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Pari a Brugge con un super Gillet e parecchi giovani in campo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Dopo vent’anni il Toro è tornato nell’Europa che conta e ha strappato un pareggio al Club Brugge. I granata non hanno preso gol grazie a uno strepitoso Gillet che dopo il forzoso stop dovuto alla squalifica ha dimostrato di essere sempre Le Chat e che a trentacinque anni fa la differenza, però il rovescio della medaglia c’è stato perché nessuno ha realizzato un gol, non è bastato che in campo ci fossero Quagliarella e Amauri. Un buon punto quello strappato dal Torino? Forse alla luce anche della vittoria del Copenaghen sull’Hjk Helsinki (due a zero), ma si potrà dirlo con certezza fra qualche partita considerando che accedono ai sedicesimi le prime due squadre del girone.

 

Ventura ha mandato in campo parecchi giocatori giovani e da poco arrivati al Torino: Jansson, Gaston Silva, Benassi e Sanchez Miño ai quali vanno aggiunti in quanto neo-granata gli esperti Amauri e Quagliarella che però non hanno ancora un’intesa perfetta. Formazione quindi parecchio inedita e che non poteva contare su automatismi e conoscenza approfondita del gioco che vuole Ventura. Gillet, Darmian, Molinaro e Gazzi hanno avuto il compito di dare equilibrio e in più di un’occasione hanno tamponato falle che avrebbero potuto costare molto care, anche Maksimovic aveva questa incombenza, ma non è stato sempre brillante, forse sta pagando l’infortunio che ne ha condizionato la preparazione estiva, però il suo stato di forma non ottimale ha costretto Darmian a troppi ripiegamenti non lasciandogli sufficiente libertà in fase propositiva. Anche Molinaro è stato frenato nelle incursioni offensive poiché ha dovuto aiutare Gaston Silva cercando di non fare arrivare troppe volte gli avversari a tu per tu con l’uruguaiano. Gazzi, come già aveva fatto con l’Inter in campionato, ha disputato una grande partita fatta di tanta corsa e recupero di molti palloni cercando anche di dare il via alla manovra offensiva quando ne aveva l’occasione.   
Il punto più dolente è stato che la squadra era spaccata in due con la conseguenza che ha faticato a sviluppare il gioco e quando il Brugge ha aumentato il ritmo, per lunghi tratti parecchio blando, il Torino è andato in difficoltà. Non sempre i passaggi sono stati precisi e qualche retropassaggio a Gillet è stato particolarmente azzardato con la palla che rimbalzava davanti al portiere costringendolo a intervenire tempestivamente e per fortuna sempre efficacemente. Jansson ha dimostrato che per fisicità e personalità è sulla strada giusta per diventare un buon difensore centrale. Gaston Silva forse ha pagato il debutto in granata, ma ha commesso parecchi errori e ha ancora bisogno di tempo per capire che cosa Ventura vuole da lui in campo, quindi Moretti almeno nel breve-medio periodo dovrà fare gli straordinari. Benassi ha alternato giocate interessanti ad altre non precise non riuscendo sempre a spingere quanto avrebbe potuto e anche in fase di copertura qualche volta ha patito l’avversario. Sanchez Miño ha iniziato discretamente dimostrando di avere qualità però è andato in calando e ha sbagliato qualche appoggio di troppo. Quagliarella e Amauri hanno profuso impegno ed è evidente che hanno voglia di essere utili alla causa, ma la loro intesa non è ancora vincente, a loro parziale discolpa va detto che la squadra era come divisa in due blocchi la difesa e l’attacco e se i due attaccanti non sono sorretti da un gioco che li metta di più nella condizione d’incidere finiscono per non riuscire a fare la differenza.

 

Il Brugge malgrado gli infortuni in attacco con Gedoz, Vazquez e Izquierdo ha tenuto parecchio in apprensione la retroguardia del Torino che ha rischiato in più occasioni. 5’ Gillet in uscita anticipa Gedoz. 28’ su sviluppo da calcio d’angolo Duarte ha costretto Gillet all’intervento in due tempi e poi Darmian ha spazzato via.  30’ con le ginocchia l’estremo difensore granata ha respinto un tiro di Vazquez servito da Gedoz che aveva portato via la palla a Gaston Silva dopo un retropassaggio sbagliato. 74’ tiro velenoso di Storm e parata salva-risultato di Gillet. Senza dimenticare che al 59’ Gazzi è stato provvidenziale in un recupero in area su Gedoz servito da Vazquez, se il rosso mediano non avesse anche con il corpo bloccato la palla il rischio per il Torino di andare in svantaggio sarebbe stato altissimo per non dire quasi certo.
I granata hanno provato a segnare, ma la mira continua ad essere difettosa e Ryan non ha dovuto quasi effettuare parate e mai importanti. 2’ Quagliarella ci ha provato dalla distanza senza inquadrare la porta. 10’ Jansson di testa non è riuscito a colpire bene la palla su calcio d’angolo di Sanchez Miño. 14’ Quagliarella ha tirato troppo centralmente dopo un bello scambio con Amauri. 17’Amauri tenta la rovesciata in mezzo all’area e poi Molinaro prova a sorprendere Ryan con un tiro non troppo impegnativo. 52’ Sanchez Miño aggredisce lo spazio e riceve una bella palla da Quagliarella però il tiro del neo-oriundo italiano finisce anche se di poco oltre il palo. 83’ Martinez prova il tiro dalla distanza, ma la palla è altissima sopra la traversa. 89’ El Kaddouri ci prova anche lui da lontano e la sfera finisce un po’ oltre il palo.

 

L’impressione è che il Torino ha pagato una formazione forse troppo inedita finendo per scendere in campo non animato dal sacro fuoco della vittoria come avrebbe dovuto avere chi manca dal palcoscenico europeo da vent’anni. Sicuramente i giovani hanno fatto esperienza, ma sul piano del gioco la squadra evidenzia troppe lacune, non riesce ad essere compatta e manca il supporto alle punte, anche perché per evitare di subire gol la maggior parte delle energie sono concentrate nella fase difensiva. Continuano a persistere troppi errori nei passaggi che inevitabilmente frammentano il gioco e non permettono ripartenze efficaci che si ripercuotono sul numero delle occasioni da gol create e anche quando qualcuno arriva al tiro finale troppe volte la mira è difettosa e non viene inquadrato lo specchio della porta. Finora i problemi non hanno avuto ripercussioni sul risultato se non nella partita con la Sampdoria, ma se non verranno trovate contromisure che permettano al Torino di esprimere il suo gioco il numero delle sconfitte inevitabilmente è destinato a salire. Già domenica con l’Hellas Verona la via del gol dovrà essere ritrovata altrimenti i paragoni con la stagione scorsa inizieranno ad essere sempre più pesanti finendo per turbare l’ambiente che oggi gode ancora dell’euforia da Europa League, la coppa non deve diventare un boomerang ma essere il volano per consolidare e aumentare i risultati che con tanta fatica sono stati raggiunti dopo anni da dimenticare.


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