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Per il futuro del Torino si parla tanto dell’attacco ma il vero nodo è il centrocampo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il modulo base del prossimo anno sarà il 3-5-2 come ha fatto ben intendere Mazzarri quando nelle conferenza stampa che è seguita alla vittoria sulla Spal ha detto in modo molto chiaro che; “Di attaccanti veri ne voglio quattro e ne giocheranno due, lo devono sapere tutti”. Specificando che: “Nel calcio moderno sapete tutti il dispendio che devono fare, lo si è visto anche oggi, e se dall’inizio ne schiero due, nove su dieci, due cambi li dovrò fare proprio sugli attaccanti, quindi, voglio disponibilità totale da tutti e la maggiore qualità possibile che mi possa portare la società”. L’allenatore granata da sempre punta sull’equilibrio in modo che la squadra non vada in affanno in nessun momento della partita e a tal proposito ha sottolineato: “Le punte possono essere disposte in verticale o in altro modo, però, nella fase passiva la squadra deve sentire la solidità e non deve gravare sulla difesa”.

Per non gravare sulla difesa gli attaccanti devono sacrificarsi nella fase passiva, ma ci deve essere anche un centrocampo all’altezza e di conseguenza di qualità per reggere l’urto degli avversari e magari portare loro via la palla per ripartire subito. Ecco che quindi il Torino del futuro non può prescindere dal centrocampo, altrimenti se si punta troppo sull’attacco si rischia che le punte finiscono per essere isolate e si crei, come tante e tante volte è accaduto nel recente passato, una spaccatura con il reparto offensivo che non riceve abbastanza rifornimenti e finisce per girare a vuoto. Il ruolo degli esterni da questo punto di vista sarà fondamentale, ma anche gli interni di centrocampo avranno un compito molto delicato da svolgere.

Attualmente la mediana è composta da De Silvestri, Ansaldi, Molinaro e Barreca, che per sono tutti terzini, come esterni e Acquah, Rincon, Vadifiori, Baselli e Obi come interni. Valdifiori è stato utilizzato pochissimo sia da Mihajlovic prima sia da Mazzarri. Molinaro a luglio compirà trentacinque anni e che è reduce da un infortunio importante, frattura composta della testa del perone sinistro. Barreca ha avuto una stagione molto travagliata tra infortuni e acciacchi vari e non ultima la sindrome pubalgica che gli hanno impedito di affinare le sue doti di promettente giovane calciatore. Obi ha una carriera costellata da problemi muscolari a ripetizione. Acquah in tre anni non ha mai convinto del tutto. Rincon e Baselli non sono sempre perfetti: molto muscolare il primo e più adatto all’interdizione, ma con qualche limite nell’impostare; più offensivo il secondo e con doti tecniche, però, dal rendimento un po’ alterno. De Silvestri è dotato di grande generosità, spirito di sacrificio e dedizione alla causa, ma ha bisogno della massima forma fisica per esaltare la sua grande capacità di stantuffare su e giù per la fascia di competenza e non commettere errori. Ansaldi ha la duttilità che gli permette di agire sia sulla fascia sinistra sia su quella destra e anche all’occorrenza di fare la mezzala, ma anche lui ha bisogno di compagni all’altezza per rendere al meglio.
Tenuto conto di tutto questo è evidente che in questa sessione estiva di calciomercato il Torino dovrà cambiare parecchio a centrocampo e la società dovrà fornire a Mazzari centrocampisti di qualità superiore se vorrà costruire una squadra veramente competitiva e che non risulti incompleta.


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