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Quando il Lecce mandò in fumo le speranze salvezza del Toro...

di M. V.

Nella stagione 1988-89, il Torino, partito con ambizioni ben diverse e con Gigi Radice ancora in panchina, con una squadra costruita con i giovani, si trova ad affrontare un campionato particolarmente complicato, vivendo anche l'infortunio di Alvise Zago, diciannovenne capace di prendersi non solo il posto da titolare ma di indossare la maglia numero dieci, capace di numeri di alta scuola e con un futuro roseo davanti, infortunatosi alla prima di ritorno Zago contro la Sampdoria rompendosi i legamenti e la capsula articolare del ginocchio destro (non si riprenderà più, quel giorno la sua carriera verrà spezzata). Poco tempo dopo, la squadra passò, nell'entusiasmo generale, dalla coppia Gerbi-De Finis a Gian Mauro Borsano, alimentando le speranze di salvezza, coltivate in gran parte nel finale di stagione con le vittoria sul Como e soprattutto sulla scudettata Inter, che fino a quel momento aveva perso solo contro la Fiorentina. Nell'ultimo turno di campionato, il Toro si presentò a Lecce, per un punto, ancora in lotta salvezza, anche se virtualmente tranquillo. Finì male, 3-1 per i pugliesi, il Toro retrocesse ma da li verrà costruita una squadra che nell'arco di quattro anni vincerà una Coppa Italia, una Mitrocpa Cup e conquisterà caparbiamente la finale di Coppa Uefa persa senza perdere contro l'Ajax in finale, centrando tre clamorosi legni.