Muliari: "Il posto ideale del Museo sarebbe il Filadelfia, ma..."
Giampaolo Muliari, direttore del Museo del Toro, è stato intervistato da TorinoGranata e Radio Beckwith in esclusiva per parlare delle attività di questo esempio di resilienza granata, chiamiamola proprio così che, nel corso degli anni, ha tenuto sempre in alto il valore della parola Toro, anche in tempi molto bui.
Si sa che il Museo dovrebbe trovare spazio all'interno del Filadelfia, ma del lotto due e tre, che dovevano essere costruiti negli anni successivi alla sua inaugurazione, stanno trovando dei gravi ritardi. Per motivi vari, diciamo così. Considerando che la Fondazione non ha ancora trovato il suo presidente.
"Noi non possiamo che ringraziare il comune di Grugliasco per averci concesso Villa Claretta, una location bellissima per mettere su il Museo del Toro. Sono dieci anni che siamo lì. E' vero, appunto, che la sede ideale dovrebbe essere proprio il Filadelfia e speriamo che si realizzi. Un anno fa è stato inaugurato ma poi è calato un certo silenzio sul proseguimento della costruzione degli altri lotti. E' stata restituita un'area alla città, ai tifosi granata, ora però bisogna metterci anche l'anima, altrimenti non è il vero Filadelfia. Noi ricordiamo che il Museo esiste ormai da sedici anni, prima è stato itinerante, e bisogna ringraziare tutti gli appassionati che stanno portando avanti questo progetto da volontari, senza prendere un soldo", ha spiegato Muliari, che di professione fa l'artista e dipinge opere bellissime, molte delle quali raffigurano i grandi personaggi del mondo granata.
Tra l'altro Muliari è milanese, dunque fa molti chilometri per raggiungere Torino, ma lo fa con tanta passione, perchè il Toro è un amore di famiglia, tramandatogli da suo padre e lui, adesso, a suo figlio.
"Il Museo ha cambiato la mia vita, all'inizio, quando era itinerante, abbiamo fatto 45 mostre in 3 anni, è stato un impegno faticoso e anche pesante dal punto di vista economico, ma che ci ha dato tanta soddisfazione, soprattutto a livello umano. Vorrei dare particolare rilevanza alle mostre che sono state fatte in questi anni, che hanno visto protagonisti anche campioni non granata, come Riva e Zanetti, dove abbiamo riscosso molto successo. Posso solo sottolineare la grande umanità dell'ex campione interista, che è arrivato all'inaugurazione della sua mostra addirittura in anticipo e ha stretto la mano a tutti. Un uomo davvero incredibile".
C'è sempre un po' di delusione per cose che andrebbero fatte e ancora non si sono viste, ma permane la speranza: "Consideriamo che gli altri musei in genere hanno il sostegno della società, che ci piacerebbe vedere un Toro che va stabilmente in Europa e un Filadelfia che possa regalare alla gente quanto promesso. Ma noi restiamo fiduciosi, non perdiamo la speranza, considerando tutte le battaglie combattute e vinte nel corso degli anni".