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Ricucire con Sirigu oppure aprire il portafoglio per Cragno le uniche opzioni valide per il Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Salvatore Sirigu

Basta pensare che se quest’anno a difendere la porta del Torino non ci fosse stato Salvatore Sirigu molto probabilmente i granata sarebbero retrocessi per capire che se non c’è un portiere più che affidabile si corrono dei grandi rischi. Se a questo di aggiunge che molto probabilmente la difesa subirà dei cambiamenti, infatti, da mesi Izzo, Nkoulou e Djidji sono dati come possibili partenti e i primi due volevano già andarsene la scorsa estate. E senza contare che Lyanconel finale di stagione qualche errore di troppo lo ha commesso destando più di una perplessità. Per cui la questione reparto difensivo del Torino è da risolvere. Ma va fatto cum grano salis, per usare una nota locuzione latina, al fine non avere un’altra annata condizionata dall’elevato numero di gol subiti e non mettere in difficoltà Giampaolo.

Su Izzo c’era l’Inter, ma la richiesta di Cairo per cederlo, che si aggirerebbe sui  25 milioni di euro, ha frenato e non poco il club nerazzurro. Nkoulou, che si era reso protagonista dell’ammutinamento, ha perso qualche estimatore. Per Djidji non c’è proprio la fila. E Lyanco è valutato dal club granata non meno di 10 mln, cifra che lascia un po’ perplessi sia il Bologna sia lo Sporting Lisbona che hanno messo gli occhi su di lui. Sirigu, che vuole andarsene perché stufo di vedere che i fatti non sono in linea con le parole che portano a pensare che ci siano ambizioni, di estimatori ne ha su tutti la Roma non convinta del tutto di Pau Lopez, il Cagliari se Cragno sarà ceduto, il Napoli desideroso di avere oltre a Ospina un secondo affidabile e con il Milan che lo tiene sul taccuino nel caso dovesse andare via Donnarumma.

Se non dovessero andare in porto le cessioni di Izzo e Nkoulou i due gioco forza rimarrebbero al Torino, ma con quale spirito? Allo stesso tempo se dovessero andare via con chi sarebbero sostituiti? In questo frangente non sono accostati tanti difensori centrali al Torino, Sarr a parte, per cui o non ci sono trattative o sono molto sotto traccia, mentre invece c’è fermento intorno a Sirigu. Al Torino piacciono Meret, ma De Laurentiis ha già detto di no a uno scambio e Cragno del Cagliari e i sardi chiedono Sirigu più Djidji e un conguaglio di 5-7 mlioni o in alternativa 20 mln. Più defilati restano Audero, Sepe, Radu, Sportiello, Semper o lo scambio con Pau Lopez, che non convince del tutto i granata per qualche errore di troppo commesso e il suo ingaggio oltretutto è di 2,2 mln netti a differenza di quello di Sirigu che è di 1,7 per cui i giallorossi dovrebbero contribuire al pagamento dello stipendio e in più sborsare qualche cosa per il prestito oneroso di Sirigu.

Con un quadro del genere la cosa migliore per il Torino sarebbe ricucire con Sirigu e tenerselo ben stretto, magari prolungandogli il contratto oltre il 30 giugno 2022 in fin dei conti ha 33 anni, compiuti il 12 gennaio scorso, e non è per il ruolo da considerarsi “vecchio”, e ritoccargli un pochino l’ingaggio. Ma per questo serve una mossa di Cairo anche sull’allestimento della squadra da consegnare a Giampaolo. L’unica altra alternativa veramente convincente è aprire il portafoglio e offrire al Cagliari ciò che chiede per arrivare a Cragno in modo da assicurarsi uno tra i portieri italiani più esperti visto che ha 26 anni, fatti lo scorso 28 giugno, e che da tre stagioni è il portiere titolare dei sardi e che ha superato perfettamente l’infortunio alla spalla dell’estate scorsa che lo aveva tenuto lontano dal terreno di gioco dal 17 agosto 2019 al 26 gennaio 2020.
Prendere una decisione sbagliata sul portiere titolare sarebbe una tra le peggiori cose che potrebbero fare Cairo e Vagnati e che coinvolgerebbe anche Giampaolo chiamato ad avvallarla.


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