Ranieri, la dimostrazione che un cambio non sempre è deleterio
Non è una scienza esatta, ma nel mondo del calcio non esistono mai certezze, resta il fatto che, a volte, il cambio alla guida tecnica risulta essere vincente, in tutti i sensi. I motivi per cui un allenatore non trovi le giuste alchimie sono molteplici, spesso inattesi, a volte alcune situazioni andate male influiscono al punto da non permettere più un'inversione di rotta. Ci sono i litigi negli spogliatoi, gli infortuni esagerati, i periodi no contemporaneo di più elementi fondamentali o anche solo sfortuna. Insomma, gestire una rosa di calciatori non è semplice e non è facile farlo nemmeno se si è in ballo da molti anni, se si ha grande esperienza, persino con le stesse persone. E' quello che sta capitando al Torino di Walter Mazzarri, a cui non può bastare un ritorno da applausi (almeno per i risultati complessivi ottenuti, non certo per il gioco espresso) per vivere di rendita, specialmente dopo aver pronunciato una frase che da queste parti suona come una provocazione bella e buona verso l'ambiente.
La storia insegna che in taluni casi cambiare il tecnico peggiora la situazione, ma non sempre è così, ed anche se non esiste una vera e propria statistica che possa confermarlo (va a gusti considerare), ne troviamo alcuni evidenti. Uno di questi è l'arrivo di Claudio Ranieri sulla panchina della Sampdoria: assunto Eusebio Di Francesco, tecnico di certo futuro che ha sfiorato una finale di Champions League con la Roma, questi ha conquistato la "bellezza" di tre punti in sette partite, tutti arrivati contro la formazione granata. Poi l'esonero, una stagione che rischia di andare a rotoli con abbondante anticipo, l'arrivo di Ranieri e la risalita che al momento tiene i doriani fuori dalla zona retrocessione, per la prima volta in questa annata, collezionando ben nove punti in sei giornate. Quello di Ranieri è solo un esempio, che ripetiamo non fa la regola, ma fa capire che se è vero che si sa quello che si lascia ma non quello che si trova, è anche vero che, a volte, si trova anche di meglio. E di sicuro, peggiorare i quattordici punti in tredici partite ottenuti sin qui, con la rosa a disposizione, sarebbe complicato.