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Per il Torino a parte il refrain del non fare proclami l'obiettivo è l'Europa League

di Redazione TG
Fonte: Elena Rossin

Non dichiarare i propri obbiettivi può essere puerile o una scusa per non assumersi preventivamente le proprie responsabilità fino in fondo. Ma anche ammettendo che la scelta di non dichiarare l'obiettivo stagionale sia fatta solo per scaramanzia, sempre che sia cosa che ha un valore, di fatto qualsiasi società in assoluto, quindi a questo non sfuggono quelle calcistiche,  un obiettivo c'è l'ha eccome. L'obiettivo per questa stagione del Torino é quello di arrivare in un posto utile per disputare l'Europa League. Lo sa benissimo Mazzarri e lo sanno i giocatori, anche se a parole nessuno esplicitamente lo dice rispettando cosí il dictat societario.

Il campo, come sempre, sarà giudice e ora dopo tre giornate é difficile dire se la squadra consegnata a Mazzarri é adeguata all'obiettivo. I segnali che in tale senso sono arrivati dalle prime tre partite di campionato sono contraddittori, ma hanno un denominatore comune. Infatti, il Torino sia con squadre forti come Roma e Inter sia con una che ha come obiettivo la salvezza come la Spal non è riuscito a scendere in campo con la determinazione e la grinta per giocarsi la partita fin dal fischio d'inizio, ma nella ripresa la musica è sempre cambiata e si sono visti netti miglioramenti, anche se poi non sono stati confermati nel primo tempo della gara successiva. La concorrenza ė tanta e forte in quanto per i primi sei posti, quelli che permettono l'accesso alle coppe europee direttamente o passando dai turni preliminari (anche il settimo potrebbe bastare, ma dipende da chi vincerà la Coppa Italia), puntano dieci squadre Juventus, Napoli, Roma, Inter, Milan, Lazio, Fiorentina, Atalanta, Sampdoria e appunto Torino. Ben mezza serie A. Tre o quattro squadre resteranno fuori e guarderanno in televisione le altre cimentarsi in Europa, magari rimpiangendo di aver gettato nel corso della stagione precedente punti alle ortiche in partite che erano alla portata o che potevano essere sfruttate meglio.

A Mazzarri spetta l'impegnativo compito di amalgamare gli uomini che gli sono stati messi a disposizione e dare equilibrio alla squadra in modo da potersela giocare con qualsiasi avversario senza avere rimpianti per punti che potevano essere conquistati e non lo sono stati. Ė evidente che non basta avere in rosa giocatori come Sirigu, Belotti, Zaza, Falque, N'Koulou, Soriano e Baselli, giovani di belle speranze come Bremer, Ola Aina, Meïtė, Lukic, Edera o elementi sui quali si può sempre contare come Izzo, De Silvestri, Ansaldi, se sta bene, Moretti e Rincon più i vari Parigini, Berenguer, Ferigra, Damascan, Djidji, Lyanco, quando sarà guarito, Ichazo e Rosari per raggiungere l'obiettivo. Non ci sono dubbi che ci sia pressione  sul mister e sui giocatori, ma per raggiungere certi risultati é inevitabile. Già dalla prossima partita con l'Udinese il Torino dovrà dimostrare che i segnali contrastanti sono in via di superamento e che é capace di giocare bene per novanta minuti più recupero. Solo così e nella speranza che infortuni o decisioni arbitrali non complichino il percorso alla fine potrà essere superato il traguardo e ottenere il pass utile per l'Europa.


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