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Puntare sui giovani senza dimenticare l’obiettivo posto in Europa

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

La prossima stagione è importantissima per il Torino, il salto di qualità va confermato e reso stabile di conseguenza l’obiettivo “posto in Europa League” deve essere fissato e conseguito. La società ha il dovere di allestire una rosa adeguata e l’allenatore il compito di portare la squadra a raggiungere il traguardo, se tutto andrà per il verso giusto i meriti saranno condivisi e ci saranno applausi per tutti, ma se, malauguratamente, qualche cosa dovesse andare storta chi ha sbagliato dovrà assumersene la responsabilità senza fare scaricabarile. Per fortuna nel calcio i risultati li stabilisce il campo e sono sotto gli occhi di tutti quelli che vedono le partite che possono capire se la mancata resa è dovuta al fatto che la squadra è più scarsa degli avversari oppure se, malgrado sia dello stesso livello o anche più forte, non ha espresso tutto il potenziale giocando sottotono e al di sotto delle capacità dei singoli giocatori.

 

L’attuale rosa del Torino non sarà la stessa nella prossima stagione, è molto probabile che ci saranno parecchi cambiamenti dovuti all’addio di qualche big, ai saluti di chi non rientra più nei piani tecnici per qualità e/o carattere o perché con qualche annetto sulle spalle. I ricambi sono fisiologici in tutte le squadre, ma la differenza la fa chi è preso per sostituire chi va via. Puntare sui giovani è giusto, però rischioso perché non sempre riescono a rendere subito per quanto potenzialmente valgono. Molti pensano che al Torino servano dei novelli Darmian e Glik che nei quattro anni in granata sono cresciuti moltissimo e ora sono ambiti da importanti club in Italia e all’estero. Indubbiamente sono i calciatori di questo tipo sui quali si deve puntare, ma bisogna tenere molto ben presente che nel Torino le condizioni sono cambiate totalmente rispetto a quando Darmian e Glik sono approdati in granata. Allora la squadra era in serie B e questi due giocatori hanno avuto la possibilità di disputare un intero campionato fra i cadetti prima di approdare in serie A e poi l’anno successivo di avere come obiettivo la salvezza, quindi per quante pressioni potessero avere non erano le stesse di oggi, dove l’obiettivo è “un posto in Europa League”, traguardo indubbiamente molto più difficile da raggiungere. Oltretutto quando Darmian e Glik sono arrivati al Torino avevano già maturato un po’ d’esperienza, Matteo era cresciuto nel settore giovanile del Milan e con i rossoneri aveva già debuttato in serie A e poi, dopo un passaggio nel Padova in serie B, era approdato al Palermo, nella massima serie, dove aveva già fatto un anno di gavetta, quindi nonostante la giovane età, ventuno anni compiuti, non gli mancavano basi buone sulle quali lavorare per crescere, com’è avvenuto. Glik è arrivato in Italia a ventitré anni ed è passato nel Palermo, dove aveva giocato poco e solo in qualche gara d’Europa League, e poi nel Bari di Ventura, ma il mister lasciò dopo poco i pugliesi, infine nell’estate 2011, insieme a Darmian via Palermo, arrivò al Torino ritrovando come allenatore Ventura.

 

E’ evidente che nel percorso di crescita di questi due giocatori non c’è stata la stessa fretta che c’è adesso per i giovani che approdano al Torino e questo fa si che le condizioni per i nuovi oggi siano più difficili e di conseguenza la resa del giocatore deve essere immediata o quasi. Attendere che un giovane faccia con calma l’apprendistato che vuole Ventura vuol dire lasciare la squadra senza alternative per mesi oppure avere un organico con molti elementi o prendere giocatori giovani, ma di talento superiore e carattere formato in modo che basti loro il periodo della preparazione estiva per essere considerati fra i titolari, magari ancora in alternativa con giocatori più esperti, però utilizzabili in qualsiasi partita. Giovani con queste caratteristiche costano parecchio e per ingaggiarli bisogna battere la concorrenza di club con più che buone disponibilità economiche che propongono ingaggi sicuramente superiori al tetto granata. Maksimovic, El Kaddouri, Jansson, Peres, Martinez, Benassi, e Gaston Silva hanno trovato già una situazione differente rispetto a quella vissuta all’inizio da Darmian e Glik e soprattutto non tutti loro hanno avuto la medesima resa. I potenziali nuovi granata da Sabelli a Damian Perez, da Vangioni ad Abel Hernández, o chi già ha vestito nelle giovanili o sta vestendo la maglia del Toro da Rosso e Morra ai fratelli Gomis, da Verdi ad Aramu dovranno essere valutati attentamente, prenderli per poi tenerli in panchina per chissà quanto tempo si ripercuoterà inevitabilmente sulla classifica del Torino che si ritroverà con la coperta corta. Giocatori di spessore che costituiscono l’ossatura della squadra e alternative adeguate sono fondamentali per l’obiettivo “posto in Europa League”.


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