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Paolo Archetti Maestri (Yo Yo Mundi): "Belotti ha riportato i bambini a tifare Toro. Per questo mi auguro rimanga"

di Marina Beccuti

Paolo Enrico Archetti Maestri è la voce e il leader del gruppo musicale (ma molto altro) degli Yo Yo Mundi. Non solo musica, ma molto altro, nel loro viaggio nel sociale e tra i diritti umani. Recentemente hanno vinto il Premio Musica e Cultura di Cinisi, intitolato a Peppino Impastato, ammazzato dalla mafia quarant'anni fa. In estate porteranno avanti un progetto teatrale insieme a Lella Costa, come dire che la cultura e il non tirarsi indietro rispetto ai fatti della vita italiana accompagnano sempre il gruppo alessandrino di origine.

Paolo però ha un'altra grande caratteristica, spesso prerogativa di un uomo di cultura che ama anche riflettere, essere tifoso granata. Un amore viscerale.

TorinoGranata e Radio Beckwith l'hanno intervistato per capire cosa pensa un personaggio così ricco di emotività della stagione del Toro, senza dimenticare che un anno fa veniva riaperto, dopo tante vicissitudini, il Filadelfia. Che però manca ancora della sua anima, essere aperto tutti i giorni ai tifosi.

"Il Fila è la casa del Toro per tutte quelle anime che fanno parte di questa idea. Il Fila ha il significato di stare insieme, come ai vecchi tempi, quando si poteva fare anche un pezzo di strada insieme ai giocatori", ha detto a proposito Paolo.

Quest'anno il Toro ha vissuto anche l'esonero di Mihajlovic. Un allenatore che piaceva molto ai tifosi: "In effetti lo consideravamo un allenatore da Toro. Anche se a volte sbagliava atteggiamento, come non sapere chi era Anna Frank. Però sapeva caricare l'ambiente, anche se magari poi, sotto il profilo tecnico, scendeva in campo senza portare a casa il risultato, come nei derby. Mazzarri è diverso, tecnicamente è molto bravo, magari non è particolarmente grintoso, ma sa preparare meglio le partite. L'andamento troppo altalenante di Miha ha portato alla decisione dell'esonero".

Sarri piace molto ai tifosi del Toro, adesso è libero, anche se lo sarà per poco tempo: "Se non fosse arrivato Mazzarri, avrei preferito vedere sulla panchina del Toro un ex come Nicola, Stellone o Longo, a dire il vero. Mi piacerebbe vederli un giorno sulla panchina del Toro".

Tra i giocatori su chi punteresti per il futuro? "Sicuramente Belotti e Ljajic. Soprattutto il primo ha riportato la passione, in particolare tra i bambini, che tifano Toro per lui, magari anche quando in famiglia non sono granata. Mi piace Sirigu, un portiere che ha fatto la differenza, così Ansaldi ha fatto una bella stagione e Berenguer si è ripreso nel finale".

E di Cairo cosa pensi? "E' difficile dare un giudizio preciso. Il calcio è cambiato, mentre i tifosi granata sono rimasti ancora legati ad un certo romanticismo. Ci sono gli anti Cairo e chi invece, non vedendo altri imprenditori all'orizzonte, pensano che sia il migliore".

Quanto è stato importante vincere il Premio della Cultura a Cinisi?

"Molto bello, anche perchè è stato dato a noi e ad Ascanio Celestini. In più ci siamo esibiti nel quarantennale dell'uccisione di Peppino Impastato. Noi vogliamo essere sempre attenti a non suonare solo per noi stessi, ma dare un messaggio preciso, soprattutto in questo periodo dove imperversa tanta cattiveria".

Gli Yo Yo Mundi avranno una serie di impegni per tutto l'anno, ma c'è anche spazio per un nuovo album e qualche nuovo video. Sempre all'insegna della cultura e dell'impegno civile. Da veri granata.


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