Ok all’Immobile bis, ma serve anche un centrocampista al Torino
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
E’ a un passo il ritorno di Immobile al Torino e trovato l’accordo con il Siviglia e con il Borussia Dortmund, che è il detentore del cartellino dell’attaccante, grazie all’agente del calciatore, Alessandro Moggi, l’intesa per l’ingaggio non sarà un problema, anche se Ciro oggi percepisce due milioni di euro più bonus. Per la questione bonus l’accordo vale fra Immobile e il Siviglia, quindi semmai sarebbe da rinegoziare, ma, vista la reciproca convenienza del nuovo matrimonio, il problema non dovrebbe sussistere. Per quel che riguarda la parte fissa dello stipendio, il venirsi incontro tra le parti è scontato. Il Torino farà una deroga al tetto ingaggi e Immobile, che ha bisogno di rilanciarsi e giocarsi le ultime chance, a suon di gol, per convincere il commissario tecnico Conte a inserirlo nella lista dei convocati per l’Europeo, verrà incontro al club granata accontentandosi di un po’ meno. Salvo intoppi e dopo che il Torino avrà sistemato altrove qualche attuale giocatore, ricordarsi che le rose sono bloccate a venticinque giocatori, il ritorno di Immobile potrà essere ufficializzato con la formula del prestito oneroso, circa un milione di euro e la possibilità di riscatto da parte del Torino fissata sugli otto circa.
Se dal punto di vista delle trattative le possibilità sono alte per l’Immobile bis, il discorso si apre al campo. Prima di tutto nessuno deve investire Ciro della responsabilità di salvatore della patria, sarebbe scorretto nei suoi confronti e forse poco utile al Toro, poi va ripensato tutto il reparto offensivo e infine, ma non da ultimo, è indispensabile che Ventura disegni la squadra e la faccia giocare in modo che Immobile e chi lo affiancherà in attacco siano messi nella condizione di segnare, quindi è fondamentale un centrocampista che crei la superiorità numerica nei pressi delle aree avversarie.
Immobile non può fare miracoli. Due stagioni fa Ciro diventò il capo cannoniere della serie A perché fu messo nella condizione di farlo e l’apporto di Cerci fu fondamentale e in squadra c'era anche un certo Darmian perché il reparto offensivo non annoverava chissà quali altri attaccanti avvezzi al gol, infatti, c’erano Barreto, Larrondo e Meggiorini, e anche il centrocampo non era formato da fenomeni, ma da onesti calciatori che facevano quanto potevano, Basha, Barusso, Bellomo, Brighi, El Kaddouri, Farnerud, Gazzi, Kurtic, Tachtsidis, Vives e Vesovic oltre ovviamente a Cerci. Bisogna anche ricordare che Bellomo e Brighi furono ceduti a gennaio, con anche D’Ambrosio e arrivarono nella stessa sessione di mercato Barusso, Kurtic, Tachtsidis e Vesovic e che Larrondo stette fuori per infortunio molto a lungo e che Farnerud si ruppe il crociato a metà aprile.
Oggi Immobile si ritroverebbe con Quagliarella, Amauri e Martinez, se restano, Belotti, e Maxi Lopez e a centrocampo Peres, Zappacosta, Acquah, Benassi, Vives, Gazzi, anche lui se resta, Prcic, Baselli, Farnerud, Obi, Molinaro e Avelar e con Obi tuttora infortunato e Farnerud e Avelar da poco guariti e arruolabili. Per Ventura si profilerebbe il dover trovare il partner giusto per Immobile, tenendo conto che Belotti, costato ben otto milioni di euro in estate, non può essere svalutato, anzi, va rivalutato perché un solo gol segnato finora è troppo poco. Che ci sono problemi ambientali con Quagliarella e che Amauri ormai è fuori dal progetto tecnico da tempo, Martinez spreca sotto porta una quantità d’occasioni incredibile e che Maxi Lopez non è in forma fisica. In più Acquah, Benassi, Baselli e Prcic vanno aiutati nel percorso di crescita e c’è da gestire il dualismo Peres-Zappacosta e anche quello sull’altra fascia fra Avelar e Molinaro.
Ci vuole sicuramente chiarezza da parte della dirigenza e dell’allenatore su chi mandare via e su come gestire chi rimane e trovare il centrocampista che faccia la differenza. Lo si è detto e ridetto fino alla nausea: deve saper dettare i tempi del gioco sia in fase offensiva sia in quella difensiva portando la squadra ad avanzare il baricentro e creando la superiorità numerica a ridosso delle aree avversarie e che abbia un rendimento costante, è scontato, ma meglio ribadirlo.
Il bene del Torino è nelle mani di Cairo, Petrachi e Ventura e saranno giudicati per questo, la situazione è difficile, ma non compromessa, si accantoni pure ogni sogno europeo, però, si ridisegni la squadra senza tergiversare perché il campionato intanto continua e si cambi il gioco subito in modo da concludere la stagione ponendo solide basi per la prossima.