Non solo Toro per Praet: un'italiana pronta alla seconda offensiva
Soddisfacente la sua stagione di debutto in Premier League dal punto di vista dei risultati di squadra, con un quinto posto conseguito dal Leicester City, davanti a nomi del calibro di Arsenal, Tottenham, Everton, Wolverhampton. Un po' meno dal punto di vista individuale: Dennis Praet, approdato tra i Foxes, via Sampdoria, la scorsa estate, non è riuscito a ritagliarsi un posto di primo piano alla corte di Brendan Rodgers. A tal cagione, si sussurra sempre più fragorosamente, la sua volontà di lasciare le "Volpi" d'Albione, e di far ritorno in quel calcio italiano solcando i cui terreni verdi era riuscito ad acquisire un ottimo status, oltre a una presenza più o meno permanente nel giro della nazionale maggiore belga.
Praet ha lavorato fruttuosamente insieme a Marco Giampaolo, per tre intense stagioni in blucerchiato, e al Toro l'idea di portarlo in squadra, come box-to-box universale, da utilizzare sia come mezzala sia - all'occorrenza - come trequartista, persino sperimentandolo come vertice basso del rombo giampaolino, non dispiace affatto. Naturale che il classe '94, ventisei anni compiuti lo scorso 14 maggio, possa essere tentato dalla prospettiva di tornare a lavorare con il suo mentore al timone. Ma appare addirittura più convinta a farlo suo, oltre che più attrezzata dal punto di vista finanziario, la solita Fiorentina, rivale di mille battaglie di mercato.
Quasi venti i milioni di euro investiti dal Leicester, poco più di un anno fa, per il cartellino di Praet; il diritto di riscatto, apposto all'accordo per il prestito per mezzo del quale l'ex-Anderlecht tornerà probabilmente a cavalcare le burrascose onde della Serie A, dovrà essere all'altezza. Ed è in questa direzione che la Fiorentina, già nella giornata di oggi, sembra volersi muovere. Intorno ai tre milioni di euro il suo attuale stipendio, cifra decisamente più nel range viola che in quello granata. Proposta di non obbligatorietà dell'opzione, che può star bene anche al Leicester, considerando il contratto in essere ancora valido per quattro stagioni, e la volontà del club inglese di valorizzare, in ogni caso, il proprio capitale umano, persino nella prospettiva di reintegrarlo nel progetto a distanza di un anno. Il Toro, intanto, si prepara a giocare "di rimessa", a meno che non si chiuda prima per uno degli altri obiettivi, quasi tutte piste più facilmente percorribili.