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Piaccia o no ma Mihajlovic è coerente anche con Niang

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Dopo l’infausto derby, perso con un risultato pesante come è un quattro a zero e, soprattutto, mai veramente giocato perché in campo i calciatori del Torino fin dal primo istante di gioco sono stati incapaci di mettere in pratica quanto hanno fatto di positivo nelle precedenti partite, è partito da parte di molti il tiro al bersaglio nei confronti di Mihajlovic. L’allenatore del Torino è accusato quasi all’unanimità di aver caricato troppo i suoi giocatori e l’ambiente prima della gara con la Juventus, di aver sbagliato formazione proponendo un centrocampo a due contro una formazione più forte della sua, di continuare a schierare titolare Niang che non è in forma, di non essere sufficientemente attento alla fase difensiva e di non mettere abbastanza il suo miglior attaccante, Belotti, nella condizione di poter segnare.

Tutta colpa di Mihajlovic, quindi, la sconfitta con la Juventus. E no. Il mister ha una parte di responsabilità, ma non è l’unico. I giocatori devono avere il carattere per affrontare qualsiasi avversario sia in casa sia in trasferta e la capacità di limitare al minimo gli errori di disattenzione e d’imprecisione. La dirigenza dal canto suo deve non solo accontentare l’allenatore prendendogli qualche calciatore di suo gradimento, ma fornirgli una rosa adeguata e completa in ogni reparto, riserve incluse. Al massimo, quindi, Mihajlovic è responsabile per un terzo nella disfatta nel derby.

Tutti sanno che Sinisa Mihajlovic è uno che quando parla in privato e in pubblico dice quello che pensa e che ha un carattere molto battagliero che, ovviamente, si palesa anche nei discorsi che fa. Il mister non ha mai fatto mistero di prediligere il gioco offensivo e che preferisce assumersi il rischio di perdere provando a vincere piuttosto che accontentarsi di non essere sconfitto. Quando Mihajlovic punta su un giocatore, poiché crede che le sue capacità e qualità siano idonee al suo gioco e giovino a rafforzare la squadra, lo manda in campo anche quando non è in forma e l’ha fatto lo scorso anno con Ljajic e quest’anno lo sta facendo con Niang. Nel bene e nel male Mihajlovic è coerente con se stesso ed è il primo a metterci la faccia ponendo obiettivi, assumendosi responsabilità anche non del tutto sue e scusandosi quando la squadra non è stata all’altezza delle aspettative. Questo è Mihajlovic: un uomo tutto d’un pezzo. Se a qualcuno non piace pazienza, meglio un allenatore come lui per il Toro che tanti altri, ma i suoi attuali detrattori siano coerenti quando la squadra vincerà e non salgano sul carro del mister gongolando per i successi.