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Nell’andamento del Torino tutto può essere opinabile ma non i gol

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Già solo avere la differenza reti negativa, anche se il passivo è solo di meno uno, ha un grande significato. Se poi, com’è nel caso del Torino, nelle ultime nove partite, vale a dire da quando è iniziato il girone di ritorno escludendo il recupero con il Sassuolo, il numero di gol ammonta a undici, ma in due match di reti ne sono state segnate sette, quattro al Frosinone e tre al Palermo, che sono, guarda caso, coincise con le uniche due vittorie, vuole dire che nelle restanti sette partite la squadra è andata a bersaglio solo quattro volte. Quando si ha una media reti a partita inferiore all’uno, esattamente 0,57, per più della metà delle gare disputate non c’è da stupirsi che i punti conquistati siano pochi, in quelle famose sette partite quattro, e che si resti inchiodati nella parte destra della classifica.

Nel calcio i gol contano eccome, i punti non sono assegnati in base alla prestazione, ma dipendono direttamente da quante volte s’insacca la palla nella porta avversaria e da quante volte si evita che finisca nella propria. Il numero delle occasioni da gol create conta fino a un certo punto se poi non si concretano in reti, infatti, per perdere una partita basta che gli avversari creino anche solo un’occasione da gol e la realizzino a fronte di tante occasioni e nessuna rete. Non si tratta di banalizzare, bensì di essere realistici. Nel girone d’andata, quando l’involuzione del Torino non si era ancora evidenziata e incancrenita dopo nove giornate i gol fatti erano tredici e quelli subiti dodici e i granata solo con il Chievo e la Lazio non avevano segnato, mentre nel ritorno hanno raddoppiato quest’ultimo dato e sono usciti dal campo senza far registrare sul cartellino dei marcatori nessun gol a favore con Fiorentina, Verona, Carpi e Milan. E i quattro punti in più nelle prime nove gare della stagione rispetto a quelli conquistati nello stesso numero di partite nel girone di ritorno sono figli di queste situazioni.

Nelle ultime dieci partite della stagione, a iniziare da quella di domenica con il Genoa, il Torino dovrà fare meglio di quanto fece nel girone d’andata. Allora realizzò dieci reti e ne subì dodici incamerando nove punti, solo con Atalanta e Bologna mantenne inviolata la propria porta e in ben tre gare, con Inter, Udinese ed Empoli, non riuscì a segnare. E’ evidente che se in questo finale di campionato la squadra di Ventura conquistasse nove punti sarebbe ampiamente salva poiché raggiungerebbe quota quarantadue, però non muterebbe di una virgola l’andamento della stagione che sarebbe ampiamente sotto le aspettative. Pensare a un cambiamento radicale e repentino del trend è esercizio arduo, ma almeno migliorare un po’ dovrebbe essere cosa fattibile.