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Sette anni dopo, rotto l'incantesimo di Parma. Ancora un inizio d'anno col botto

di Claudio Colla

Magari non avrà dato un seguito di 2020 da ricordare, ma, come ieri a Parma, anche lo scorso anno solare, per il Toro, si era aperto con una vittoria esterna. Coda del ciclo Mazzarri, una ventina di giorni prima dell'11-0 complessivo subito per mano di Atalanta e Lecce, fu il sorprendente 2-0 di Roma, con doppietta di Belotti, ad aprire il decennio granata. 

Andando a ritroso, si incontrano poi due sconfitte Coppa Italia: lo 0-2 casalingo incassato dalla Fiorentina agli ottavi, nel 2019 (doppietta di Chiesa), e, ai quarti, dopo la vittoria - ancora - di Roma, firmata da Edera e De Silvestri, il k.o. nel derby del 3 gennaio 2018 (anche in quel caso un 2-0), preludio all'esonero di Mihajlovic. Tra 2013, primo anno solare iniziato in Serie A dopo la retrocessione del 2009, e 2017, tre pareggi esterni (Catania 2013, Chievo 2015, Sassuolo 2017), inframmezzati dalla sconfitta esterna di Napoli del 2016 e, recente corso&ricorso storico, da quella di Parma del 2014.

Al Tardini, il 6 gennaio di sette anni fa, in quel 2013/14 segnato da volti impressi nella storia recente del Toro e nel cuore dei tifosi (da Cerci a Immobile, da Darmian a Glik, passando naturalmente per Gian Piero Ventura), finì 3-1 per i ducali: alla rete di Immobile, in apertura, risposero, in sequenza, l'ex-juventino Marchionni, il veterano difensivo Lucarelli, e quell'Amauri trasferitosi in granata, pur senza nemmeno lontanamente riproporre i buoni livelli visti sulla Via Emilia, l'estate successiva. Un settennio dopo, nel segno di Singo, Izzo, e Gojak, oltre che di un Belotti trascinatore e di un Sirigu ritrovato, quel nefasto sortilegio - almeno quello, - sembra essersi spezzato.


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