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Servono strategie di mercato diverse per avere i giocatori giusti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Il calciomercato e poi quello che si verifica in campo hanno un’assoluta connessione che determina ogni risultato sportivo. Alla prima di campionato l’Inter di Mazzarri non andò oltre il pareggio a reti inviolate con il Torino e la squadra granata, reduce dalle gioie di aver superato i preliminari d’Europa League, iniziò il campionato bene disputando una partita convincente anche sul piano del gioco poiché non aveva quasi subito la manovra degli avversari, anzi aveva tenuto loro testa e se avesse trovato la via del gol (ancora oggi c’è il rimpianto per il rigore non ben calciato da Larrondo) nessuno avrebbe potuto recriminare in caso di vittoria. Quel pareggio aveva contribuito a far pensare nell’ambiente granata che forse era possibile bissare la positiva stagione precedente che si era conclusa con un piazzamento finale superiore alle più rosee aspettative, settimo posto a pari merito con il Milan, ma accesso ai preliminari d’Europa League per il Torino in virtù della classifica avulsa determinata dalla maggiore differenza reti dei granata più dieci rispetto al più otto di quella dei rossoneri. Forse non tutti pensavano che il Torino potesse fare il bis visto che non c’erano più Immobile e Cerci ed erano arrivati ben dodici giocatori nuovi, però quel pareggio qualche speranza in più l’aveva data. Purtroppo però il girone d’andata ha detto che i granata non riusciranno a ripetersi in questa stagione e dovranno aggrapparsi al consolatorio cammino in Europa League che può dare loro ancora grosse soddisfazioni poiché hanno la concreta opportunità di accedere agli ottavi di finale in quanto l’avversario di turno, l’Athletic Bilbao, sta attraversando un periodo negativo in campionato e sembra ben distante dalla squadra che estromise a fine agosto il Napoli dalla Champions. 

 

Domenica pomeriggio il Torino tornerà ad affrontare i nerazzurri, questa volta a casa loro, e con Roberto Mancini in panchina. La partita si prospetta diversa da quella che si disputò all’andata, non solo perché é passata mezza stagione che ha evidenziato pregi e difetti di entrambe le formazioni e neppure perché ad allenare l’Inter c’é il Mancio. Nerazzurri e granata sono accomunati dal dover cambiare passo e trovare equilibrio di gioco e continuità di risultati positivi, perché finora non hanno convinto e da loro ci si aspetta di più. Bissare il pareggio potrebbe stare anche bene al Torino poiché affronta una delle cosiddette grandi e ha come obiettivo primario una tranquilla salvezza e magari riuscire ad arrivare a metà classifica. Sarebbe accolto decisamente meno bene il pareggio dall’Inter, che é reduce dal pareggio terminato zero a zero con l’Empoli e che punta al terzo posto finale. Per l’Inter quindi l’unico risultato accettabile é la vittoria. Ovviamente la sconfitta per il Torino rischierebbe di riportarlo troppo a ridosso della zona antistante a quella della retrocessione, annullando gli effetti benefici per l’umore derivati dalla vittoria con il Cesena. Ventura e Mancini avranno quindi un bel da fare in questi giorni per preparare la sfida e i giocatori domenica pomeriggio non potranno concedersi distrazioni e dovranno dare il massimo. 

 

Nel frattempo l’ambiente granata si aspetta dal presidente Cairo i rinforzi promessi. Le trattative si sa che sono complicate, però già troppi obiettivi sono sfumati a iniziare da Pinilla per arrivare a Giovinco. Il braccio di ferro fra Ilicic e la Fiorentina che lo vuole cedere al Bologna è come il dito che si rigira nella piaga per i tifosi del Toro che non si danno pace per il fatto che lo sloveno gradirebbe trasferirsi in granata, ma che un club che è in serie B offra più del loro per ottenere un giocatore che è ritenuto utile alla causa presente e perché no futura. Come dare torto ai tifosi granata, anche se pagare il prestito oneroso di un milione e l’obbligo di riscatto a giugno nell’ordine di altri quattro o cinque sono cifre importanti che Ilicic vale tutte, se s’integra nel nuovo gruppo e rende, ma se il suo percorso in granata ripercorresse quello nel club viola un tale esborso sarebbe come gettare i soldi dalla finestra. Da una parte è comprensibile che la dirigenza granata non voglia essere obbligata a tenersi il giocatore se non risultasse idoneo, dall’altra però non è comprensibile e di conseguenza accettabile che le trattative del Torino per prendere un nuovo giocatore siano sempre così lunghe e troppo complicate. Si ha la sensazione che andando su altri soggetti che non presentino nessun tipo di problematica in casa Torino ci si complicherebbe meno la vita e si otterrebbero risultati migliori.
Ripensare le strategie di mercato forse non sarebbe una cattiva idea, così come investire di più sugli osservatori aumentandone il numero e permettere a Petrachi di viaggiare molto di più, non per fargli fare delle piacevoli gite, ma per permettergli di osservare  direttamente un maggior numero di volte i potenziali nuovi giocatori, in modo che non si ripetano più casi alla Nocerino, Ruben Perez, Larrondo, Barreto e Sanchez Mino. I giocatori, soprattutto quelli che costano, devono essere quelli giusti.


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