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Nazionale, per Belotti si fa dura

di Federico Danesi

Gufare non sarà eticamente corretto ma è anche nella natura umana. E di questi tempi Andrea Belotti dovrà farlo parecchio se vuole sperare di rivedere la maglia azzurra ben prima degli Europei 2020, ché la concorrenza in nazionale sta diventando decisamente ingombrante anche per lui. In pochi mesi siamo passati dal modulo a due punti centrali, quello caro a Giampiero Ventura che in fondo lui e Immobile li ha conosciuti bene e provati così anche nel Toro, al tridente leggero di Roberto Mancini che nonostante le sue punte finora abbiano reso meno del dovuto ha di che stare tranquillo. L'esplosione, in attesa di conferme con gare più probanti, dello juventino Moise Kean è solo un pezzo del puzzle offensivo, ma intanto è una prima punta che fa concorrenza diretta al capitano granata. Il ct l'ha preso sotto la sua ala protettrice come aveva fatto a suo tempo con Mario Balotelli, che potrebbe sempre ripresentarsi, e poi sempre a fare la boa centrale possono esserci Fabio Quagliarella (che agisce da prima e seconda punta ma pur di trovare un posto di adatterebbe a tutto), c'è Roberto Inglese che anche questa volta è entrato nelle convocazioni, c'è l'ottimo momento di Andrea Petagna che non a caso è nome caldo per sostituire il 'Gallo' nel Toro. Ma visto che il 4-3-3 non è un dogma di fede, ci sono anche in ordine sparso Federico Chiesa e Lorenzo Insigne, Stephan El Shaarawy e Federico Bernardeschi, chi sta spingendo nell'Under 21 come Patrick Cutrone e possibili nuovi inserimenti, senza dimenticare che Barella e soprattutto Zaniolo possono agire come trequartisti offensivi. Tutti, ma non Belotti, al quale potrebbe non servire nemmeno cambiare aria.


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