Pallone a 8 millimetri - "Amore, bugie & calcetto"
NOTA BENE: questo articolo è spoiler-free, almeno per quanto riguarda gli snodi principali della trama.
Tra lo sports movie e l’underdog story, tra la commedia degli equivoci e il dramma camera&cucina tutto italiano, “Amore, bugie & calcetto” è una gradevole pellicola del 2008. Luca Lucini, al terzo lungometraggio in carriera (il primo fu “Tre metri sopra il cielo”, del 2004, popolarissimo tra gli adolescenti dell’epoca), che, in collaborazione con Fabio Bonifacci (“Lezioni di cioccolato”, “Diverso da chi?”, “Benvenuti al Nord”, tra i suoi lavori più noti), firma anche soggetto e sceneggiatura, intessendo una storia capace di tener vivo l’interesse dello spettatore, per quanto non priva di qualche passaggio piuttosto prevedibile e telefonato.
Guidati (innanzitutto spiritualmente) dal Mina, ex-calciatore di Serie C, riciclatosi come giornalista sportivo, i membri di una squadra di calcio a cinque dilettantistica si destreggiano, tra l’appuntamento settimanale sul terreno verde, e l’intramontabile binomio drammaturgico di gioie&dolori della normale quotidianità.
Narratore interno della storia, con tanto di voce fuori campo, il suddetto Mina, interpretato da Giuseppe Battiston (non nuovo a film a sfondo calcistico), percorre accuratamente la strada solcata da vizi e virtù dei suoi sodali. Emergono così alcune delle maschere più iconiche, tra quelle reperibili il martedì sera sui campi da calcetto della Penisola: dal proprietario di ditta avviata in piena crisi di mezza età, al giovane padre in difficoltà nel mantenere l’equilibrio tra lavoro, famiglia, e nostalgia della fanciullezza e della spensieratezza; dagli amici d’infanzia che la vita adulta ha collocato su strade divergenti, allo stronzo patentato (che il Mina bollerà come tale con le parole di Nereo Rocco, “in campo come nella vita”). Passando per il Venezia, incorreggibile talento inesploso sempre in cerca di un dribbling di troppo, principale comic relief della vicenda. Che di comico in senso stretto, tutto sommato, nonostante la presenza nel cast di Claudio Bisio e di Angela Finocchiaro, ha abbastanza poco.
C’è anche un po’ di Toro (a parte, potrebbe pensare qualche maligno, i sanguinosi palloni persi dal succitato dribblomane maldestro), in “Amore, bugie & calcetto”: nella squadra degli Old Boys, la partita contro la quale è l’Oggetto del Desiderio greimasiano, il Santo Graal narrativo dell’opera, gioca anche Ruggiero Rizzitelli. Compagni di squadra eccellenti del bomber granata di metà Anni ‘90, Totò Schillaci, Stefano Tacconi, Ivano Bonetti, Graziano Mannari, allenati di Gigi Maifredi. Restiamo, come promesso, spoiler-free, evitando di rivelare i dettagli del cameo multiplo.
PERCHÉ GUARDARLO - Benché non manchino i cliché della commedia nostrana al sapor di dramma, con dialoghi talora al limite del didascalico, l'interpretazione di Giuseppe Battiston, attore di rango in un cast corale di onesti mestieranti del cinema, impreziosisce una vicenda che certamente non grida al capolavoro, ma che nel suo svolgimento trova comunque una vivacità superiore alla media del genere. Il calcio - anzi, calcetto - giocato, inoltre, trova discreto spazio: numerose, e ben girate, le sequenze in cui i nostri si cimentano palla al piede.
CITAZIONI MEMORABILI
- Venezia: “Tu sei un grande mister, un grande mister! È per questo che accetto il verdetto della panchina!”
Mina: “La finisci di parlare come i calciatori in tivù? Mi dai ansia, non lo sopporto!”
- Mina: “La finale con gli Old Boys non è proprio la felicità...ma ci somiglia”