.

Per capire e realizzare il calcio di Mihajlovic serve la mentalità vincente

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Avere la mentalità vincente è fondamentalmente una caratteristica innata e non ci sono esercizi per farsela venire, però, lavorando sulla propria testa e sul carattere si può cercare di mirare sempre a ottenere il massimo e di conseguenza a non accontentarsi di eseguire diligentemente il compito assegnato soprattutto se si hanno delle doti di base sulle quali si può costruire qualche cosa di positivo. Per uno sportivo questo è molto importante, altrimenti c’è il rischio di restare un’eterna promessa.  

Baselli è emblematico in tal senso, come ha detto Mihajlovic al termine della partita con il Pescara quando ha spiegato perché l’aveva sostituito: “Sono tre mesi che gli dico che deve tirare fuori gli attributi, eppure è un bergamasco ma è l’unico a non avere quella cattiveria. Ha qualità, però, gli manca il fuoco negli occhi e finché non lo avrà, non farà niente. Spero che capisca il concetto perché altrimenti non potrà fare nulla”.

Il calcio di Mihajlovic è votato all’attacco, infatti, vuole la difesa alta, le verticalizzazioni, le ripartenze immediate, i movimenti senza palla, i tagli e le diagonali per aprire le maglie difensive delle squadre avversarie, la velocità nell’esecuzione che è indice anche di rapidità di pensiero nel leggere le situazioni di gioco e nel trovare le giocate più efficaci e persino prendersi dei rischi calcolati per provare a raggiungere l’obiettivo. Se non si ha una mentalità vincente è difficile realizzare tutto ciò pensando che prima di tutto bisogna attaccare l’avversario così allo stesso tempo si finisce anche per difendersi perché si tengono lontani i pericoli dalla propria area e si costringe l’altra squadra a utilizzare energie per evitare di subire.

Il Torino ha indubbiamente sempre reagito quando si è trovato in svantaggio (Milan e Atalanta) cercando di riequilibrare la situazione o anche non si è mai arreso accontentandosi se non si sbloccava il risultato (Empoli e Pescara) o l’avversario aveva momentaneamente pareggiato (Bologna). Tutto ciò indubbiamente è positivo, ma non basta poiché è prima di trovarsi in difficoltà che serve agire in modo da indirizzare la partita verso un risultato vincente così da costringere l’avversario a dover trovare soluzioni per togliersi lui dalle difficoltà.