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Red Bull, si può fare ma le perplessità sono tante

di Marina Beccuti

L'interesse sta crescendo, ma è ancora presto per comprare il Torino. Questo è il discorso uscito fuori ieri dall'incontro tra due manager italiane della Red Bull e l'Assessore allo Sport Giuseppe Sbriglio. "Adesso noi ci concentriamo sulle nostre quattro squadre, ma abbiamo recepito e ben compreso la potenzialità del Toro. Anche il nostro capo è venuto a conoscenza ed è rimasto molto incuriosito", è la risposta degli inviati della celebre bevanda a Torino, come riporta La Stampa.La porta al momento resta socchiusa, ma si può aprire, pertanto i tifosi, di cui una cinquantina ieri si sono assiepati davanti all'Assessorato allo Sport di Torino, possono ancora sperare.

Come già evidenziato da TorinoGranata più volte, c'è un fatto non di poco conto da tenere presente, che ha reso perplesso anche lo stesso Assessore Sbriglio. La Red Bull, ha subito chiarito, quando acquista una società sportiva si cambia tutto, pure i colori sociali, che sarebbero bianco-rossi nel caso, ovvero un Salisburgo due, ma torinese. Dunque l'eventuale Red Bull Torino (la società si chiamerebbe così) perderebbe il suo inconfodibile colore granata. Come un altro fallimento con relativa ricostruzione, ma senza nessun rapporto con il passato. Il cordone ombelicale con Superga, la storia e così via diventerebbero solo più Museo. Se poi la squadra diventasse forte e potente si potrebbe anche soprassedere sulla memoria storica (pur essendo certi che la maggioranza dei tifosi non l'accetterebbe), ma il Toro non ci sarebbe più, resterebbe solo il nome inglese Red Bull, che ha il suo fascino ma non è la stessa cosa. E questa filosofia non cambierà da parte dei vertici austriaci, nemmeno se i tifosi in massa si mettessero a piangere davanti a Mateschitz.