Rosina vs Dzemaili: chi sarà il migliore?
Nel calcio si fa in fretta a scendere e salire in un baleno, merito o demerito delle prestazioni. Per tre anni Rosina è stato coccolato, amato e idolatrato, come il piccolo fenomeno che sarebbe cresciuto ed esploso con la maglia granata. Finora Rosinaldo è rimasto una bella promessa, dai grandi numeri con la palla, ma ancora privo di quella personalità che fa fare il salto di qualità ad un giocatore che da bravo, diventa campione. Il problema di Rosina è quello che hanno i trequartisti, difficilmente impiegati nel loro ruolo classico, che devono trasformarsi in seconda punta o in centrocampisti avanzati, vale a dire degli ibridi. I giocatori come Rosina devono essere liberi di inventare qualcosa in campo, non essere sacrificati nel modulo. Forse addirittura è il Toro che può stargli stretto, perchè deve badare al sodo, alla salvezza e non può permettersi la fantasia.
Posto che Rosina non verrà ceduto a gennaio, a fine stagione bisognerà valutare la situazione, serve o meno? Sarebbe scorretto tenerlo come una bell'oggetto da mettere in mostra, ma senza dargli la possibilità di emergere. In una squadra di più alto livello magari renderebbe meglio, perchè supportato da altri giocatori di valore che potrebbero aiutarlo ad esprimersi al massimo. A meno che Cairo (o chi per esso), non intenda far fare alla squadra un salto di qualità in avanti.
Blerim Dzemaili invece è l'altra faccia della medaglia, più volitivo e geometrico in campo, sa dettare i tempi, sa essere solido e pratico, dimostrando di saperci fare con la palla, portato a difendere come ad attaccare. Lo svizzero rappresenta quel tipo di giocatore universale che emerge nel calcio moderno, dove le invenzioni non trovano spazio se non in qualche sporadica esibizione, che resta tale. Dze Dze rappresenta il calcio veloce, tuttologo, che si gioca in piccoli spazi e non permette divagazioni.
Rosina è il gioco antico, fatto di poesia e dribbling, che sa inventare la parabola vincente, ma viene calpestato dalla velocità, potenza degli avversari e qualche rozzo anticipo. Peccato si debba sempre mortificare la fantasia a scapito del pragmatismo, dove una virgola fuoriposto viene vista come un pericolo per chi ha paura ad osare.
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