Quasi una chimera per il Toro battere la Juve, ma non è impossibile
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
L’ultima vittoria del Torino in un derby risale al 25 gennaio 1995 con la doppietta di Rizzitelli (7’ e 30’) e terza rete di Angloma (39’) e per i bianconeri doppietta di Vialli (9’ e 32’) da allora si sono disputate altre quattordici stracittadine e per i granata solo quattro pareggi: 7 novembre 1999, zero a zero; 14 ottobre 2001, tre a tre (9’ e 26’ Del Piero, 12’ Tudor, 57’ Lucarelli, 70’ (rig.) Ferrante, 83’ Maspero); 24 febbraio 2002, due a due (10’ Trezeguet, 64’ Ferrante, 80’ Cauet, 89’ Maresca); 28 febbraio 2008, zero a zero. Stando ai fatti il detto che recita: il derby non è una partita come le altre e spesso chi parte sfavorito vince suona come una presa in giro per il Torino o almeno una frase che porta decisamente male.
All’andata finì con un sonoro tre a zero per la Juventus (57’ e 84’ Marchisio e 67’ Giovinco) e se anche il Torino disputò 58 minuti in dieci per l’espulsione al 36’ di Glik per un contrasto con Giaccherini, analizzando la partita in modo oggettivo forse sarebbe finita ugualmente con la vittoria dei bianconeri e non solo perché obiettivamente hanno un organico più forte, ma perché i granata già una decina di minuti prima che avvenisse l’espulsione avevano arretrato il baricentro e questo alla lunga avrebbe indubbiamente favorito la Juventus. Arretrare il baricentro comporta non solo lasciare maggior spazio agli avversari che si devono effettivamente scontrare con il muro creato davanti all’area da chi si difende, ma anche concedere maggiori possibilità di arrivare al tiro finale. E se la formazione che attacca ha un tasso qualitativo, nella maggioranza dei suoi giocatori, superiore prima o poi trova il modo di arrivare a tirare in porta: con una punizione; su sviluppo di un calcio d’angolo; grazie a un rigore; con un tiro dalla distanza; con un’azione manovrata con i giocatori senza palla che effettuano il giusto movimento che apre la breccia nel muro difensivo. Ed è scontato che se questo avviene, come accade sempre in questi casi, più di una volta nell’arco della gara è molto probabile che il portiere per quanto bravo e reattivo subisca gol. Se tutto ciò non bastasse l’arretrare il baricentro dimostra che si teme l’avversario che quindi acquista maggiore sicurezza e inevitabilmente aumenta la pressione offensiva. Anche ipotizzando che l’arretrare il baricentro sia una mossa studiata per provare a ripartire in contropiede è alquanto rischioso farlo se si ha di fronte un avversario forte e se non si è una squadra particolarmente avvezza al gol, come lo era il Torino della prima parte della stagione, ma anche adesso che i granata segnano di più sarebbe un rischio elevato poiché non sono ancora riusciti a trovare la quadra e quando si sbilanciano in avanti finiscono per essere più vulnerabili nella fase difensiva e infatti subiscono molte più reti, oltre tutto la Juventus ha più di un giocatore capace di interrompere la manovra di attacco e sfruttare in velocità il contropiede per trovarsi a tu per tu con Gillet.
Il pronostico non è indubbiamente dalla parte del Torino, però con questo la squadra granata non può e non deve scendere in campo pensando che tanto finirà per perdere con la Juventus. Ventura a causa della squalifica di Darmian e Vives e dell’indisponibilità per infortunio di Brighi dovrà effettuare delle svelte obbligate sia in difesa sia a centrocampo. Davanti a Gillet è facile ipotizzare che ci saranno D’Ambrosio, Glik, Ogbonna e Masiello e in mediana Basha e Gazzi. Sul fatto che il mister granata possa schierare una formazione come di consueto con due soli centrocampisti o che passi a una mediana a tre c’è qualche dubbio, però senza Brighi e Vives le opportunità di tre uomini a centrocampo si riducono di molto rimanendo il solo Bakic. Se Ventura vorrà un Torino più offensivo allora potrebbe schierare il giovane montenegrino o dirottare Birsa o anche Stevanovic alle spalle della punta sfruttando le doti offensive e da trequartisti soprattutto nel caso di Bakic e Birsa. Se, invece, prudenzialmente volesse coprirsi maggiormente non potrebbe far altro che passare a una difesa a cinque, utilizzando un terzo difensore centrale che magari possa spingersi in avanti se si crea l’opportunità per vie centrali di dare il là alla manovra offensiva oppure che resti dietro lasciando la possibilità ai terzini di andare in sovrapposizione a supporto degli esterni alti, sfruttando così maggiormente la spinta sulle fasce. Però né lo scorso anno in B né quest’anno in A il Torino ha mai giocato con una difesa a cinque quindi sembra improbabile che il mister la sperimenti proprio nel derby. Mantenendo il consueto 4-2-4 non sarebbe così strampalata l’idea di spostare Ogbonna a sinistra e di utilizzare Glik e Rodriguez al centro della difesa, l’assetto del Torino rimarrebbe quello consueto.
Qualunque sarà la scelta di Ventura è fondamentale che tutti i giocatori granata mettano massimo impegno e concentrazione dal primo all’ultimo secondo di gara per evitare di sentirsi dire per l’ennesima volta dagli avversari che hanno giocato bene e che magari il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, con le pacche sulle spalle non si conquistano punti e i tifosi sono stufi di rimandare l’esultanza per la vittoria nel derby e si meritano questa gioia.