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Se arrivassero Vlasic (manca l’annuncio), Malinovskyi e il terzino sinistro che vuole Juric e restassero Schuurs e Ricci il Torino sarebbe più forte di quello dell’anno scorso

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Nikola Vlasic

Archiviato il calcio che dà solo indicazioni, ma che non conta ai fini del risultato, il Torino come aveva detto a Pinzolo mister Juric è inferiore all’anno scorso perché se da una parte ha in più Bellanova e Tameze dall’altra non ha ancora ri-assemblato la trequarti e manca un terzino sinistro. Per fortuna nelle ultime ore, proprio in coincidenza con la sconfitta, 2 a 1, nell’ultima amichevole contro il Reims, sembra che almeno il tormentone Vlasic sia alle battute finali. Infatti, il Torino ha trovato un accordo con il West Ham, 10 milioni di euro più 2 di bonus (uno facilmente raggiungibile) con l’aggiunta di una percentuale sulla futura rivendita, e Nikola si trova già a Milano pronto a firmare il contratto che lo legherà al Torino fino al 2027 con uno stipendio annuale di 2 mln, come riporta Tuttosport, e va dato atto al giocatore che pur di tornare in granata ha rinunciato a 500 mila euro che prendeva in più in Inghilterra e al presidente Cairo che ha derogato al tenere gli emolumenti dei calciatori sotto i 2 mln. E anche per Malinovskyi, l’altro trequartista che manca e che andrebbe a sostituire Miranchuk, si può dire che ci sia un velato ottimismo. Il Besiktas non ha fatto ulteriori mosse dopo che l’Olympique Marsiglia aveva proposto un prestito oneroso a 1,5 milioni con diritto di riscatto a 7,5. L’ucraino sarebbe ben contento di tornare in Italia, lasciata nella scorsa finestra di mercato invernale con l’addio all’Atalanta, e lo alletta anche avere un allenatore come Juric, che con il gioco può esaltare le sue qualità. Il Torino vorrebbe avere Ruslan in prestito e il fatto che sia oneroso, ma a una cifra tutto sommato non eccessiva, è compensato dal fatto che il riscatto non è obbligatorio per cui l’operazione è fattibile, però si deve attendere l’evoluzione degli eventi. Mentre sul fronte terzino sinistro tutto è ancora avvolto nella fitta nebbia.

A sette giorni dalla prima partita ufficiale quella di Coppa Italia contro la Feralpisalò, che ieri ha sconfitto per 2 a 1 il Vicenza, e a quattordici dal debutto in campionato contro il Cagliari la rosa del Torino è incompleta, ma almeno a oggi Schuurs e Ricci non sono stati ceduti, ma questo non significa che uno dei due non lo sarà prima della fine del calciomercato (1 settembre alle ore 20). Il Torino finora ha messo nel conto spese 2 mln per il riscatto di Radonjic, 7 più 2 di bonus (non tutti facilmente raggiungibili) per Bellanova e 2,8 per Tameze per un totale di 11,8 mln più eventuali bonus e ne sborserà altri 10 più bonus per Vlasic arrivando quindi a 21,8 sempre più eventuali bonus. E nelle casse del club granata sono entrati solo i soldi delle cessioni di Izzo, 3 mln, e Warming, 700 mila euro, quindi 3,7 mln. Con un disavanzo di 8,1 che diverrà 18,1 più bonus è ovvio che dovrà essere dato via qualche altro giocatore. Ai fini dei bilanci positivi i ratei delle passate cessioni di Bremer (41 mln più eventuali 9 di bonus) e Lukic (10 mln) non contano perché c’è da pagare Ilic (13 mln) e va ricordato che il Torino ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2022 con una perdita di 6,8 mln migliorando di certo il -37,8 del 2021, ma comunque per il quinto anno consecutivo in rosso.  

Come ha detto il direttore tecnico Vagnati: “Non abbiamo bisogno di vendere”, però per non rischiare di avere in rosso anche il bilancio del 2023 al Torino a fronte di acquisti seppur oculati servono cessioni per almeno pareggiare i conti. Basterebbero quelle di Singo, il Milan ha virato su Calafiori come vice di Theo Hernandez, Verdi e magari di qualcun altro che non è proprio al centro del progetto tecnico di Juric per scongiurare l’addio di Schuurs o di Ricci? Bella domanda alla quale può rispondere solo Cairo. Di sicuro se la dirigenza granata riuscisse a trattenere il difensore e il centrocampista e a completare la rosa secondo i desiderata di Juric il Torino diverrebbe più forte di quello dell’anno scorso. Incrociare le dita.