Bennacer e soprattutto di Theo Hernandez, il Milan è ripartito, ha infilato 3 successi consecutivi contro Cagliari, Udinese e Brescia in campionato, e, nonostante il pareggio contro il Verona ed il secondo tempo del derby, i progressi dei rossoneri sono risultati evidenti, anche nella sfida di giovedì sera in Coppa Italia contro la Juventus. 

Un Milan in salute quindi, che però rimane una squadra che può essere messa in difficoltà, come hanno dimostrato squadre che sulla carta dovrebbero essere inferiori al Toro, come il Verona e, nonostante le sconfitte, anche l'Udinese ed il Brescia, oltre che gli stessi granata nel match di Coppa Italia. Ma per fermare i rossoneri servirà un Toro molto migliore rispetto a quello visto nelle ultime, disastrose, partite di campionato.