Ripescaggio in Europa League del Torino: esistono motivi per crederci ancora
Fonte: Elena Rossin
Il sapere che il Tribunale arbitrale internazionale dello sport ha reso noto il calendario delle udienze fino al 14 agosto e non vi ha incluso il Milan, che a dicembre aveva presentato ricorso contro la decisione dell’Uefa di sanzionarlo per il mancato rispetto del Fair Play Finanziario, ha fatto perdere le speranze che il Torino potesse essere ripescato e disputasse i preliminari d’Europa League. Le date renderebbero impossibile uno scenario differente poiché il secondo turno preliminare, al quale dovrebbe partecipare il Torino in caso di ripescaggio, si gioca il 25 luglio l’andata e il primo agosto il ritorno, quindi ben prima dell’udienza. Di fatto questo chiude il discorso, non per nulla la Roma già l’altro ieri ha rinunciato a partecipare all’International Champions Cup negli Usa poiché per piazzamento in campionato sarà lei ad andare ai preliminari e il 24 luglio avrebbe dovuto giocare a New York con il Benfica, mentre, invece, dovrà essere in Europa perché appunto il 25 disputerà l’andata del secondo preliminare d’Europa League.
Allora perché continua a circolare la speranza che lo scenario sia differente e che il Torino in extremis ai preliminari d’Europa League potrebbe finirci ancora? Perché il Milan, come si ripete da più parti da giorni, potrebbe addivenire ad un accordo con l’Uefa e poi chiedere la procedura d’urgenza e in quindici giorni il Tas dovrebbe dare un responso sul ricorso e poi l’Uefa, che ha sospeso la procedura contro il Milan, potrebbe così emettere la sua sentenza in base a ciò che il Tas ha deciso. Il tutto comunque dovrebbe avvenire al massimo entro i primi di luglio e, cosa non secondaria, il Milan dovrebbe essere punito con l’esclusione dall’Europa League. Per il Torino sembrerebbe una pia illusione o un masochistica volontà di tirarsi una martellata su un dito (chi pensa a una martellata da qualche altra parte è comprensibile) nella speranza di non farsi male.
Perché il Milan, che con lo stato attuale delle cose disputerebbe l’Europa League dalla fase a gironi, dovrebbe addivenire a un accordo con l’Uefa e poi chiedere la procedura d’urgenza e rischiare di essere estromesso dalla coppa? A primo acchito parrebbe un’altra pratica masochistica, ma ha una sua logica, come anche spiegato oggi su Tuttosport. Infatti, il Milan è sotto esame relativamente ai conti non solo per il triennio 2014-2017, ma anche per quello 2015-2018 ed entro il 2021 deve raggiungere il pareggio di bilancio, quindi, avrebbe tutto l’interesse nel veder spostato più avanti proprio l’obbligo del pareggio di bilancio. Per evitare che ci siano troppi procedimenti differenti nei suoi confronti, ognuno con sentenze e ricorsi che si protrarrebbero per anni, il Milan trovando un accordo con l’Uefa potrebbe unificare i vari procedimenti a suo carico e barattare, diciamo così in modo da rendere l’idea, un complesso di relative sanzioni, fra le quali l’esclusione all’Europa League di quest’anno, con il prolungamento oltre il 2021 dell’obbligo del pareggio di bilancio. Se l’accordo fosse trovato, e già c’era stato a maggio un incontro tra l’amministratore delegato e direttore generale rossonero Gazidis e l’Uefa, il Tas dovrebbe renderlo valido così poi la Camera Giudicante dell'Organismo di Controllo Finanziario darebbe un suo parere e l’Uefa condannerebbe il Milan in base all’accordo preso.
La vicenda è intrigata e complessa e prevede una corsa contro il tempo, ma permette al Torino di coltivare una flebile speranza di essere ripescato in extremis e di provare ad accedere all’Europa League vera e propria passando dai preliminari.