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Rinviare l'Europeo per chiudere i campionati. Ma le date?

di M. V.

La questione del Coronavirus ha certamente creato danni enormi al movimento calcistico italiano (così come a tutti gli altri sport nazionali), per non parlare dei disagi finanziari in cui incorrono le rispettive società. Qualcosa va fatto per salvaguardare tali rilevanti interessi economici, ma fino a che punto ci si può spingere, in termini di calendario, per concludere la stagione regolare? Fino al 3 aprile il ritorno in campo è da escludersi, ed è comunque impensabile, per quella data, che il problema sia rientrato definitivamente, poiché, anche se tutti rispettassero rigorosamente le norme comportamentali imposte al fine di combattere la pandemia, fino a quando non si arriverà a zero contagi, sarà impossibile scendere in campo almeno prima di metà maggio (queste le stime, per di più ottimistiche, dei medici italiani). La domanda è lecita, perché al termine dell'attuale Serie A mancano ancora dodici-tredici partite, più i restanti turni di tutte le competizioni europee e, non ultima, la Coppa Italia, ed anche ammesso che si opti per un rinvio di un anno dell'Europeo di calcio per nazionali, pur forzando tre sfide alla settimana, si arriverebbe a luglio, quando sono previsti i ritorni in campo per i rispettivi ritiri. Da non dimenticare poi la condizione in cui certe squadre, bloccate di colpo dagli allenamenti e rifiniture varie, si troverebbero al loro rientro, sfalsando totalmente il corretto esito delle gare.


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