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Sgrigna: un lampo e mezzo

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Un lampo di Sgrigna a quattro minuti dal novantesimo regala i primi tre punti al Toro di Lerda, di fronte a un Sassuolo che, tolti dieci minuti di rabbia agonistica, ha dimostrato di avere le stesse problematiche dei granata, cioè, quelli di una squadra che deve affinare meccanismi ed intesa. Ne è venuta fuori una partita onestamente brutta, specialmente nella seconda parte, con le due squadre apparse stranamente stanche, lunghe più di quanto si dovrebbe, con il gioco affidato più alle giocate del singolo che non alla coralità della manovra. Il gol, bellissimo, di Sgrigna è la sintesi estrema di questa partita, un lampo in mezzo al buio, tanto violento e preciso, quanto inaspettato ed estemporaneo.


Proprio la prestazione del fantasista merita di essere analizzata, perché tra l’assit, al terzo del primo tempo, che ha permesso ad Iunco di realizzare il terzo gol in maglia granata, ed il gol del numero 14 granata, ci sono ottantatre minuti se non proprio neri, diciamo grigi, di quello che è, e resta, il più importante acquisto di Petrachi. Insomma, già detto e ridetto che Sgrigna è l’elemento con il più alto tasso tecnico del gruppo di Lerda, bisognerebbe capire perché risulta così difficile metterlo al centro del gioco, o, in alternativa, chiamarlo più volte in causa durante la partita. Lerda ha rivelato nel dopopartita che a Sgrigna chiede il sacrificio di giocare sulla fascia che non predilige, cioè quella destra, questa, potrebbe essere una spiegazione, non l’unica sicuramente.
Quanto al Toro, avevo previsto che il tecnico, potendolo fare, è chiaro, avrebbe ruotato tutti gli uomini a sua disposizione, e non solo per dare una possibilità a tutti, ma semplicemente perché questo Toro è alla ricerca di modulo ed uomini giusti per affrontare nel migliore dei modi un campionato lungo e difficile come quello cadetto. Non è peraltro escluso, e la conferma viene proprio dal tecnico, che si possa vedere al più presto un Toro in campo con le due torri, in una sorta di 4-4-2 riveduto e corretto.

Tornando alla partita, ha ragione Lerda quando dice che il Toro è stato più compatto rispetto alle precedenti partite, ha concesso meno all’avversario, anche grazie ai tre mediani aggiunti, ed ha costruito più palle gol. È altrettanto vero che questo non si è fatto per tutti i novanta minuti, che si è sbagliato ancora troppo, anche regalato possessi all’avversario che non si dovevano concedere, che lo spazio non sempre è stato aggredito come meritava, inoltre la squadra non è stata così corta come invece lo era il Crotone la scorsa stagione.


Alla fine restano tre punti, ottimi, che permetteranno a Lerda ed al gruppo di lavorare con più tranquillità, senza cioè l’assillo di cercare la prima vittoria in campionato, e di migliorare in quei meccanismi che sono fondamentali per una squadra che aspira a vincere giocando a calcio. E permettetemi, questa è la grossa novità che questo tecnico ha portato al Toro, senza nulla togliere a chi lo ha preceduto, un Toro vincente, ordinato tatticamente, e bello stilisticamente, senza rinunciare ai colpi dei suoi fuoriclasse.


IN e OUT di Sassuolo-Torino


In
LERDA: il Toro cresce ed è sicuramente merito suo. Tatticamente i progressi rispetto alla precedente partita sono stati notevoli, fase difensiva buona, centrocampo discreto, attacco da rivedere, capace comunque di creare occasioni gol. Non ho dubbi, tra poco vedremo il suo Toro.
IUNCO: mi convince sempre di più, e non solo per la facilità con cui sta trovando il gol, ma soprattutto per quella sua voglia di lottare su ogni pallone, per la sua capacità di coprire ampie zone di campo e per la facilità con cui trasforma una azione difensiva in offensiva.
LAZAREVIC: ancora una volta si fa trovare pronto e sfrutta il tempo che Lerda gli concede. Tanti falli conquistati, tanti palloni giocati bene, tanta velocità aggiunta alla fascia.
OGBONNA: non è al top della condizione, nonostante questo sbaglia pochissimo e concede poco al suo avversario.
DI CESARE: lascia una grossa occasione a Bruno, ma la sua gara si può ritenere ampiamente positiva, novanta e passa minuti giocati bene, con attenzione, senza o quasi sbavature.
DE VEZZE: tatticamente è stato il migliore dei granata, specialmente nelle seconda parte del match, quella tatticamente più difficile per gli uomini di Lerda. Copre, imposta e riparte. Deve necessariamente migliorare sulla qualità.
SGRIGNA: il suo gol è da applausi a scena aperta, non fosse altro che oltre alla bellezza si deve aggiungere la praticità, cioè, regala a se stesso ed ai propri compagni la prima vittoria in campionato. Resta il dubbio di una partita non giocata “alla Sgrigna”.
DE FEUDIS: gioca la sua prima partita in granata, tiene bene la mediana, ma regala pochissimo alla fase offensiva. Un sufficienza stiracchiata, per un giocatore che può veramente essere determinante in quella posizione.


OUT
RUBINHO: errore grave, è vero, ma gioca il resto della partita come se non fosse successo nulla, segno che è conscio delle proprie capacità, regalando anche alcuni interventi non proprio di ordinaria amministrazione.
D’AMBROSIO: forse stanco delle fatiche con la under 21, attacca pochissimo e si regala una partita puramente difensiva. A lui questo non può essere permesso, perché ha corsa, qualità e fisico.
GAROFALO: non ha commesso grossi errori, almeno in fase difensiva, in quella offensiva sembrava un altro giocatore, non quello che a Torino conoscono.
OBODO: a Lerda non è dispiaciuto, personalmente mi è piaciuto poco. Troppi palloni persi o giocati male. Era sicuramente un esperimento, è venuto male, in quella posizione il giocatore rende molto meno di quanto può fare in mediana.
BIANCHI: spiace vederlo in difficoltà, gioca pochissimi palloni e quasi tutti sporchi. Fisicamente tornerà al top giocando con continuità, tatticamente la squadra deve servirlo meglio e con maggiore continuità.
PELLICORI: poco tempo per mettersi in mostra, non mi pare ci sia riuscito.


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