Per il Torino nessun nuovo acquisto, beh meglio che l’ennesima scommessa
Fonte: Elena Rossin
Il Torino doveva rinforzare la rosa e, come spesso è accaduto nel mercato di riparazione di gennaio, quando è scattato il gong di fine contrattazioni l’allenatore di turno si è trovato sostanzialmente con il gruppo che aveva prima senza ottenere una squadra, almeno sulla carta, più attrezzata qualitativamente. Mihajlovic ha ricevuto l’attaccante Iturbe da rigenerare, il difensore centrale Carlão che dovrà dimostrare di essere meglio di Rossettini, Castan, Moretti e Ajeti quando sarà guarito dalla distorsione al gomito sinistro e il centrocampista Remacle che farà la spola fra la Primavera e la prima squadra. Mentre sono andati via Bovo, Aramu, Vives e Martinez. In prospettiva futura è stato preso il portiere Milinković-Savić che arriverà il primo luglio.
Non pochi tifosi sono scontenti di quanto la società ha fatto in questa sessione di calciomercato e chissà quanto sarà felice Mihajlovic, ma c’era da aspettarselo con la squadra che si è allontanata dalla zona Europa League e ha vinto una partita nelle ultime otto, quella con il Genoa il ventidue dicembre. Un segnale, facile da leggere soprattutto con il senno di poi, è stata la scelta di Carlão che è stato ufficializzato il dieci di gennaio ed è costato 500 mila euro, quando si va su un giocatore di trentun anni a venti giorni dalla chiusura del mercato e che oggettivamente costa poco vuol dire che non si ha intenzione di spendere. Se poi si aggiunge che Cairo ha dovuto sborsare con sei mesi d’anticipo i soldi per acquistare definitivamente Iago Falque per ottenere in prestito dalla Roma Iturbe ecco che si chiude il cerchio: budget per il mercato praticamente esaurito in un solo colpo e quindi dopo solo operazioni di contorno.
Qualcuno dirà che il budget poteva essere aumentato perché nel frattempo Jansson ha raggiunto le venti presenze che hanno fatto scattare l’obbligo per i Leeeds di riscattarlo per la cifra pattuita di 4 milioni e la cessione di Martinez all’Atlanta United per 5,5 milioni di euro, quindi con un incasso di 9,5 milioni e una spesa di 6,5 ne restavano 3 da investire in questa finestra di mercato. Su Martinez bisogna, però, fare una precisazione perché non c’è ancora l’ufficialità poiché il calciomercato negli Usa aprirà il 14 febbraio e chiuderà il 18 maggio, anche se c’è la possibilità di tesserare i giocatori sia prima sia dopo queste date, a patto che il nome del giocatore sia inserito nel roster all’interno delle date ufficiali. Lunedì Martinez non si è visto alla Sisport per l’allenamento e ieri è partito alla volta degli Usa e oggi dovrebbe firmare il contratto con il nuovo club. L’Atlanta lo prende in prestito oneroso per 500 mila euro e poi a giugno verserà nelle casse del Torino altri 5 milioni.
Attenzione, però, perché Cairo sempre attentissimo ai conti non si dimentica che le entrate di solito avvengono a rate o in precisi momenti e che alcune cifre saranno incassate in estate. Voilà spiegato perché il budget non è stato aumentato. Per onor del vero va anche detto che questo ragionamento vale anche per i soldi in uscita dalle casse del Torino, quasi mai il cartellino di un giocatore viene pagato tutto e subito. Già ma in casa granata si ragiona su piani paralleli che non s’intersecano mai quando si tratta di entrate e uscite dalle casse societarie. Mihajlovic vuole fare più punti rispetto al girone d’andata, ventinove, ed è già indietro di uno dopo tre partite, si sprema le meningi per migliorare il rendimento dei suoi e che il ciel l’aiuti e i giocatori non lo tradiscano. Questo potrebbe essere niente se poi quest’estate oltre ad Hart andasse via anche Belotti, almeno adesso nessun pezzo pregiato ha detto addio e nell’ultimo giorno di mercato non è arrivato l’ennesimo giocatore scommessa.