Ridateci il Toro! Tutto il resto non conta
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Al diavolo l’Europa League, al diavolo la crescita, al diavolo la ricerca del gioco perché se non c’è la mentalità vincente tutto il resto serve a ben poco. Non si otterranno mai risultati duraturi, al massimo una volta ogni tanto si batte una big e se s’imbrocca la coppia d’attacco che si rivela vincente si fa una comparsata in Europa, ogni riferimento a Immobile capocannoniere e Cerci assistman-matador è assolutamente voluto. Con l’attuale mentalità si vivacchia senza correre rischi, ma senza poter aspirare al calcio che conta e ci saranno puntualmente le sconfitte come quelle con il Carpi o l’ultima in ordine di tempo con la Juventus in Coppa Italia, che sulla carta può starci, ma non assolutamente nel modo com’è avvenuta.
Basta umiliazioni come quella rimediata nell’ultimo derby, perché di umiliazione si tratta quando si va in campo in una partita secca, dove non c’è neppure la possibilità della gara di ritorno, e non si prova mai ad attaccare l’avversario, a fare la partita, ad alzare il ritmo, a tirare nello specchio della porta. Il problema non è avere perso quattro a zero con la Juventus, sia ben chiaro. E’ inutile e soprattutto molto dannoso cercare alibi nel dire che se Zaza fosse stato espulso la partita sarebbe stata diversa. Si può accampare qualche diritto solo ed esclusivamente se si prova a giocare a calcio e non quando ci si limita a passarsi la palla per vie orizzontali sperando che l’avversario sia così babbeo da farsi avanti senza prendere le doverose contromisure e colpirlo in contropiede, soprattutto se si tratta di una squadra come la Juventus abituata a vincere. E poi per colpire veramente in contropiede si deve arrivare al tiro in porta, non basta avvicinarsi all’area altrui o tiracchiare qualche rara volta oltre i pali. La Juventus voleva passare il turno in Coppa Italia e l’ha fatto per giunta con il minimo sforzo perché agevolata dalla pochezza del Torino.
Adesso Ventura e i giocatori devono per forza passare oltre, ma si ficchino bene in testa che devono cambiare mentalità e anche la società deve farlo. Tutti nel Torino devono assumersi le proprie responsabilità e avere l’umiltà di accettare le critiche, che non sono fatte per dare contro gratuitamente, ma per stimolare una reazione positiva. Chi palude a prescindere e chi si accontenta non vuole il bene o non è del Toro, anche tutti i tifosi e non solo una consistente parte devono pretendere di più. E, infatti, ieri mattina sui cancelli del centro di allenamento della Sisport sono comparse alcune scritte di chiara protesta: “Una squadra di conigli ed un allenatore indegno”, “Vergognatevi conigli. Voi del Toro non avete capito un c…”. Magari a qualcuno sono apparsi eccessivi e pensa che chi ha scritto quelle frasi sia irriconoscente, ebbene chi la pensasse così deve capire che quando le statistiche ufficiali dicono che nel primo tempo, con in campo undici giocatori del Torino, il possesso palla è stato 16’41” per la Juventus e 7’40” per il Torino e due tiri nello specchio della porta granata e zero in quella bianconera e con solo uno di Belotti (costato ben otto milioni di euro) verso Neto finito però fuori, non ci si può aspettare altro che critiche, tanto più se si tratta di un derby. Visto che non è la prima volta che le statistiche in questi anni fotografano una prestazione del tutto sotto le minime legittime aspettative, quindi vi è una recidiva che allenatore e giocatori non sono stati capaci di debellare, non si può parlare d’ingratitudine, ma di legittima insoddisfazione da parte di chi è tifoso e ama la maglia granata e allo stesso tempo è cliente e paga per vedere una non prestazione. Grinta, determinazione, coraggio di fare e anche di sbagliare, ma sempre provando a raggiungere l’obiettivo, senza nascondersi dietro falsi alibi e facendo autocritica quando si commettono degli errori: questo è quello che ci si aspetta dal Torino. Chi ama il calcio e soprattutto chi è vero granata non sa cosa farsene di un torello, ridateci il Toro!