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Petrachi: "Vorrei portare un giovane argentino al Toro"

di Giulia Borletto

"Non sono Babbo Natale: quello è il presidente. Io al massimo porto i doni!". SI paragona ad un piccolo elfo Gianluca Petrachi, intervistato da La Stampa quest'oggi. Un'intervista a tutto campo che ovviamente punta i piedi sul mercato che si appresta ad aprire i battenti il 3 gennaio. Lo scorso anno sotto l'albero Petrachi trovò la nomina da direttore sportivo del Torino, un bellissimo regalo di Natale che a distanza di 365 giorni è andato consolidandosi, anche dopo i problemi della scorsa stagione. Le contestazioni dei tifosi ad un certo punto hanno preso di mira anche lui, ma il ds salentino non si è fatto sopraffare dallo sconforto, dimostrando di non avere spazio nella propria testa per le dimostrazioni di dissenso: lui sa quello che fà. "Quest'estate, quando dissi che il 70% della squadra sarebbe stata fatta entro il ritiro" continua Petrachi, "venni smentito da un mercato complicato per tutti. Memore dell'errore, ora non faccio previsioni visto che a gennaio le operazioni saranno ancora più difficili. Il Toro prenderà 2-3 giocatori, ma non mettiamoci scadenze".

Il periodo più difficile di questo primo anno da granata? "L'Epifania: alle quattro del pomeriggio Foschi dava le dimissioni e alle 23 i giocatori venivano aggrediti al ristorante. Ero felice di poter lavorare da ds e di botto mi arrivò la responsabilità di fare una rivoluzione cambiando 12 giocatori". Quello più bello ovviamente deve ancora arrivare, magari in primavera in concomitanza con una bella promozione. "Quest'anno sarà il mercato delle scommesse: vorrei prendere qualche giocatore e regalare una bella plusvalenza al Toro. Quelle sono cose che gratificano un ds, però a gennaio non posso farne troppe: diciamo che mi piacerebbe portare un calciatore argentino a Torino e lanciarlo". Un gaucho per il Toro.


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