Siena-Torino 2-2, l'analisi tattica
Fonte: Claudio Colla per www.torinogranata.it
Partita giudicata forse troppo severamente da parte della critica calcistica più attenta alle vicende granata, Siena-Torino ha comunque offerto discreti spunti per poter sperare in un atteggiamento appropriato ai (si spera) prossimi playoff che il Toro dovrà disputare e, possibilmente, vincere.
Difesa colta in fallo per lo più episodicamente; per il resto la mossa legata all'impiego di Ogbonna come terzino sinistro/centrale aggiunto, in un momento in cui i laterali arretrati non forniscono le garanzie del periodo d'oro novembre-dicembre, è apparsa adeguata, in particolare data la forte propulsione dalle fasce propria degli uomini di Conte. Pratali e Di Cesare reggono comunque discretamente, per quanto l'assenza di un centrale più dinamico si faccia sentire; D'Ambrosio in leggera crescita, da non trascurare la possibilità di puntare su Cavanda a partita iniziata.
Ancora per lo più fuori ritmo Alessandro Budel, l'ex-Brescia sarà con tutta probabilità scalzato nel ruolo di playmaker da De Vezze (con il rientro di De Feudis come frangiflutti), che, pur senza emergere con giocate sensazionali, da un paio di partite è nettamente tra i più positivi in campo. Arma buona per questo finale, seppur a minutaggio ridotto, può essere rappreentata anche da Obodo.
Ancora una volta si mostra buon inserimento a gara in corso Biagio Pagano, certamente più solido e concreto rispetto a Gabionetta; bene lo spunto per l'assist a Bianchi, le assenze prolungate di Lazarevic e Gasbarroni si fanno comunque sentire. Torna al gol, pur senza offrire un rendimento straordinario, Sgrigna, mentre si registra ancora una giornata no da parte di Antenucci; tatticamente più efficace questa volta il succitato Rolandinho, che dimostra il consueto carattere indomito nel trovqare la via del gol subito dopo aver fallito un calcio di rigore.