.

Moretti: “Ci sono le basi per fare un ottimo lavoro. Mi terrò stretto il posto”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Il difensore Emiliano Moretti in conferenza stampa ha parlato della nuova stagione e dei primi allenamenti in ritiro.

La squadra è quasi formata, fra i nuovi acquisti chi si sta inserendo più velocemente?

“Siamo partiti con il piede giusto nel senso che la squadra sta lavorando molto bene e si sta creando già un certo affiatamento. I nuovi sono arrivati con la testa giusta e si sono messi a disposizione sia del mister sia del gruppo, quindi credo che in questa prima settimana le basi siano idonee per fare un ottimo lavoro”.

Lei è al Torino da due stagioni ma sembra che lo sia da sempre, come si pone nei confronti dei compagni, soprattutto i nuovi, e sente la responsabilità del “senatore”?

“No, non sento la responsabilità del ruolo perché faccio il mio lavoro cercando di dare sempre il massimo e di andare al cento per cento. Mi metto a totale disposizione e insieme con gli altri che sono qui da tanto tempo ovviamente cerco di fare inserire i nuovi nel gruppo, soprattutto dal punto di vista delle mentalità del lavoro. Questa è la cosa più importante”.

A proposito di mentalità, rispetto agli anni scorsi ha notato qualche variazione oppure c’è una linea di continuità con il passato?

“Credo che la linea sia sempre la stessa, il mister e il suo staff lavorano sempre al massimo e cercano di dare i consigli giusti fin dal primo allenamento. Come tutti gli anni, per me sono un paio, la squadra si è subito messa a disposizione e fin dal primo momento abbiamo lavorato dal punto di vista fisico e da quello tecnico-tattico molto bene”.

Ieri nella prima uscita stagionale si è visto che il modulo è sempre il 3-5-2 e l’abbiamo vista interagire con Avelar. Quali disposizioni vi sta dando Ventura?

“Come primo appuntamento il triangolare di ieri è andato abbastanza bene. Il mister ci aveva chiesto non tanto di andare alla ricerca del gol con azioni personali, ma di cominciare a mettere in pratica le varie soluzioni che avevamo provato durante gli allenamenti, soprattutto perché poi dopo le partite c’è modo di correggersi. Ieri era importante provare certe determinate cose e affinare i rapporti in campo fra noi. In ritiro di tempo con i compagni se ne passa quindi il rapporto interpersonale si crea in maniera molto semplice, però poi bisogna trasferirlo sul campo ed è fondamentale che i nuovi attraverso gli allenamenti e le partite comincino a conoscerci dal punto di vista tecnico”.

Rispetto allo scorso anno forse c’è un po’ meno fantasia sulla trequarti e più dinamismo da parte degli esterni e delle mezze ali, si potrebbe ipotizzare di passare al 3-4-3 con Obi più avanzato e la mediana in linea?

“Questi sono discorsi molto molto tecnici e tattici e per ora, e forse mai, mi competeranno. Ogni anno cambiando qualche giocatore è normale che ognuno apporti le qualità che ha e Obi, come gli altri, lo sta facendo. Noi che conosciamo già le situazioni ci mettiamo del nostro e anche quest’anno cercheremo di tirare fuori il meglio da questo gruppo come abbiamo fatto negli ultimi due anni”.

Sono arrivati tanti giovani, ma lei il posto non avrà sicuramente intenzione di cederlo, vero?

“Io non ho la minima intenzione di mollare il posto, questo e poco ma sicuro. I giovani crescono e sono bravi ed io nel mio ruolo ne ho uno molto bravo, fra l’altro. Non è ancora arrivato in ritiro (Gaston Silva, ndr), ma ci sarà da lottare anche quest’anno, ci sarà da tenersi stretto il posto perché non è così facile e la concorrenza è tanta. Siamo al Torino ed è giusto che sia così. Io farò al cento per cento il mio lavoro e poi di partita in partita sarà il mister a scegliere. E’ bello che ci siano tanti giocatori a disposizione perché la stagione, com’è sempre, sarà lunga ed è importante che il mister abbia a disposizione tante alternative fra le quali scegliere”.

Secondo lei Gaston Silva è più adatto come difensore centrale sinistro o come esterno?

“Secondo me l’anno scorso ha fatto molto bene in entrambi i ruoli, devo dire la verità. Mi piace parlare poco dei singoli, quindi è come se non avessi detto niente (sorride, ndr)”.

Divide la stanza in ritiro con uno dei nuovi?

“No”.

Con chi è in camera?

“C’è la legge sulla privacy”.

Questa mattina verso la fine dell’allenamento c’è stata una sorta di “caccia all’uomo” e tutti rincorrevate Maksimovic urlando, ma che cosa è successo?

“Niente di particolare. Stavamo terminando i giri di corsa a gruppetti e non sapevamo se fare l’ultimo oppure no, abbiamo deciso di farlo e Maksimovic è partito per primo così tutti insieme lo abbiamo seguito”.