Segre, Izzo, & Co.: con l'Entella la gara del "chi non muore si rivede"
Tra infortuni e positivi al Covid-19, Marco Giampaolo incluso, la situazione di casa Toro sarebbe drammatica. Se non fosse che, tutto sommato, la finestra di Coppa Italia contro la Virtus Entella è lo spazio giusto per sperimentare. Magari proseguendo nella direzione di un assetto a tre lì dietro, tentativo che contro l'Inter, al di là delle quattro reti subite, ha lasciato lo spiraglio per un lavoro su cui può valer la pena costruire qualcosa. O, per lo meno, provare a costruirlo, quel qualcosa.
Innanzitutto, la reintegrazione nel progetto di Armando Izzo (in foto). A secco di presenze dallo scorso 19 settembre, il ventottenne difensore campano potrebbe tornare, persino dal 1', a occupare la sua piastrella preferenziale di centro-destra, affiancando due tra Nkoulou, Bremer, Lyanco, e Buongiorno (a meno che non si sperimenti, sulla scia di quanto fece Gattuso a Milano, Ricardo Rodriguez tra i tre dietro, sul centro-sinistra). Se, come sembra, le offerte di gennaio per il cartellino dell'ex-Genoa rischiano di latitare, tra le perplessità generali di Fiorentina, Inter, e Roma, circa la bontà dell'eventuale affare, Izzo deve essere una freccia all'arco della squadra, da qui al termine della stagione. Con la gara di coppa possibile crocevia per fargli respirare nuovamente il clima partita, e mettere minuti preziosi nelle gambe.
Quasi certo poi, a metà campo, l'impiego di Jacopo Segre. Due brevi scampoli in campionato, finora, contro Atalanta e Sassuolo (per un totale di ventidue minuti), l'unica da titolare già in coppa, contro il Lecce, quasi un mese fa. Il wonder boy annunciato della mediana granata, fino a questo momento, di spazio ne ha avuto poco, anche per via dell'equivoco tattico che lo riguarda: mezzala in un reparto popolato da altre mezzali, regista finora dalle qualità registiche non pervenute. Soprattutto in un momento di defezioni, però, e con tanto more of the same, in tal senso, in arrivo, serve linfa nuova, lì in mezzo al campo.
Con Milinkovic-Savic verso un nuovo gettone di presenza tra i pali, si fa la conta di chi rimane a disposizione in attacco. Fuori Belotti, fuori Verdi, la tentazione di dar spazio, almeno per parte della gara, a un tridente animato da Zaza in mezzo, con Millico e, magari, persino Edera a supporto, c'è. Partendo magari da un assetto più vicino a un classico 3-5-2, con Ansaldi sulla mancina e licenza di offendere. Dimenticando per un attimo le miserie del campionato, il primo pomeriggio di domani, per chi potrà assistere alla gara, sarà un momento dedicato anche, si diceva, alla sperimentazione.