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Nervi saldi e cuore impavido servono al Torino per battere il Cagliari

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Davide Nicola

Ciò che ha caratterizzato il Torino nell’ultimo lungo periodo è stato non riuscire a presentasi nei momenti cruciali con quella grinta e determinazione che fanno buttare il cuore oltre l’ostacolo e raggiungere l’obiettivo. Solo nelle gare con Udinese, Brescia e Genoa, vittorie che furono determinanti l’anno scorso per la salvezza, i granata guidati da Moreno Longo, uno che il Toro ce l’ha nel dna, furono capaci di non farsi sopraffare dalle paure che troppe volte hanno impedito di gestire le partite e di conseguenza li hanno portati a dilapidare punti oppure a non ottenerli arrendendosi agli avversari. Prova ne è che dopo quelle tre vittorie in questa stagione ne sono arrivate soltanto altre due. È vero che ci sono stati tanti pareggi, ma è evidente che non bastano altrimenti il Torino non si troverebbe al quart’ultimo posto e a dover affrontare il Cagliari in uno scontro diretto per la salvezza quando ancora mancano sedici partite alla fine del campionato.

Adesso alla guida del Torino c’è un altro allenatore, Davide Nicola, che sa che cos’è lo spirito Toro e al quale non manca la risolutezza indispensabile ad ottenere ciò che ci si è prefissati. In campo Nicola c’è, ma deve stare nell’area tecnico e sono invece i giocatori che sul terreno di gioco devono tramutare lo spirito Toro che l’allenatore sta provando a infondere loro da suo arrivo il 19 gennaio scorso. La partita di venerdì sera con il Cagliari sarà quindi un banco di prova fondamentale per comprendere se la squadra ha capito veramente cosa serve per tirarsi fuori con le proprie forze e non grazie ai demeriti altrui dal vortice nel quale è piombata più di un anno fa.

Il Cagliari è molto più in difficoltà del Torino, infatti, ha perso otto delle ultime nove partite, l’ultima vittoria risale al 7 novembre  e ha segnato un solo gol nelle ultime sei gare. Il Torino in fin dei conti ha pareggiato otto delle ultime dei partite, anche se manca all’appuntamento con la vittoria dal 3 gennaio. I granata quindi partono favoriti, ma starà a loro far sì che il pronostico non finisca per essere sovvertito. Tornare dalla Sardegna con i tre punti è quello che si chiede e si pretende dal Torino. Un pareggio non sarebbe più di tanto soddisfacente e una sconfitta non è neppure contemplabile. I giocatori del Torino dovranno dimostrare di saper gestire la pressione e la responsabilità senza farsi prendere da quelle paure, paure poi di che cosa, che hanno caratterizzato frenando troppe volte le loro performance. Prima che con il Cagliari il Torino è chiamato a vincere la sfida con se stesso dimostrando di avere nervi saldi e cuore impavido.


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