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Penoso, Cairo contestato a Superga

di Marina Beccuti

E' successo quello che tutti non si auguravano: Cairo è salito a Superga e sono partite le contestazioni, dure ed incivili, c'è stato addirittura un tentativo di aggressione, perchè oggi, giorno della Memoria, le difficoltà della squadra non andavano poste davanti alla Leggenda, a quello che è il ricordo, il dolore, soprattutto l'orgoglio di ricordare una squadra così grande. Il presidente non ha voluto mancare all'appuntamento e, pur sapendo quello che poteva succedere, ha sfidato minacce ed insulti. Ma ogni uomo è libero di decidere cosa fare, soprattutto in queste occasioni nessuno deve impedire ad un altro di esserci o no. Cairo ha fatto bene a decidere con la sua testa, così è stato. I giocatori sono stati applauditi, il presidente no, ma questi contestatori, saliti solo per insultare e non per una causa di comune dolore ma anche di onore, per tutto quello che ha rappresentato il Grande Torino, non merita di sventolare nessun vessillo granata. Le contestazioni si fanno nelle sedi opportune, allo stadio, davanti alla Sisport, ma profanare Superga è come sputare addosso a Mazzola e compagni. Triste dover parlare di interventi delle forze dell'ordine nel giorno del silenzio. Costoro non chiamateli tifosi, non lo meritano.


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