.

Ricci si gode l'azzurro. Ma in granata ci sono sempre meno italiani

di Emanuele Pastorella

Il Toro si gode Samuele Ricci, Samuele Ricci si gode l’Italia. E’ una soddisfazione doppia quella vissuta tra la città della Mole e quella della Tour Eiffel, con il centrocampista granata che piano piano si sta prendendo la Nazionale. Aveva soltanto sfiorato l’Europeo, inserito prima nei pre-convocati ma poi tagliato dalla spedizione in Germania, e alla fine è andata ancora meglio così, almeno il classe 2001 si è evitato la figuraccia. A Parigi, invece, Ricci è stato lanciato dal ct Spalletti dal primo minuto e non è stato più sostituito, disputando 90 minuti di alto livello. Da una parte per le giocate offerte, tra “veroniche” in mezzo al campo e dribbling anche dentro la propria area di rigore, e soprattutto per la personalità avuta. “Io devo solo continuare a giocare così, uno step dopo l'altro, e pensare a migliorare gli errori commessi anche in questa partita” ha detto il granata ai nostri microfoni al termine della vittoria per 3-1 al Parco dei Principi. E, per quel che riguarda il Toro, è una piccola spruzzata d’azzurro in mezzo a una squadra di stranieri.

Perchè c’era una volta il Toro degli italiani, come in più occasioni aveva espressamente voluto il presidente Cairo. “L’obiettivo è crescere come italianità, avere giocatori italiani è molto importante" diceva il patron granata al penultimo 4 maggio, nel 2023. E la strada sembrava anche ben tracciata, con la colonna portante formata da Buongiorno-Bellanova-Ricci a tenere alta la bandiera azzurra. Due sue tre, però, sono stati ceduti in estate, in più sono andati via anche Gemello, Dellavalle, Lovato e Pellegri. Così è diventato il Toro più straniero di sempre, ormai gli unici italiani sono proprio Ricci, i portieri di riserva Paleari e Donnarumma, il giovanissimo Ciammaglichella e si potrebbe ancora considerare Masina, nato in Marocco ma con cittadinanza italiana. I granata sembrano sempre più l’Udinese, l’unica squadra in serie A ad avere meno calciatori azzurri rispetto al club di Cairo. Ed è davvero un Toro multietnico, considerando che ci sono 18 nazionalità rappresentate di tre continenti diversi: a fare la “parte del leone” è la colonia francese formata da Bianay, N’Guessan, Dembele, Tameze e Karamoh. E come si comunica in spogliatoio? Vanoli è stato molto chiaro fin dalla presentazione a Pinzolo: “L’ho detto anche al mio staff, che è molto internazionale: qui siamo in Italia e si parla in italiano” ha specificato l’allenatore in ritiro. Così i nuovi arrivati, da Coco ad Adams fino a Sosa e Maripan, hanno fin da subito cominciato a studiare la lingua per non farsi trovare impreparati.


Altre notizie
PUBBLICITÀ