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Per il Torino è diventato un leitmotiv giocare bene e faticare a segnare. La soluzione definitiva può solo arrivare dal mercato

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Cairo e Vagnati

Cinque sconfitte in dieci partite, la metà, e a parte la gara con la Fiorentina, le altre quattro con Atalanta, Juventus, Napoli e Milan pur faticando a tratti il Torino non ha demeritato eppure non è riuscito a raccogliere punti, al di là dell’aver giocato con avversari oggettivamente più forti. A questo si possono aggiungere anche i due pareggi con Lazio e Venezia con tanto di rimpianti per i quattro punti lasciati per strada dovuti sì a errori difensivi di Djidji con rigori regalati agli avversari, ma se i granata fossero andati oltre alla rete in entrambi i casi segnata il risultato finale sarebbe stato differente. Per la verità, anche nelle tre partite vinte con Sassuolo e persino in quelle con Salernitana e Genoa, con quattro e tre reti realizzate, il Torino qualche gol se lo è mangiato, ma fa ovviamente meno storia però non può essere dimenticato visto che il problema ormai sta diventando un leitmotiv.

Nel post partita Juric commentando la sconfitta alla domanda se avesse qualche cosa da rimproverare ai suoi giocatori ha risposto: “La squadra ha fatto una grande partita, sia a livello difensivo che di fluidità di gioco e idee. Difficile commentare una partita così. Un gol subito su un calcio piazzato, poi nessuna parata. Non fare neanche un punto è difficile da accettare. C’è stato un passo avanti a livello di gioco, nel capire come sfruttare la superiorità numerica. In questo momento se posso fare un piccolo rimprovero è nella zona gol”. E interrogato a quale punto è la squadra ha detto: “So da dove sono partito. Sono venuto perché volevo il caos, sono arrivato in una situazione di caos ma ho buone risposte dalla squadra. Sono preoccupato per i pochi punti, ma la crescita è quella giusta. Dobbiamo crescere, mettere mattoncini. E’ un processo per arrivare poi molto in alto”. Se a questo si aggiunge che alla vigilia della gara con il Milan aveva affermato: “Noi abbiamo fatto molto meglio di quello che pensavo e infatti dall’inizio le prestazioni sono state superiori alle mie aspettative, anche raccogliendo meno punti di quelli che in teoria avremmo meritato. Per quel che riguarda il gioco penso che ci siano tanti margini di miglioramento, ma bisognerà vedere se i giocatori riusciranno alla fine a crescere fin dove io credo che possano farlo. Tecnicamente non so se certi giocatori sono capaci di crescere tecnicamente o no” e ha aggiunto “Serve che comprendano il momento giusto di aprissi, come fare l’apertura del corpo, come effettuare la compressione del gioco quando c’è parità o superiorità numerica”. E poi si è chiesto: “Riusciranno a riconosce tutte queste situazioni oppure no? Perché non le riconoscono? Ci riusciranno mai? Questo è il mio dubbio. Ed è da questo che dipende se la squadra crescerà oppure no”.

I problemi del Torino sono ben presenti nella testa di Juric che sta lavorando per cercare di risolverli, ma per quanto possa fare dovrà essere la società a dargli una mano agendo nel mercato di gennaio e lo stesso mister lo ha già chiaramente detto: “La disponibilità del gruppo a crescere è sempre stata massima. Non ho mai notato un giocatore che sia in sofferenza con le mie richieste. L’altra domanda è: si può o non si può fare? E le valutazioni io le ho fatte già tanto tempo fa in modo bello chiaro. Non è questione della disponibilità di uno o dell’altro perché tutti vogliono, anche chi ha trentacinque anni come ad esempio Veloso che mi sembra abbia finito la carriera e gioca il miglior calcio. Tutti hanno voglia di crescere e di giocare bene e io l’ho visto in questo gruppo. Il mercato deve essere una grandissima occasione per il Toro. Penso che siamo veramente all’inizio di un percorso. Il primo mercato (quello di questa estate, ndr) lo abbiamo fatto con molto poco coraggio e il secondo (quello di gennaio, ndr) deve essere fatto con molto più coraggio. Deve essere un’occasione per noi per crescere in ottica futura, è sicuro”. All’apertura del mercato di gennaio mancano esattamente 68 giorni e Cairo e Vaganti visto che sanno da tempo le valutazioni di Juric possono già iniziare ad agire in modo da non arrivare il 3 gennaio senza aver imbastito trattative da concludersi poi subito, senza tergiversare oppure aspettare la fine del mercato con le occasioni di rinforzare la squadra che intano sfumano. Ma la vera domanda è: Cairo aprirà i cordoni della borsa e Vagnati riuscirà a prendere i giocatori che servono a Juric oltre che a dare via chi non rientra nei piani tecnici?


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