Ogbonna: "Molti fattori possono legarmi o slegarmi dal Toro"
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Un’emozione speciale per Lei che è da tanti anni al Torino?
“Un’emozione speciale no, la giusta emozione e meno male che abbiamo chiuso il discorso serie A prima dell’ultima giornata, perché rimanere con l’acqua alla gola fino alla fine sarebbe stato brutto, cioè non brutto, però vivere con l’ansia non è piacevole. L’emozione sta nell’essere riusciti a riportare il Torino in serie A, ma non siamo ancora riusciti a vincere tutto il campionato, la soddisfazione più grande è proprio quella di vincere il campionato”.
Oggi indossava la fascia da capitano ed è arrivata la serie A, un motivo di piccolo orgoglio?
“No, queste statistiche le lascio ai giornalisti. L’ho sempre detto che la fascia da capitano è un simbolo societario, a me non interessa perché io rimango capitano come lo sono tutti gli altri dieci compagni che sono in campo”.
A quando un gol di Angelo Ogbonna?
“Non lo so, ci ho provato anche quest’anno, ma non ci sono riuscito, non fa niente (la voce è un po’ delusa, ndr)”.
Magari il gol arriverà con la Nazionale.
“(Gli si illuminano gli occhi e sorride, ndr) Me lo auguro”.
Nelle gare in casa avete conquistato cinquantadue degli ottantadue punti, si può parlare di effetto Olimpico?
“Sì, era quello che ci eravamo ripromessi ovvero di riportare la gente allo stadio e ci siamo riusciti e oggi abbiamo sperato fino all’ultimo secondo di poter vincere questa partita e di festeggiare già la serie A. Siamo contenti e viviamo questo momento il meglio possibile”.
Questa al momento è la soddisfazione più grande della carriera, ma l’attende un’estate fantastica per un giovane calciatore come lei.
“E’ una bella soddisfazione, sono contento, ma non mi accontento (ride, ndr) non voglio essere presuntuoso, però cerco sempre di trovare altri stimoli e naturalmente lo stimolo più grande arriva domani: quello che si deve ancora affrontare e mi auguro di poter combattere nel migliore dei modi per ottenere un posto in Nazionale per l’Europeo e di ritagliarmi un piccolo spazio anche lì e poi quando finirà vedremo quale sarà il mio futuro. Io dalla Nazionale non mi aspetto niente, magari devo ottenere qualche cosa, ma dipende da me. E’ come la promozione in serie A che siamo riusciti ad ottenerla noi e anche a riportare la gente allo stadio a vivere certe emozioni e mi auguro che ce ne siano sempre di più”.
Sabato con l’AlbinoLeffe non ci sarà perché affronterà un’altra avventura andando in ritiro con la Nazionale.
“Sì, infatti ho fatto tutto il possibile per festeggiare oggi, però se devo dire la verità vorrei vincere anche la gara con l’AlbinoLeffe per alzare la coppa e dare un segnale a questo campionato perché ce lo siamo meritato dal primo giorno”.
Per lei è stata particolare questa stagione in quanto è stato oggetto d’interesse di grandi club non solo italiani e invece è rimasto al Torino?
“E’ stato il confronto con Ventura che mi ha permesso di fare determinate scelte rimanendo a Torino e di vivere con grande serenità questo campionato, perché il mister mi ha messo davanti al fatto di poter conoscere anche altre soluzioni per quel che mi riguardava, così è stato e non ho niente da recriminare”.
Il merito della sua esplosione definitiva come calciatore è anche di Ventura?
“Sì, Ventura ha un merito grande. Ho un ottimo rapporto con lui che mi ha sempre stimolato, magari con lui ho avuto poco dialogo, ma non ce n’era bisogno perché i suoi occhi parlavano e mi ha trasmesso delle conoscenze che ho potuto sfruttare nel migliore dei modi, poi c’è sempre da migliorare e vorrei farlo”.
Questa piazza merita di tornare a un livello superiore?
“Questa è una grande piazza e può ritornare anche a grandi livelli, ma ci vuole la disponibilità di tutti non solo di noi calciatori. Noi ci abbiamo messo del nostro, ma meno pressioni ci saranno e più riusciremo a viverle con naturalezza. Il nostro artefice di quest’anno è stato il mister che con le sue spalle larghe è riuscito a sopportare tutte le pressioni dei media e ci ha scaricato dalle responsabilità, per questo mi auguro che l’anno prossimo non ci siano pressioni: se vinciamo una partita non si dica che il Torino è da Champions League o se ne perdiamo una che si torna in serie B”.
C’è la sua disponibilità a riportare questa piazza ai livelli che merita?
“Io guardo al futuro attuale che è la convocazione in Nazionale, al futuro con il Torino in serie A sinceramente non ci sputo sopra, però ci sono molti fattori che possono legarmi o slegarmi, ma nonostante ciò, come ho sempre detto, essendo giovane non posso dichiarare amore alla prima cosa che mi può fermare. Io vivo la mia vita a trecentosessanta gradi e quello che mi viene davanti cerco di valutarlo nel migliore dei modi”.