Per il Torino la partita con l’Atalanta ha tante valenze e risvolti
Fonte: Elena Rossin
Emergenze a parte, squalificati Rincon e Aina e infortunati Ansaldi, Baselli e Zaza, Mazzarri ha detto che il Torino in settimana ha “lavorato forte” in particolare per riuscire a fare pressing per tutta la partita senza che ci siano cali nel secondo tempo come accaduto con il Sassuolo. E quando di fronte c’è l’Atalanta servono muscoli e cervello per vincere i duelli uno contro uno e per reggere l’urto di una squadra che ha già segnato cinquanta gol, nessuno come la Dea da questo punto di vista in Serie A. Tanto meno il Torino che è fermo a ventisei. La squadra di Gasperini qualche gol lo subisce, ventotto, visto che è impostata per avere il baricentro alto, ma il Torino non è da meno, infatti, Sirigu, suo malgrado, è stato trafitto lo stesso numero di volte e in tante occasioni è riuscito a salvare la sua porta. Belotti, che contro l’Atalanta non ha mai segnato e che l’ultima volta che è finito sul tabellino dei marcatori al Grande Torino risale al ventisei settembre con la doppietta al Milan, dovrà tornare ad alzare la cresta e sarebbe ora che Verdi si sbloccasse realizzando la prima rete con la maglia granata.
Per il Torino la partita con l’Atalanta è ad alto indice di difficoltà anche se sfruttando la sua caratteristica migliore quando deve affrontare avversari forti: il far giocare male l’altra squadra e provando a verticalizzare in modo da incunearsi nello spazio lasciato da una difesa che gioca, come il resto della squadra, alto gli uomini di Mazzarri potrebbero mettere loro in difficoltà i nerazzurri. Ci vuole però capacità a verticalizzare e bravura nel non perdere palla e duelli, soprattutto a centrocampo dove l’Atalanta è ben attrezzata disponendo di giocatori come Hateboer, de Roon, Pasalic e Gosens, ma anche Freuler che hanno forza fisica e alla quantità uniscono anche una buona dose di qualità. Ai granata servirà anche cinismo sotto porta in modo da capitalizzare le occasioni che creeranno senza sprecarle, altra carenza che si è vista troppe volte e che ha penalizzato il Torino. Ma più di tutto servirà la determinazione a conquistare i tre punti in modo da non fare altri passi in dietro in classifica allontanandosi dall’obiettivo sesto posto, ora occupato dal Milan che ieri sera ha battuto il Brescia.
Questa partita dà l’occasione a giocatori come Meïté di dimostrare che sono funzionali alla causa senza commettere errori a ripetizione o a Lukic di essere l’uomo giusto per dare equilibrio al centrocampo facendo bene sia in fase d’interdizione sia in quella propositiva. Anche Laxalt può dimostrare che Mazzarri si sbaglia a non concedergli maggiore spazio. Djidji, che dovrebbe essere preferito a Bremer e Lyanco, può sfruttare la situazione per far vedere che è tornato definitivamente ad essere quello di prima dell’operazione della fine dello scorso campionato quando si preparava ad essere il sostituto di Moretti avendo maggiore esperienza del giovane Bremer, che ultimamente è un po’ sparito dai radar dopo qualche prestazione non del tutto convincente. Fosse poi Lyanco a scendere in campo dovrebbe dare un calcio alla sfortuna che lo ha messo ko dopo ogni volta che ha superato un infortunio. Bonifazi è stato ceduto e alla prima partita che giocherà con la Spal scatterà il riscatto e sarebbe un peccato se si dovesse rimpiangerlo perché la scelta di dare via lui non è stata lungimirante.
Per il Torino la partita con l’Atalanta ha tanti risvolti e servirà anche a capire se Mazzarri ha intenzione di puntare o scaricare uno come Falque che non ha mai fatto mancare il suo apporto prima degli infortuni. E su quanto crede effettivamente in Millico. Non ultimo, anzi, c’è la possibilità di provare a ricucire il rapporto con i tifosi e solo una prestazione senza macchie che porta a conquistare punti può essere utile. Lo sarebbe anche rinforzare la squadra agendo sul mercato, non tenere sempre il Filadelfia chiuso ai tifosi, completare la ricostruzione del Fila e trovare una via d’uscita per la questione curva Primavera, aumentare le risorse per il vivaio, potenziare la rete degli osservatori e strutturare in nodo adeguato la società, ma questi sono altri discorsi.