Parigini sembra essere quasi sparito dai radar: il suo talento non va dissipato
Fonte: Elena Rossin
Vittorio Parigni è uno di quei ragazzi, compirà 23 anni il prossimo 25 marzo, che è cresciuto a pane e Toro e che è riuscito a coronare il sogno non solo di giocare a calcio, ma di farne anche la sua professione. Questo perché Madre Natura o il buon Dio, a seconda dei punti di vista, l’ha dotato di piedi buoni, in particolare il destro, di forza fisica e di tecnica, poi, lui ci ha messo del suo impegnandosi negli anni e ha avuto la fortuna di trovare buoni allenatori che lo hanno forgiato, a iniziare da Roberto Fogli che nei Giovanissimi ha intuito che era meglio farlo giocare da esterno d’attacco, preferibilmente sulla destra, piuttosto che da prima punta per sfruttarne al massimo l’accelerazione e il saper saltare l’uomo. Vittorio così dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili del Torino, fu Silvano Benedetti a intuirne le doti e a fargli fare un provino a dieci anni che lo fece entrare nel vivaio granata, ed essersi messo in mostra negli Allevi Nazionali e in Primavera sotto la guida di Moreno Longo ha iniziato il percorso che lo porterà in serie A facendo esperienza in serie B nella Juve Stabia (2013-2014) e nel Perugia (2014-2016). La sua avventura in serie A è iniziata nel Chievo dove mister Maran lo fece esordire nella massima divisione a vent’anni il 21 agosto 2016 facendolo subentrare a Birsa al minuto 86 della gara con l’Inter vinta dai clivensi due a zero. A gennaio 2017 è passato al Bari, in serie B, e nella stagione successiva al Benevento tornando così nella massima divisione. Infine, ha fatto ritorno al Torino nell’estate 2018. In parallelo è sempre stato presente dal 2011 nelle varie compagni della Nazionale dall’Under 16 alla 21.
Nelle ultime due stagioni Vittorio prima con Mihajlovic e poi con Mazzarri ha fatto di tutto per ritagliarsi spazi in partita. Il 16 settembre 2018 per la prima volta è andato in campo indossando la maglia della prima squadra granata subentrando a Berenguer al minuto 86 della gara con l’Udinese in Friuli. Nella scorsa stagione ha collezionato 21 presenze per un totale di 854 minuti e in questa finora 12 in campionato, 257’, e 1 in Coppa Italia, 80’. Nel girone d’andata tra metà settembre e metà dicembre Mazzarri lo ha utilizzato con buona continuità anche facendolo partire titolare nella partita con l’Atalanta poi, però, a parte nella gara con la Roma, la prima del girone di ritorno, dove gli ha consegnato un’altra maglia da titolare, Vittorio il campo lo ha rivisto solo nel match con il Napoli quando è subentrato ad Ansaldi al 78’. E’ vero che Parigini ha avuto un problema ai muscoli flessori della coscia destra a inizio febbraio, ma la cosa è superata e anche nella partita con il Chievo non è stato utilizzato, per lui solo un po’ di riscaldamento a bordo campo.
Parigini fa parte di quel patrimonio di ragazzi cresciuti nel vivaio e che hanno la potenzialità per essere protagonisti e dando un contributo per far sì che anche il Torino torni ad essere protagonista nel panorama del calcio italiano ed Europeo. Certo in questo momento Mazzarri deve badare a sodo perché in ballo c’è l’arrivare a un posto utile per disputare l’Europa League il prossimo anno, e, di conseguenza, l’allenatore granata sceglie di mandare in campo i giocatori che ritiene più utili, al gioco, alle caratteristiche della partita e all’avversario, ma vedere giovani come appunto Vittorio starsene in panchina spiace. Parigini ha caratteristiche interessanti che possono essere sfruttate per il bene della squadra e nella partita con il Chievo le sue corse sulla fascia, stante le difficoltà che si sono viste in campo da parte dei granata, sarebbero state utili. Il giocatore agisce prevalentemente sulla fascia destra, ma può fare altrettanto su quella sinistra o anche da trequartista. Un giovane se resta troppo a lungo in panchina rischia di perdersi e sarebbe un peccato se Vittorio, che ha fermamente voluto restare in granata anche se nel mercato di gennaio c’erano altre squadre interessate a lui per giocarsi le sue chance, finisse per scivolare in quella zona grigia dei giocatori che non sono fra quelli utilizzati dall’allenatore. Nel frattempo può solo allenarsi con massimo impegno e chissà se questo basterà per convincere mister Mazzarri a utilizzarlo con il Frosinone? Di una cosa si può stare certi: Vittorio Parigini è prontissimo e voglioso di dare il suo contributo alla causa del Toro.