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Se le difficoltà del Torino dipendono da dettagli è tempo che siano superati, se invece da valori morali allora …

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Giampaolo è una persona per bene, un professionista serio e preparato per cui non se ne deve avere a male e capirà se si parte dalle sue parole per ragionare sul momento molto difficile che sta attraversando il Torino.

Ieri nella conferenza stampa di presentazione della partita con il Bologna mister Giampaolo ha detto: “Posso dire che nelle 12 partite fin qui giocate non abbiamo mai subito in maniera palese un avversario, ma anche quando è successo nei frangenti, che ci sono per tutte le squadre, di una partita non abbiamo mai dimostrato di essere allo sbaraglio o allo sbando. Noi abbiamo pagato a caro prezzo i dettagli che ci sono dentro una gara, alcune volte per responsabilità di Tizio, altre di Caio e molte altre di Sempronio, che probabilmente sono io. Credo che ci sono poi anche valori morali dentro una squadra, non solo tecnici e i valori morali impongono di lottare sempre, di non indietreggiare mai, di non arrendersi, di giocare con orgoglio. Porti in alto una bandiera e un colore e, quindi, sono disposto a tutto per questa mission. Molte volte succede anche di perdere e a me è capitato spesso, ma se lo fai in maniera onorevole, a testa alta e con sacrificio a costo di lasciarci il sangue in campo ti viene riconosciuto. Se lo fai in maniera arrendevole è chiaro, e giustamente, che ne subisci le conseguenze”.

Ebbene, se le sconfitte sono figlie di dettagli visto che il Torino, come sottolinea il mister, non ha mai subito gli avversari se non in frangenti allora dopo dodici partite i dettagli devono essere superati perché di tempo ce n’è stato eccome. Se, invece, i motivi sono anche altri o soprattutto vanno oltre i dettagli e i frangenti delle partite allora la questione e ben diversa.

A sentire le parole di Giampaolo la questione morale parrebbe uno dei fattori, così come le responsabilità individuali. L’una cosa e l’atra però rischiano nel male di essere complementari ed acuirsi a vicenda e di conseguenza non bastano il lavoro quotidiano e forse neppure i richiami al sacrificio e a lasciare il sangue in campo sempre. In quest’ultimo caso allora per ottenere un’inversione di rotta c’è un’unica strada da percorrere: estromettere chi agisce in maniera arrendevole e sostituirlo con chi ha valori morali .Tre partite prima della riapertura del mercato, quella di oggi con il Bologna, quella di mercoledì con il Napoli e infine quella del tre gennaio con il Parma, in tutto quindici giorni prima di poter agire in modo da togliere il Torino dal momento molto difficile che sta attraversando. Ma si raggiungerà lo scopo solo se sono già stati individuati i giocatori che possiedono valori morali e se arriveranno il primo giorno di apertura del mercato, il 4 gennaio. In caso contrario se le operazioni in entrata si dilateranno nel tempo o, peggio ancora, non si concretizzeranno allora i dettagli continueranno ad esserci così come gli errori individuali e i frangenti delle partite che rovinano tutto si sommeranno fino a trascinare il Torno in Serie B.