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Per il Torino mantenere la porta inviolata deve essere una priorità

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Non è nella mentalità di Mihajlivic pensare prima a difendersi e poi ad attaccare e questa filosofia ha indubbiamente portato la squadra, pur fra alti e bassi, a posizionarsi a metà classifica e senza i tanti gol segnati, sessantacinque, adesso non si parlerebbe di nono posto e di una stagione con qualche rimpianto, ma nel complesso positiva. Detto questo, però, una fase difensiva con troppe lacune ha fatto sfumare tutti gli obiettivi a iniziare da quello principale di lottare fino all’ultimo per l’Europa League. I sessantun gol incassati sono un’enormità e non è bastato avere in porta Joe Hart, il nazionale inglese, per contenere il passivo. Il portiere avrà anche commesso qualche errore di troppo per il suo livello, ma in tante occasioni ha materialmente impedito che la palla finisse nel sacco e senza di lui il numero di gol subiti sarebbe anche maggiore.

I motivi di una difesa colabrodo sono tattici e soprattutto derivano dal mercato estivo e invernale perché dopo gli addii di Glik, Maksimovic e Jansson e poi a gennaio di Bovo gli arrivi di Ajeti, Rossettini, Castan e Carlão, anche lui a gennaio, non sono stati sufficienti per rendere il reparto difensivo solido. Un po’ meglio è andata sul fronte dei terzini perché Zappacosta e De Silvestri a sinistra e a destra Molinaro, Barreca e Avelar, anche se quest’ultimo è stato quasi sempre fuori dai giochi per infortunio, hanno tutto sommato tenuto botta meglio dei centrali, tanto che alla fine il migliore è risultato il trentacinquenne Moretti, e nessuno ha mai avuto da recriminare per il prestito di Gaston Silva al Granada. Non si può ovviamente buttare la croce addosso solo ai difensori perché se il centrocampo non fa sufficiente filtro e anche l’attacco non si adopera abbastanza per dare una mano ai compagni quando la palla ce l’hanno gli avversari allora tutto il peso difensivo tutto finisce sulle spalle di chi si erge a ultimo baluardo.

Ormai la stagione volge alla fine e nelle ultime due partite, con il Genoa in trasferta e il Sassuolo in casa, non resta che puntare a mantenere inviolata la porta tanto più che il Torino è l’unica squadra della serie A che nel girone di ritorno ha sempre subito gol in tutte le partite disputate. Un pessimo primato che va abbandonato. Non si chiede a Mihajlovic di cambiare il suo modo di concepire il gioco del calcio, però, che in fase difensiva e con avversari meno forti si presti maggiore attenzione sì. I giocatori poi devono scendere in campo concentrati perché altre pessime prestazioni come quella con il Napoli non sono più ammesse.