Risolvere le comproprietà e non solo è una questione di cifre
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La crisi economica si fa sentire anche nel mondo del calcio e di conseguenza si ripercuote pesantemente sul calciomercato. Chi vuol vendere fa di tutto per incassare il massimo e chi vuol comprare cerca di spendere il meno possibile, con il risultato che le trattative sono lunghe ed estenuanti con tiri e molla continui e un accordo, che sembra quasi concluso, nel giro di qualche ora vede le parti distanti e viceversa. A questa che è ormai diventata una regola imperante del mercato anche il Torino non può sottrarsi, così passano i giorni e sembra, o quasi, che tutto sia immobile, se non per qualche accordo marginale come quello fra il Milan e il club granata che c’è stato sul rinnovo della comproprietà di Simone Verdi, giovanissimo e talentuoso esterno che però nelle ultime due stagioni, sia quando militava nella Primavera rossonera sia lo scorso campionato in B con il Torino, è stato tormentato dalla pubalgia che lo ha tenuto a lungo lontano dal terreno di gioco. Ora il ragazzo è guarito, ma è fuor di dubbio, nonostante le sue doti tecniche e l’impegno che ha sempre dimostrato, che possa essere considerato dal Torino un rinforzo per la serie A, in quanto gli manca l’esperienza e infatti è molto probabile che venga dato in prestito ad una squadra di serie B per poter giocare con continuità e maturare, appunto, maggiore esperienza.
Lo stallo del calciomercato sulle cifre è, come si diceva, una costante. Se per la comproprietà di Antenucci ci sono degli spiragli, infatti pare che l’1,7 milioni chiesto dal Catania non sia più così categorico e che possa avvicinarsi all’1,2 che vorrebbe spendere il Torino, per quella di Meggiorini il Genoa non si smuove dall’1,2 e quindi il club granata è in attesa che la cifra si riduca, se così non sarà è inevitabile che si vada alle buste. Stesso discorso vale per i calciatori che il Torino vorrebbe dare a Ventura e che sono indispensabili per adeguare la rosa alla serie A. Gillet, Gazzi, Rossettini, Barreto, Domizzi, Salamon, Pato Rodriguez, Spolli e il sogno proibito Ranocchia. Per tutti c’è molta distanza fra quanto richiedono le società di appartenenza Bologna, Siena, Udinese, Brescia, Independiente de Avellaneda, Catania e Inter e quanto vorrebbe spendere il Torino per aprire delle comproprietà o acquistare l’intero cartellino; occhio e croce per la maggior parte balla sul cinquanta per cento la distanza fra le cifre chieste e proposte e per alcuni le società che detengono il cartellino del giocatore non sono disponibili alla comproprietà. Normale gioco delle parti in questo periodo, lo stallo è facilmente prevedibile fino alla fine della settimana prossima: sabato 23 ci sarà l’apertura delle buste.
Una volta risolte le comproprietà il mercato potrà decollare e allora il decisionismo e la tempestività faranno la differenza fra chi concluderà gli affari e chi rimarrà con nulla in mano dovendo poi ripiegare su seconde e terze scelte.