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Nessuno si fida della Juve: “Maestri in resurrezioni”. Il precedente del 2015

di Emanuele Pastorella

Se Atene piange, Sparta non ride. E sotto la Mole la situazione è esattamente questa: la Juventus è in un periodo disastroso, ma anche il Torino ha le sue nette ed evidenti difficoltà. Sono in zona offensiva, con appena otto gol segnati in undici partite, e per quel che riguarda i risultati, con l’ultima vittoria che risale al 5 settembre. E all’Olimpico Grande Torino, teatro della stracittadina di domani pomeriggio, la media realizzativa si abbassa ulteriormente con due reti in quattro gare. Inoltre, c’è da considerare anche il dato relativo ai derby: dal 1995 ad oggi è arrivata soltanto una vittoria, con Urbano Cairo presidente sono state subite venti sconfitte in 26 confronti con i bianconeri.

L'incubo del 2015
Nella piazza granata, la speranza si sta trasformando sempre più spesso in rassegnazione, e peggio va la Juve, peggiori sono le sensazioni del mondo Toro. Perché da questa parte del Po si vive un pessimismo quasi cosmico, come d’altra parte si legge sui social. Il tenore dei messaggi, dei pensieri, degli umori è condiviso dalla maggioranza della piazza: il Toro è maestro in resurrezioni, a maggior ragione quando si tratta della Juve. E il precedente del 2015 è un incubo per i granata e un sogno per i bianconeri: anche all’epoca Allegri arrivava da un avvio disastroso e da un ritiro punitivo post sconfitta di Sassuolo, poi il successo nel derby aprì la striscia di 15 vittorie consecutive e avviò la squadra alla conquista del quinto scudetto di fila. Ma c’è anche chi prova a guardare con ottimismo alla stracittadina di domani, puntando più che altro sulla cabala: ci sono riusciti poche settimane fa il Monza, l’anno scorso il Genoa e l’Empoli, nel 2021 il Benevento, perché per una volta non può toccare al Toro? Tra fiduciosi e catastrofisti, il popolo granata prova a sognare: questo lo possono fare proprio tutti.