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Non tutto è perduto, ma sarà molto dura

di Elena Rossin

La partita con l’Atalanta va subito archiviata, ma bisogna partire dal gioco prodotto in campo. Un gioco, che è vero non ha portato il risultato sperato, la vittoria, e nemmeno quello che sarebbe stato più giusto, il pareggio - come molto onestamente hanno ammesso anche Colantuono, Peluso e Bonaventura nelle dichiarazioni del dopo partita -, ma pur sempre un gioco dignitoso. Se si vuole recriminare si deve pensare a tutte quelle partite dove il gioco prodotto ieri sera non c’è stato e di conseguenza a quei punti colpevolmente non conquistati in quelle occasioni.
 

“Lavorare solo questo bisogna fare” dichiarava, con un rauco filo di voce, Lerda a fine partita. Esatto. Perfetto. L’allenatore è stato contestato a gara in corso con sonori fischi per il cambio Gabionetta-Lazarevic, mentre i tifosi avrebbero preferito veder fuori Sgrigna - come è avvenuto un po’ dopo – e il “Bimbo” in campo a continuare le sue incursioni sulla fascia che costringevano al fallo l’avversario per fermarlo. E poi anche a fine partita con cori “Lerda, Lerda vaffa…..” è stato individuato come il colpevole dell’ennesima sconfitta, la decima, e del rendimento non all’altezza dei giocatori durante la stagione. A Lerda i fischi e i cori hanno fatto e fanno male, ma il ruolo di parafulmine continua e continuerà a farlo volentieri e con la consapevolezza di agire per il bene del Toro. Parafulmine comodo a troppi nel Torino, che così evitano di assumersi le colpe che invece dovrebbero dividere con il mister. Intanto poi, alla fine, se non già nel corso di questo campionato, sarà lui a pagare: se si rimane in B sarà cacciato perché non ha raggiunto l’obiettivo ed è inviso alla piazza e se si dovesse andare in A pure, perché manca di esperienza per la massima divisione e, se non a giugno, molto probabilmente alle prime difficoltà che dovesse incontrare nella prossima stagione. Questo è il calcio, bellezza.
 

Mancano tredici giornate alla fine e in palio ci sono trentanove punti e il Toro è sesto in classifica seppur in coabitazione con il Pescara. L’ultimo posto utile per i playoff c’è e l’imperativo categorico è conservarlo allenandosi con massima diligenza e giocando con la stessa determinazione con la quale si è scesi in campo contro l’Atalanta. Di qui a fine campionato partite alla portata ce ne sono, tutte sono alla portata anche quella con il Siena che non è superiore ai bergamaschi. Vincerle tutte è utopico, ma conquistare molti punti, a partire da lunedì contro il Vicenza, e riuscire a risalire oltre il sesto posto è possibile, basta che i giocatori lo vogliano, le capacità per farlo le hanno, lo si è visto ieri sera: ci mettano la professionalità, nessun alibi è ammesso.
 


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