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Qualche rinforzo mirato o innesti di peso per puntare all’Europa?

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Finito il campionato è tempo di bilanci e di pianificare il futuro stabilendo obiettivi ben precisi e trovando le soluzioni migliori per provare a raggiungerli. Il Torino ha ancora uno spiraglio aperto per i preliminari dell’Europa League se il 28 maggio l’Alta Corte del Coni dovesse negare definitivamente la licenza Uefa al Parma, ma pur non dimenticando questa possibilità, è giunto il momento di guardare alla prossima stagione tenendo conto che la squadra granata al momento dovrà lottare su due fronti: campionato e Coppa Italia, a quest’ultima competizione accederà dagli ottavi di finale in quanto testa di serie, poiché nel campionato appena concluso è arrivato settimo.

 

Per quel che riguarda gli obiettivi è logico porre come traguardo puntare ad accedere all’Europa League perché sul campo già quest’anno il Torino ha lottato fino all’ultimo secondo di gioco per arrivarci, quindi non si può avere un obiettivo minore. Tralasciando gli errori arbitrali che non dipendono dalla volontà diretta della società e della squadra e che hanno sottratto punti in classifica, c’è da capire se l’attuale organico del Torino può disputare un’altra stagione ripetendosi oppure se ha bisogno e in quale misura di essere modificato ovviamente apportando delle migliorie. Posto che ogni squadra può essere resa più forte, sicuramente il Torino nel corso del passato torneo ha evidenziato qualche lacuna al netto degli infortuni che in più di una occasione hanno costretto Ventura a schierare giocatori fuori ruolo o a mandare in campo gli unici giocatori che aveva a disposizione, senza poter effettuare delle scelte dettate dal tipo di partita che avrebbe voluto impostare e dall’avversario.

 

Prima ancora di valutare reparto per reparto che innesti servirebbero bisogna premettere che: o Cerci e Immobile (in comproprietà con la Juventus) rimangono oppure è imprescindibile trovare sostituti che non siano inferiori a loro, altrimenti ogni obiettivo di provare ad andare in Europa sarebbe velleitario.
Detto ciò per quel che riguarda il ruolo del portiere grossi problemi non sussistono poiché Padelli in questa stagione ha dimostrato di essere un titolare e dal 16 agosto tornerà a disposizione Gillet perché avrà scontato la squalifica, quindi c’è solo da trovare il terzo. O rimane Lys Gomis, che rischia di scalare di una posizione nella gerarchia contendendo il secondo posto a Gillet, o si rinnova il contratto a Berni (in scadenza di contratto) o si individua un altro estremo difensore che non abbia problemi a fare panchina sapendo che non ha quasi nessuna possibilità di scendere in campo.
La difesa, soprattutto per il ruolo di centrali, non ha creato particolari problemi quest’anno che comportino un intervento inderogabile, ci sono però stati alcuni infortuni che hanno in più di un’occasione imposto scelte obbligate, ma gli attuali componenti del reparto Maksimovic, Glik, Bovo, Moretti, Rodriguez e con l’aggiunta di Jansson, arriverà il primo agosto quando scadrà il suo contratto con il Malmoe, dovrebbero dare sufficienti garanzie, a patto che nessuno chieda di essere ceduto altrimenti va sostituito e che Maksimovic venga riscattato, ma non dovrebbero esserci problemi in quanto ci dovrebbe essere già una cifra pattuita con la Stella Rossa che si aggira fra 2,8 e 3,3 milioni di euro. Discorso decisamente differente per gli esterni perché per sopperire agli infortuni di Masiello (in scadenza di contratto) e Pasquale (in prestito dall’Udinese), che si posizionavano a sinistra e partiti a inizio stagione come riserve di D’Ambrosio ceduto all’Inter a gennaio, era stato dirottato a destra Maksimovic per far fronte allo spostamento a sinistra di Darmian e in più c’era Vesovic arrivato nella sessione invernale del mercato, però quasi mai utilizzato da Ventura. E’ evidente che serve un terzino sinistro titolare e una riserva, se Vesovic fosse ritenuto dal mister pronto per sostituire Darmian, altrimenti i sostituti dovrebbero essere due, uno per il lato mancino e l’altro per quello destro.
Per quel che riguarda il centrocampo dipenderà molto se il modulo sarà sempre il 3-5-2 o se il Torino passerà a un 3-4-1-2 o anche a un 4-3-3. Vives ha dimostrato di essere un valido elemento al centro del campo vivendo una seconda giovinezza sportiva, migliore persino della prima, nonostante i suoi trentatre anni, ne compirà trentaquattro il quattordici luglio. Kurtic (in prestito dal Sassuolo con possibilità di riscatto da parte del Torino) arrivato a gennaio ha fornito prestazioni discrete in parecchie partite e in altre un po’ meno. El Kaddouri (anche lui in prestito, ma dal Napoli e con un diritto di riscatto per la metà del cartellino) non è stato costante nel rendimento anche a causa di infortuni, ma ha avuto un crescendo nel finale di stagione. Tachtsidis (altro giocatore in prestito però dal Catania che lo ha in comproprietà con il Genoa e di cui il club granata può esercitare il riscatto), anche lui arrivato nella finestra di mercato invernale come riserva di Vives, ha necessitato di parecchio tempo per capire i movimenti e il tipo di gioco che richiede Ventura e quando è sceso in campo in alcuni frangenti è apparso un po’ lento, anche se ha una discreta visione del gioco, forse necessita di avere al fianco compagni di qualità che lo mettano nella migliore condizione per agire. Gazzi, finito di scontare la squalifica a metà ottobre, è stato pochissimo utilizzato poiché il mister non riteneva le sue caratteristiche tecniche perfettamente adatte al modulo. Basha come alternativa non ha mai lesinato l’impegno quando è stato chiamato in causa, però ha dovuto essere operato alla caviglia venerdì scorso e solo fra qualche giorno si saprà fra quanto tempo potrà essere a disposizione e di conseguenza dopo il pieno recupero potrà essere valutato. Infine Farnerud, dopo un inizio nel quale ha un po’ faticato ad entrare negli schemi di gioco, ha apportato la sua esperienza nella seconda parte del girone d’andata e in seguito ha subito un po’ d’involuzione e quando stava tornando a giocare su buoni livelli ha avuto un grave infortunio che lo terrà impegnato nella rieducazione fino a inizio della prossima stagione. Senza nulla togliere agli attuali giocatori per puntare all’Europa League non solo servono almeno due centrocampisti titolari, ma sarebbe opportuno anche inserire nell’organico due o anche tre alternative che in caso di necessità non facciano rimpiangere chi dovesse essere sostituito.
In attacco tenendo presente quanto già scritto per Cerci e Immobile gli altri, Meggiorini e Barreto (in comproprietà con l’Udinese), oltre all’impegno sia in allenamento sia quando hanno giocato, non hanno contribuito in modo determinante infatti non sono mai riusciti a segnare, mentre per quel che riguarda Larrondo (in comproprietà con il Siena) i due infortuni ne hanno troppo pesantemente condizionato la stagione, però nell’ultima partita da subentrante è riuscito a farsi trovare pronto all’appuntamento con il gol. Quindi anche per le punte oltre a due titolari di spessore ci vogliono almeno due alternative che diano garanzie di segnare e anche un quinto uomo per non correre il rischio di avere troppi pochi attaccanti a disposizione, visto che nel campionato appena concluso non è bastato al Torino avere il capocannoniere del torneo, Immobile, e un altro giocatore, Cerci, che ha realizzato tredici reti, per accedere all’Europa League.

 

Il Torino ha anche giovani che hanno disputato la stagione, o parte, in altre squadre, soprattutto in serie B, ma pur essendo ragazzi di un certo valore non sono ancora pronti per rappresentare delle valide alternative per una squadra che lotterà per un posto in Europa. Questi giovani nel Torino rappresenterebbero una scommessa, molto meglio per loro fare un anno di gavetta in una formazione della massima serie che lotta per obiettivi più modesti in modo che possano completare la maturazione calcistica. Quando si vuole far parte dell’elite del calcio italiano, come è nelle mire del Torino, servono giocatori pronti perché non si può attendere che apprendano i concetti base altrimenti gli obiettivi sfumano. Con solo qualche innesto mirato si rischia di faticare a ripetersi: servono altri tre-quattro titolari di livello e sette-otto alternative con un discreto tasso tecnico.